macchia ocellare
Marchio di forma tondeggiante ottenuto dall’accostamento di colori contrastanti che disegnano le livree di molte specie di farfalle e falene e di alcuni rettili e uccelli. La funzione di questi disegni è in molti casi conosciuta con certezza. Nei bruchi e negli adulti di farfalle essi svolgono una funzione antipredatoria tramite l’inganno sia perché (a loro volta imitando gli occhi di specie predatrici) possono riuscire a inibire l’attacco da parte dei predatori, sia perché, al contrario, possono attirarli sulle parti meno vulnerabili del corpo dove sono collocate (per es., i margini distali delle ali, la coda invece della testa) deviandoli da quelle più vulnerabili. Accanto alla funzione difensiva ottenuta per automimetismo, le macchie ocellari possono svolgere un ruolo nella comunicazione intraspecifica, solitamente all’interno del comportamento riproduttivo. In molti uccelli, come il pavone, le cui penne della sopraccoda sono ornate da ocelli vistosi, questi marchi sono coinvolti nella scelta sessuale e concorrono a determinare la fitness degli individui. Lo stesso accade in certe farfalle. L’ipotetico ruolo adattativo delle macchie ocellari, la loro più o meno grande variabilità intraspecifica e il loro ruolo tassonomico nell’accertamento dell’identità di specie ne ha fatto un interessante tema di ricerca. Per es., studi recenti sulla biologia dello sviluppo delle numerose macchie delle ali della farfalla ninfalide Bicyclus anynana hanno accertato che, nonostante si manifesti in modo composito (una pupilla bianca al centro di una macchia nera circondata da un anello perimetrale giallo oro), la macchia ocellare costituisce un carattere unitario; che la comparsa di un nuovo tipo di ocello è probabilmente dovuta a mutazione di un solo gene con effetti vistosi, mentre la sua evoluzione è controllata da più geni con piccoli effetti modificatori. Altre ricerche hanno mostrato che la formazione dei disegni alari deriva dall’esistenza di una soglia di reazione delle cellule epidermiche della pupa a un gradiente di concentrazione di molecole diffusibili prodotte dalle cellule focali che nell’adulto andranno a occupare il centro della macchia. Sono queste cellule focali il fattore d’ordine, l’organizzatore, della macchia ocellare; esse sono attive, producendo segnali, nelle prime 48 ore dello svilippo pupale; a questo stadio un loro danneggiamento determinerà un adulto senza macchie ocellari o con macchie più piccole.
→ Evoluzione. Plasticità del fenotipo