macchiaioli
Luci e ombre della natura
Come per gli impressionisti, il termine macchiaioli viene adottato dalla critica dell’Ottocento con intenti ironici, per indicare un gruppo di artisti che, invece di seguire le tecniche della tradizione, stendevano il colore tramite macchie
e violenti contrasti luminosi. I macchiaioli ritraggono la natura direttamente all’aria aperta, appuntando su taccuini e tavolette le impressioni che ricevono dal vero
Attorno al 1859 risale la nascita del movimento macchiaiolo, costituito da un gruppo di artisti che si riunisce in un locale di Firenze, il Caffè Michelangiolo in via Larga, l’odierna via Cavour.
Odoardo Borrani, Vito D’Ancona, Telemaco Signorini sono alcuni tra i più assidui animatori degli incontri al caffè, dove si discute di arte, di teorie, di rinnovamento della pittura contro i principi accademici, ma anche di politica. Gli artisti che saranno definiti macchiaioli, infatti, sono accomunati da un forte spirito patriottico, molti partecipano ai moti del 1848-49 e sposano, più tardi, la causa dell’unità d’Italia (1861, Risorgimento).
Ai giovani artisti che scambiano con ardore le loro opinioni al caffè giungono anche notizie dell’arte francese. In quest’epoca soggiornano infatti a Firenze pittori francesi come Edgar Degas ma anche italiani che hanno potuto viaggiare nelle principali capitali europee e soprattutto a Parigi: Domenico Morelli, Saverio Altamura e Serafino De Tivoli.
Quale innovazione propongono i macchiaioli? Come poco più tardi gli impressionisti (impressionismo), essi desiderano dedicarsi alla pittura all’aria aperta. Fino a quell’epoca, infatti, i quadri di paesaggio erano eseguiti in interno e sia la composizione, sia il colore risentivano delle regole stabilite dalle accademie: i colori non dovevano essere troppo accesi, e il quadro doveva avere un tono uniforme.
Un primo tentativo di sottrarsi a queste regole prestabilite si doveva, in Francia, ai pittori della scuola di Barbizon che, tuttavia, lavoravano ancora in studio.
I macchiaioli, invece, dipingono sotto il sole, direttamente sulla tela o sulla tavoletta: studiano i contrasti di luce e d’ombra, ossia il chiaroscuro, anche servendosi del ton gris («tono grigio»), un espediente che hanno appreso dalla pittura francese: il motivo da dipingere viene osservato riflesso in uno specchio nero, che esalta i contrasti tra parti chiare e parti scure eliminando la linea di contorno. Si passa quindi a una pittura di macchia, direttamente ispirata alle impressioni visive suscitate dalla realtà.
Anche prima di adottare questa tecnica pittorica nel dipingere dal vero, alcuni artisti come Cristiano Banti, D’Ancona, Vincenzo Cabianca, Antonio Puccinelli avevano utilizzato un metodo simile per i bozzetti di quadri in interno o di storia, genere prediletto fino alla metà dell’Ottocento.
Già durante l’estate del 1858 Signorini soggiorna in Liguria, dove l’intensità della luce mediterranea lo aiuta a sviluppare le nuove ricerche. Nel 1859, l’arrivo a Firenze da Roma di Nino Costa è fondamentale per l’arte di Giovanni Fattori che, ancora impegnato con i quadri di storia, farà propria una pittura estremamente luminosa in soggetti tratti dal vero. Sperimentazioni sistematiche si svolgono nel 1860 a Montelupo Fiorentino a opera di Signorini, Banti e Borrani e, poco più tardi (1861), aderisce al movimento macchiaiolo anche Silvestro Lega che, insieme a Signorini, lavora nella zona di Piagentina, nella campagna di Firenze, dedicandosi molto anche ai temi di figura. In questo luogo di ritrovo ben presto confluiscono anche Borrani, Giuseppe Abbati e Raffaello Sernesi. Si forma la cosiddetta scuola di Piagentina, contemporanea a quella di Castiglioncello, località sulla costa livornese dove il critico Diego Martelli ospita artisti come Fattori, Borrani, Abbati. Martelli, personaggio chiave della storia del movimento, si propone di valorizzare l’importanza della macchia e, grazie ai frequenti viaggi a Parigi, si impegnerà per mettere in contatto l’arte macchiaiola con quella contemporanea degli impressionisti.
Tutti gli artisti che aderiscono al movimento macchiaiolo subiranno col tempo evoluzioni stilistiche e ognuno elaborerà caratteristiche personali, senza tuttavia abbandonare la pittura dal vero.