Lussemburgo
Piccolo e ricco nel cuore dell’Europa
Nell’area più attiva e produttiva d’Europa, il Lussemburgo non soffre del fatto di essere uno dei più piccoli Stati del mondo, lontano dal mare e povero di risorse, e neppure di avere un numero di abitanti inferiore a quello di una media città europea. La recente specializzazione nelle attività finanziarie, grazie a leggi particolari, lo ha reso uno dei centri nevralgici dell’Europa comunitaria
Il territorio del Granducato di Lussemburgo (monarchia retta da un granduca) è collinare e ricco di boschi a nord, pianeggiante a sud. Stato interno, lontano dal mare, ha un clima continentale temperato.
La popolazione parla un dialetto tedesco (ma anche il francese) ed è concentrata nella pianura, soprattutto nella capitale Lussemburgo (Luxembourg, 77.000 abitanti), città di origine medievale sede di industrie e di un’incredibile concentrazione di attività finanziarie: lungo certe vie non ci sono che banche e società finanziarie, invece di abitazioni e negozi.
Il paese era povero e poco popolato fino alla fine dell’Ottocento, quando lo sfruttamento di grandi giacimenti di ferro diede il via all’industrializzazione e all’immigrazione (la popolazione, oggi, è formata per un terzo da stranieri).
Con l’avvio dell’unificazione europea, il Lussemburgo è divenuto sede di uffici comunitari e, soprattutto, di attività finanziarie. Ormai il ferro non viene più estratto, ma il paese, dopo il Liechtenstein, ha il reddito per persona più alto del mondo.
A partire dal 15° secolo il ducato del Lussemburgo seguì la sorte dei Paesi Bassi (v. anche Paesi Bassi, storia dei), finendo dapprima sotto il dominio spagnolo (16° e 17° secolo), poi sotto quello austriaco (18° secolo) e infine sotto quello francese (periodo rivoluzionario e napoleonico). Elevato a granducato dal Congresso di Vienna (1814-15), il Lussemburgo nel 1830 prese parte alla rivoluzione belga. Nel 1839 i suoi domini vennero separati: la parte occidentale divenne una provincia belga, mentre quella orientale rimase un granducato autonomo, la cui corona spettava però al re del Belgio. Ma nel 1890 il re-granduca Guglielmo III morì senza eredi e poiché nel granducato non era permessa la successione femminile l’unione personale con il Belgio fu sciolta. Salì allora al trono Adolfo di Nassau, i cui discendenti regnano ancora (l’ultimo è Henri, divenuto granduca nel 2000).
Nonostante la sua neutralità, il Lussemburgo fu invaso dai Tedeschi in entrambe le guerre mondiali e ciò lo spinse a entrare, nel 1949, nella NATO. Nel 1954 il Lussemburgo fu tra i paesi fondatori dell’Unione europea, di cui avrebbe sempre promosso l’integrazione economica e politica (dandone un’anticipazione negli anni Sessanta, con la creazione di un’unione economica con il Belgio e i Paesi Bassi, detta Benelux).
A partire dal 1947 il Lussemburgo ha goduto di una sostanziale stabilità politica, dovuta al fatto che il Partito cristiano sociale è stato – con l’eccezione del periodo 1974-79 – il partito di maggioranza relativa. Esso ha così dato vita a governi stabili, alleandosi con i socialisti oppure con i liberali.
Dagli anni Settanta in poi il Lussemburgo si è caratterizzato sempre più come centro finanziario internazionale, grazie a una legislazione fiscale molto vantaggiosa per i capitali stranieri. A partire dagli anni Novanta, la legislazione è stata resa più severa, sia per combattere il riciclaggio del denaro sporco, sia per andare verso una maggiore armonizzazione con gli altri paesi europei.