LUSSEMBURGO.
– Demografia e geografia economica. Storia. Architettura
Demografia e geografia economica di Marco Maggioli. – Stato interno del l’Europa centro-occidentale. Nel 2014, secondo una stima UNDESA (United Nations Department of Economicand Social Affairs), la popolazione era pari a 536.761 ab., con una crescita media annua del 2,4% rispetto al censimento della popolazione del 2011. Tale dinamica positiva è stata determinata tanto dal saldo naturale, segnato da una prevalenza delle nascite (11,3‰ nel 2013) sui decessi (7,0‰), quanto dal saldo migratorio, che nell’ultimo decennio ha superato il 10% medio annuo.
L’economia ha conosciuto importanti modificazioni a partire dagli anni Ottanta del 20° secolo. L’occupazione interna è aumentata progressivamente, in particolare grazie ai lavoratori frontalieri, che hanno rappresentato, nel 2013, il 42% della manodopera totale. Il PIL è tornato a crescere nel 2014 (+2,7% sul 2013), dopo un marcato rallentamento per due anni consecutivi a partire dal 2007, mentre il tasso di disoccupazione, che fino al 2000 era rimasto sotto il 3%, è salito al 7,1% (2014). Queste variazioni sono derivate essenzialmente da una crisi del settore siderurgico, che ha subito un importante ridimensionamento, anche se resta rilevante la produzione degli acciai di alta qualità. Le difficoltà affrontate dal settore secondario sono state compensate da un terziario sempre più florido. L’economia lussemburghese fonda la propria ricchezza sui servizi alle imprese, sulle attività finanziarie e bancarie; gli istituti di credito sono circa 150 e la borsa valori svolge un’attività rilevante nel campo delle eurobbligazioni. Favorevoli leggi in materia di imposizione fiscale agevolata hanno incoraggiato, già a partire dagli anni Settanta, le grandi istituzioni finanziarie a spostare nel granducato la catena di controllo dei loro imperi. Esse beneficiano del regime fiscale particolarmente conveniente di cui il L. gode su temi come dividendi, royalties, interessi, processi di liquidazione, plusvalenze.
Storia di Ilenia Rossini. – A metà del primo decennio del 21° sec., il L. mantenne uno dei PIL pro capite più alti del mondo, nonostante i contraccolpi della crisi economica globale.
Sul piano politico, ridotte le ampie prerogative legislative del granduca Henri in seguito al suo rifiuto di controfirmare la legge sull’eutanasia (2008), dopo le elezioni del 2009 si formò una grande coalizione tra il Partito popolare cristiano sociale (Chrëschtlech sozial vollekspartei, CSV: 38% dei voti), e il Partito operaio socialista lussemburghese (Lëtzebuerger sozialistesch aarbechterpartei, LSAP: 21,6%). L’alfiere dell’integrazione europea Jean-Claude Juncker, premier dal 1995, fu riconfermato capo del governo.
Dopo le nuove elezioni (ottobre 2013), a fronte del calo di consensi per la CSV (33,7%), il liberale Xavier Bettel del Partito democratico (Demokratesch partei, 18,2%), formò un governo di coalizione con la LSAP (20,3%) e i Verdi (10,1%). Nei mesi successivi furono legalizzati il matrimonio e le adozioni per le coppie omosessuali (giugno 2014).
Eletto presidente dalla Commissione europea (novembre 2014), Juncker si trovò a fronteggiare l’emergere di intese fiscali segrete tra centinaia di multinazionali e il L., da tempo accusato dalla UE di scarsa trasparenza finanziaria e bancaria.
Architettura di Paola Gregory. – Sede di istituzioni europee e snodo finanziario di primaria importanza, il piccolo Stato del L. – per la seconda volta capitale europea della cultura nel 2007 (la prima fu nel 1995) – ha sempre risentito delle influenze architettoniche di altri Paesi, che ne hanno limitato, anche per la presenza di importanti firme internazionali, uno sviluppo autonomo. Sono molti, infatti, gli architetti stranieri ad aver costruito, nell’ultimo decennio, alcuni degli edifici più rappresentativi nella capitale dell’omonimo Stato, fra questi: la Filarmonica (2005), opera di Christian de Portzamparc, il MUDAM (MUsée D’Art Moderne, 2006) firmato da Ieoh Ming Pei, la Porta d’Europa (2006), ovvero le due torri gemelle per gli uffici della Comunità economica europea, di Ricardo Bofill (Taller de Arquitectura), la Corte di giustizia dell’Unione Europea (2008), opera di Dominique Perrault, la Banca europea degli investimenti (2008) di Ingenhoven Architects, tutti nel quartiere Kirchberg, il più contemporaneo ed emblematico della città.
Accanto a questi nuovi simboli della capitale, molte so no le opere realizzate da alcuni dei più importanti architetti del L., fra i quali: Christian Bauer (n. 1947), fondatore nel 1975 dello studio associato, curatore per il L. delle Biennali di Venezia nel 2008 e 2010, la cui opera, da sempre attenta agli aspetti ecologici e ambientali, si struttura attraverso semplici stereometrie e calibrato uso dei materiali, come dimostrano il Museo nazionale di storia e arte (2002), la Banca centrale del Lussemburgo (2006) e l’edificio per uffici del Gruppo St. Paul (2008) a Lussemburgo; SchemelWirtz, studio fondato nel 1993, le cui eleganti strutture rispondono con efficienza alle condizioni economiche e ambientali, come nella Torre piezometrica (2008) a Leudelange – premio lussemburghese di architettura 2011 – o nel Centro congressi (con lo studio Jourdan & Müller PAS di Francoforte, 2012) a Kirchberg, l’edificio più grande della nuova piazza d’Europa, premio europeo 2013 per le costruzioni in acciaio; Bruck+Weckerle (1997), il cui lavoro, più volte premiato, si caratterizza per la ricerca di una riduzione formale accompagnata da una sperimentazione di tipologie e materiali, come nell’impianto sportivo Albert Kongs (2006) a Itzig, nel deposito del sale (2007) e nella Sede del reparto di manutenzione autostradale nazionale (2011), entrambi a Bertrange, e nel Centro culturale (2012) a Bergem.