LUSSEMBURGO (XXI, p. 681; App. I, p. 809)
Popolazione (XXI, p. 681). - Il Lussemburgo, al 20 agosto 1945, aveva una popolazione di 281.572 ab. (109 a kmq.), con una diminuzione del 5% rispetto al censimento del 1935. Tutti i centri abitati maggiori (Esch-Alzette, Differdingen, Düdelingen, Petingen) accusano anch'essi, più o meno, perdite di popolazione; la capitale, Lussemburgo, è invece passata da 57.996 a 59.013 ab. nel periodo 1935-45.
Condizioni economiche (XXI, p. 682). - Sono leggermente diminuiti, in confronto con l'anteguerra, la superficie dei seminativi (87 mila ha. nel 1946) e, di conseguenza, i raccolti (dimezzato quello fondamentale delle patate, che ha dato solo 1,1 milioni di q. nel 1945). In compenso si è mantenuta alta, anzi rinvigorita l'attività industriale. Il Lussemburgo è oggi al quarto posto fra i paesi europei per la produzione dell'acciaio (1,3 milioni di t. nel 1946).
Unione economica. - Il Lussemburgo aderì alla convenzione di Londra del 5 settembre 1944 (ratificata nel luglio 1947 e in vigore dal 1 gennaio 1948) per l'unione doganale col Belgio e l'Olanda (Nederland) (v. Benelux, in questa App.).
Finanze (XXI, p. 683 e App. I, p. 809). - Il Granducato, pur avendo sofferto, a causa della guerra e dell'occupazione tedesca, danni valutati in circa 26 miliardi di franchi, ha potuto ristabilire, dopo appena tre anni dalla liberazione, l'equilibrio nella propria finanza interna e compiere sensibili progressi nell'opera di ricostruzione grazie alla pronta applicazione di imposte straordinarie sul capitale, alla emissione di prestiti sul mercato interno, alla concessione, nell'agosto 1947, di un prestito di 12 milioni di dollari da parte della Banca internazionale, all'utilizzo di attività sbloccate all'estero e alla liquidazione degli investimenti tedeschi nel paese. Il miglioramento della situazione è provato dalle cifre seguenti:
Con la liberazione - uscito il Lussemburgo dal territorio valutario germanico in cui era stato incorporato - è stata ripristinata la vecchia circolazione su una base di parità tra il franco belga e quello lussemburghese e su un rapporto di cambio di 176,625 franchi per una sterlina e 43,96 franchi per un dollaro. Di conseguenza il Lussemburgo ha comunicato al Fondo monetario internazionale - al quale partecipa con una quota di 10 milioni di dollari - la stessa parità aurea del franco belga di 0,0202765 grammi di fino. La politica valutaria è regolata di comune accordo con il Belgio, attraverso l'istituto belgo-lussemburghese dei cambî, creato nell'ottobre 1944.
Storia (XXI, p. 683). - Nel maggio 1940 la Germania occupò il Lussemburgo. Il 25 luglio dello stesso anno all'amministrazione militare ne subentrò una civile, alla quale fu preposto il Gauleiter Gustav Simon del Gau Coblenza-Treviri. Dipendente dapprima dal comandante militare del Belgio e della Francia settentrionale, questa amministrazione civile passò poi direttamente agli ordini di Hitler. La Germania adottò subito delle misure che non nascondevano le sue mire annessionistiche nei riguardi del Granducato. Nel giugno 1940 il prof. Kratzenberger fondò il Volksdeutscher Bund la cui parola d'ordine era: "Il Reich potrebbe rinunciare al Lussemburgo, ma il Lussemburgo non può rinunciare al Reich. Facciamo ritorno nel Reich". Seguirono nell'agosto 1940 la legge che proclamava unica lingua ufficiale del Granducato il tedesco, mettendo al bando il francese; nel febbraio 1941 l'istituzione del servizio obbligatorio del lavoro e nell'agosto 1941 l'introduzione del Partito nazista e della gioventù hitleriana. Dopo tali decreti il gauleiter Simon credette essere giunto il momento di incorporare il Lussemburgo nel Reich. Il 10 ottobre 1941 fu indetto pertanto un plebiscito, in cui si sottoponeva agli abitanti del Granducato il quesito se volessero o non diventare cittadini del Reich. L'esito della votazione fu disastroso per le autorità occupanti: oltre il 96% della popolazione votò infatti contro l'acquisto della cittadinanza tedesca. Ciononostante, nell'agosto 1942, fu proclamata l'annessione del Lussemburgo alla Germania. Si ebbero inoltre rappresaglie: circa diecimila Lussemburghesi furono inviati in Germania in campi di concentramento o di lavoro; fu imposto il servizio militare obbligatorio; furono insediati degli Altoatesini in sostituzione dei Lussemburghesi deportati. L'offensiva tedesca del Natale 1944 e la conseguente controffensiva americana danneggiarono assai gravemente la parte settentrionale del Lussemburgo. Un mese dopo la liberazione fu dagli Alleati ristabilito il governo granducale dal giugno 1940 esule a Londra; si formò una coalizione governativa dei varî partiti, con a capo Dupong (cristiano-sociale). Dopo l'adesione al patto di Bruxelles (17 marzo 1948) il parlamento del Granducato deliberò la modifica dell'articolo primo della Costituzione che prescriveva la neutralità perpetua del Lussemburgo.
Bibl.: P. Weber, Geschichte Luxemburgs im 2. Weltkrieg, Lussemburgo 1946; P. Majerus, Le Luxemburg indépendant, Lussemburgo 1946.