MAARBALE
. Ufficiale cartaginese, figlio di Imilcone. Si distinse per l'energia spiegata nell'assedio di Sagunto, e fu tra i più valorosi comandanti agli ordini di Annibale nella seconda guerra punica. Prima della battaglia del Ticino, fu spedito con 500 cavalieri numidi a devastare i campi degli alleati dei Romani. Al Trasimeno, fu lanciato all'inseguimento, con gl'Iberi e i fanti leggieri, dell'avanguardia romana sfuggita all'accerchiamento e alla strage sul lago; i Romani si arresero a M., a patti che Annibale non riconobbe, rimandando liberi i soli alleati. Non chiara è la parte da lui svolta alla battaglia di Canne, cui certo fu presente; a lui si attribuisce anzi il consiglio ad Annibale vincitore di marciare su Roma, e, al rifiuto di lui, il celebre. detto: "scis vincere, victoria uti nescis". Il suo nome appare ancora all'assalto di Casilino (inverno 216).
Bibl.: G. De Sanctis, Storia dei Romani, III, ii, Torino 1917, passim; Ehrenberg, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIV, coll. 523-24.