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BIBACULO, M. Furio

di Massimo Lenchantin De Gubernatis - Enciclopedia Italiana (1930)
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BIBACULO, M. Furio (M. Furius Bibacŭlus)

Massimo Lenchantin De Gubernatis

Secondo S. Gerolȧmo (Chron., p. 148 ed. Helm), nacque a Cremona nel 103 a. C. (102 nel cod. A). Questa data fu messa in dubbio a causa dei suoi rapporti con Valerio Catone, Orbilio, Ottaviano, di lui più giovani, quasi che l'età maggiore fosse sufficiente ad escludere l'esistenza di tali rapporti. Scrisse violenti epigrammi, non risparmiando né Cesare né Ottaviano, che non diedero peso alle sue contumelie (cfr. Tac., Ann., IV, 34). Messalla invece dichiarava di non voler contatti con poeti del genere di Bibaculo (Sueton., De gramm., 4). I versi su Catone non mancano di arguzia. Di incerta interpretazione è il frammento su Orbilio. In prosa scrisse Lucubrationes (Plin., Nat. Hist., praef. 24), in cui forse ricordava una facezia di Cicerone (Macrob., Sat., II,1,13). Il Furio Alpino, che compose una Aethiopis (cfr. Hor., Sat., I, 10,30), non è da identificare con il nostro Furio. Questi è probabilmente autore anche di Annales ovvero Pragmatia belli Gallici (cfr. Porphyr., Ad Hor. Sat., II, 5,40).

Si vede che le sue simpatie per la scuola dei poeti nuovi non gl'impedivano di coltivare la poesia epica di tipo enniano, e di cantare le gesta di Giulio Cesare.

Frammenti in W. Morel, Fragmenta poetarum latinorum, Lipsia 1926, pp. 80-83.

Bibl.: G. B. Camozzi, Marco Furio Bibaculo, in Riv. di filol., XVI (1888), p. 161 segg.; Skutsch, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., VII, coll. 318-322; Schanz e Hosius, Geschichte der römischen Litteratur, I, Monaco 1927, pp. 290-292.

Vedi anche
Publio Valèrio Catóne Grammatico e poeta latino (1º sec. a. C.); venuto dalla Gallia Cisalpina a Roma, fu grammaticus fortunato e ricco, per morire poi vecchissimo in miseria. Fu amico di Furio Bibaculo, al quale è attribuito un epigramma in sua lode. Critico di poesia e poeta egli stesso, fu autore dei due epillî Lydia e ... Catullo, Gaio Valerio Poeta lirico latino (n. Verona 84 a. C. circa - m. non prima del 54). Di agiata famiglia, andò a Roma appena indossata la toga virile e fu accolto nell'alta società e nei circoli letterarî più noti. Fu ben fornito di ricchezze con una casa a Verona e a Roma, una villa a Sirmione sul Garda, un'altra fra ... Màrio, Gaio Generale e uomo politico romano (Arpino 157 a. C. - Roma 86 a. C.); di famiglia contadina, riuscì con l'appoggio dei Cecilî Metelli a farsi strada; tribuno militare, questore, tribuno della plebe (119), pretore (116), ebbe occasione di distinguersi soprattutto nella guerra contro Giugurta (109-108), ... Virgìlio Maróne, Publio Poeta latino (n. presso Mantova, ad Andes, forse l'od. Pietole, 70 a. C. - m. Brindisi 19 a. C.). Per la vastità della fama e l'influsso esercitato sulla cultura latina e occidentale, è il principe dei poeti di Roma. Era di una famiglia di agricoltori, probabilmente non troppo modesta (come invece disse ...
Tag
  • MARCO FURIO BIBACULO
  • VALERIO CATONE
  • GIULIO CESARE
  • POESIA EPICA
  • EPIGRAMMI
Altri risultati per BIBACULO, M. Furio
  • Bibàculo, Marco Furio
    Enciclopedia on line
    Poeta latino (1º sec. a. C.); uno dei poetae novi. Fu in rapporti con Valerio Catone e Orbilio, di lui più giovani. Scrisse violenti epigrammi anche contro Cesare e Ottaviano, come autore di giambi è citato da Quintiliano insieme con Catullo e Orazio. Non sembra da identificare con il poeta Furio Alpino ...
Vocabolario
fùria
furia fùria s. f. [dal lat. furia, der. di furĕre «infuriare»]. – 1. a. Stato di furore, di eccitazione, per lo più di breve durata, che si manifesta con atti e parole violente; accesso di collera, impeto d’ira: andare, montare in f., su...
fùrere
furere fùrere v. intr. [dal lat. furĕre] (aus. avere), ant. raro. – Infuriare (cfr. furente): furendo il Saracin bizzarro (Ariosto).
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