m-learning
<èm lë'ëniṅ> locuz. sost. ingl., usata in it. al masch. – Abbreviazione di m[obile] learning. L’insieme dei modelli e delle soluzioni di e-learning basati sull’utilizzo di uno o più dispositivi portatili come risposta alle istanze di soggetti che necessitano di accedere a risorse educative in modo continuativo e indipendentemente da una localizzazione predeterminata. In Europa, la storia dell'm-learning risale agli anni Ottanta del 20° sec., quando furono sperimentati a scuola i primi computer portatili (per es. Microwriter). Un approccio di più ampio respiro si afferma però solo a metà degli anni Novanta, con alcuni progetti volti a esplorare le potenzialità didattiche di una nuova generazione di tablet PC e Personal digital assistant (PDA). In senso stretto, il termine non si riferisce necessariamente a esperienze di apprendimento online: rientrano infatti nella definizione anche i corsi individuali basati su lettori audio portatili (walkman, lettori MP3) o sul podcasting. Tuttavia, l’impulso decisivo allo sviluppo dell'm-learning è legato alla diffusione capillare di terminali portatili di accesso a reti di dati o di comunicazione quali netbook, smartphone, tablet. L'm-learning assume quindi la connotazione di soluzione centrata sulla valorizzazione della mobilità del soggetto che apprende sia dal punto di vista materiale (accesso ovunque) sia rispetto alla necessità di poter interagire in modo continuativo con l’ambiente di apprendimento (accesso a ogni ora). Di fatto, qualsiasi soluzione e-learning si orienta verso la prospettiva mobile e anche le piattaforme più diffuse sono ormai compatibili con i dispositivi portatili. Lo sviluppo del cosiddetto cloud computing (v.) produrrà probabilmente ulteriori effetti su questa tipologia educativa, dando nuovo impulso alla ricerca e alla realizzazione di molteplici sperimentazioni.