MACARIO (Makarij)
Metropolita di Mosca e di tutta la Russia, nato nel 1482; morto nel 1563. Fu uno dei più eminenti fautori della chiesa e del potere statale in Russia. Aveva una cultura rilevante, più che altro teologica ma non indifferente alle lettere. Tutta la sua vita fu consacrata al servizio dell'idea fondamentale: la creazione e la consolidazione dello stato ortodosso mediante la stretta unione fra Chiesa e Stato. Monaco nel monastero di S. Pafnuzio di Borov, baluardo del conservatorismo della chiesa russa (del partito dei cosiddetti "iosifljane", cioè dei partigiani di Josif (Giuseppe) Sanin, superiore di Volock), nel 1526 arcivescovo di Novgorod e nel 1542 metropolita di Mosca e di tutta la Russia, fu per un certo tempo il primo personaggio non solo nel governo della Chiesa, ma anche dello Stato, grazie all'influenza esercitata da lui sul giovane granduca Ivan IV (conosciuto più tardi sotto il nome di Terribile).
Quanto all'azione esercitata da lui sulla chiesa hanno avuto grande importanza le misure prese per la canonizzazione dei santi locali della chiesa russa (1547 e 1549). La politica seguita da M. consisteva nel fare di Mosca un vero centro spirituale del regno russo col sostituire il culto dei santi locali (regionali) col culto centrale canonizzato panrusso (concilio di Stoglavij - dei 100 capitoli - del 1551).
Dei lavori letterarî eseguiti da M. personalmente o sotto la sua direzione, da menzionarsi Minei-Četii, grandiosa raccolta di vite dei santi, e Stepennoja Kniga (la storia della Russia, compenetrata dalla tendenza ecclesiastico-statale di M.). Ai tempi del suo patriarcato va riportata la fondazione della prima tipografia a Mosca.
Bibl.: E. E. Golubinskij, Istorija kanonizacii svjatych v russkoj cerkvi (Storia della canonizzazione dei santi nella Chiesa russa), Mosca 1903.