DATTILOGRAFICHE, MACCHINE (XII, p. 401)
Storia (p. 401). - Le macchine da scrivere costruite fino alla metà del sec. XIX e oltre, comprese quelle di P. Foucauld (1849), dell'americano C. Thurber (1843), ecc., sono tutte fondate sullo stesso sistema, per cui ciascuna lettera viene a imprimersi in seguito a un movimento della tastiera. G. Ravizza (nato a Novara il 19 marzo 1811, morto a Livorno il 30 ottobre 1885) fu il primo a ideare una macchina con tastiera fissa e spostamento automatico del carrello, in senso longitudinale, e della carta, in senso verticale. Il Ravizza ottenne per il suo "cembalo scrivano, ossia macchina da scrivere a tasti" un brevetto sardo nel settembre 1855; l'apparecchio, presentato all'esposizione di Novara del 1856, vi conseguì una medaglia d'argento e altre distinzioni in esposizioni successive. Un modello, il n. 4, fu presentato a Milano, nel 1856, all'imperatore Francesco Giuseppe e un altro, il n. 10, a Vittorio Emanuele II a Novara, nel 1857. Sullo stesso principio della macchina del Ravizza sono costruite quelle degli americani E. Beach (1855), S. Francis (1856-57), ecc.
Ma già nel 1867 il Ravizza si era perfettamente reso conto di tutti gli svantaggi delle macchine a scrittura "cieca" e aveva ideato il modo di costruirne una a scrittura visibile; incoraggiato dai primi successi della macchina Remington, da lui veduta in Italia nel 1880, si rimetteva all'opera, e nel novembre 1882 aveva già costruito e il 26 gennaio 1883 brevettava il cembalo scrivano n. 16, primo modello di macchina a scrittura visibile (fig.1).
Tendenze e progressi recenti. - I modelli normali da ufficio mantengono sostanzialmente inalterate le loro caratteristiche e le modifiche apportate sono più che altro di carattere estetico (figg. 2 e 3). L'industria delle macchine dattilografiche si è sforzata di estenderne sempre più l'uso, e quindi di aumentare la produzione, sia con l'eliminare per quanto possibile gl'inconvenienti più spesso rimproverati a esse, sia col facilitarne l'adozione da parte di persone di ogni categoria sociale, sia col creare nuovi tipi che rispondessero sempre meglio all'organizzazione del lavoro d'ufficio.
1. Trasportabilità. - La maggiore leggerezza e, entro certi limiti, il minor costo delle macchine portatili ne facilitano l'adozione anche da parte di persone per le quali l'impiego della macchina da scrivere non rappresenterebbe una vera e propria necessità. Sempre allo stesso fine si nota una tendenza a conferire alle macchine anche un aspetto elegante e ad eseguire più modelli di macchine portatili, alcuni assai leggieri e quindi più adatti al trasporto (Hermes Baby, fig. 4) ed altri più completi (Olivetti MP. 2 modello 1938, fig. 5) che, pur mantenendo la caratteristica sostanziale di trasportabilità, permettono di eseguire un lavoro anche pesante con tutti i dispositivi di una macchina completa (tabulatore, frizione, ecc.).
2. Silenziosità. - Anche in questo campo, allo scopo di eliminare uno degli inconvenienti più gravi, specie in uffici dove parecchie macchine siano riunite nello stesso locale, si sono realizzati progressi abbastanza notevoli.
Perfezionamenti sono stati introdotti specie nella Underwood (1933), nella Remington, e nella tedesca Continental (1934; fig. 6).
3. Automatismo. - Lo scopo è di evitare la fatica dipendente dal funzionamento dei diversi dispositivi di una macchina per scrivere, specie là dove le necessità del lavoro d'ufficio o altre ne richiedano l'uso continuato. Nello stesso tempo si mira con ciò a rendere più facile l'adozione della macchina da parte di persone che non abbiano ancora acquistato l'abitudine di servirsene, e quindi l'allenamento fisico.
Un tipo recente di macchina automatica è quello della ditta americana Borroughs (1932).
4. Adattamento al lavoro d'ufficio. - Si cerca di rendere la macchina da scrivere sempre più conforme alle esigenze dell'organizzazione razionale del lavoro d'ufficio; e perciò si mira a ottenere che la macchina possa compiere anche calcoli e possa servire a usi di contabilità.
Come è stato detto, conviene distinguere le macchine da scrivere contabili e le macchine contabili propriamente dette.
Le prime, che servono all'esecuzione di lavori contabili sul principio del ricalco, sono sostanzialmente macchine per scrivere dotate di tabulatore decimale e di speciali dispositivi che permettono d'inserire nella macchina, o di toglierne, uno indipendentemente dall'altro, due o anche tre documenti, o gruppi di moduli. Di recente è stato realizzato un dispositivo per l'inserzione e l'immediato allineamento del secondo documento in modo automatico.
La maggior parte delle macchine di questo tipo sono macchine a rullo, uguali per la loro struttura alle macchine da scrivere. Le principali case costruttrici sono: in Italia, Olivetti (fig. 7); in Germania, A. E. G., Continental, Ideal, Mercedes, Triumph, Torpedo; in America, Remington (fig. 8), Underwood; in Svizzera, Ruf. Un solo tipo (Elliott-Fisher) è strutturalmente diverso dagli altri in quanto consente la scrittura su piano invece che su rullo.
Le macchine contabili propriamente dette, oltre a essere dotate della normale tastiera dattilografica, sono munite di elementi calcolatori. Servono all'esecuzione meccanica dei lavori strettamente contabili o simili. Sempre sul principio del ricalco, la macchina eseguisce la scritturazione sui varî documenti eseguendo le operazioni contemporaneamente alla scritturazione delle cifre. In tal modo, per i lavori di contabilità, la macchina calcola i saldi (sbilanci fra "Dare" e "Avere") e può dare totali dei movimenti di addebito e di accredito o per gruppo di conti o per periodi di tempo. Il campo di applicazione di queste macchine è relativamente vasto, potendo estendersi dalla contabilità generale, contabilità clienti, contabilità di magazzino, alla contabilità delle paghe, fatturazione in genere, emissione di quietanze, servizî esattoriali, ecc.
Le macchine contabili propriamente dette si possono dividere, nei riguardi del funzionamento, in due classi principali:
A) Macchine la cui parte fondamentale è la macchina da scrivere, alla quale sono stati aggiunti dispositivi per mezzo dei quali le cifre vengono calcolate mentre sono scritte.
In questa classe si possono poi distinguere due gruppi: macchine scriventi su rullo e macchine scriventi su piano.
Le macchine a rullo si possono ancora suddividere in due sottogruppi: a) macchine con elementi calcolatori mobili e b) macchine con elementi calcolatori fissi.
a) Tali macchine possono eseguire a mezzo di totalizzatori verticali somme e sottrazioni di cifre scritte su una stessa colonna. I totalizzatori essendo amovibili, vengono applicati in corrispondenza di qualsiasi numero di colonne, secondo il formulario sul quale si opera. I totalizzatori orizzontali (detti cross), che in questi tipi di macchine possono essere al massimo due, sommano e sottraggono cifre scritte in colonne diverse, oppure cifre scritte su una stessa colonna il cui totale deve essere indicato su altra colonna. I cross in alcuni tipi di macchine permettono la lettura positiva anche di cifre negative. Alcune di queste macchine hanno i movimenti parzialmente o totalmente azionati da motore elettrico. Case produttrici sono: in Italia, Olivetti; in Germania, Ideal, Mercedes Addelektra, Torpedo; in America, Remington, Smith Premier.
b) Le macchine a totalizzatori fissi sono rappresentate da un unico modello (Underwood Bookkeeping): eseguiscono come le altre conteggi orizzontali e verticali. Il numero dei totalizzatori è però limitato per ogni modello e può essere al massimo di sette. Recentemente è apparso il modello Underwood Universal, che, oltre agli elementi calcolatori fissi, è dotato di elementi totalizzatori mobili e amovibili per i conteggi in senso verticale.
Le macchine scriventi su piano sono munite come le precedenti di totalizzatori verticali e orizzontali. Tali sono i tipi: Elliott-Fisher (America) e Adler (Germania).
B) Macchine che risultano dalla combinazione di una addizionatrice e di una macchina da scrivere. Possono suddividersi in due gruppi: a) a tastiera numerica completa (81 tasti o più), e b) a tastiera numerica ridotta (10 tasti).
a) Al primo gruppo appartiene la National (ex Ellis: fig. 9: costruita in America, e in Francia sotto il nome di Sanders); è sostanzialmente una macchina addizionatrice multipla alla quale è stata aggiunta la tastiera dattilografica; può avere al massimo 6 totalizzatori tra orizzontali e verticali.
b) Al secondo gruppo appartiene la Burroughs Moon-Hopkins, di cui esiste anche un modello che ha tutte e quattro le operazioni (addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione), pur non permettendo la completa visibilità della scrittura (v. più sotto).
Nelle macchine appartenenti a questa classe i risultati dei conteggi non devono essere letti e trascritti, come avviene nelle macchine appartenenti alla prima classe, ma vengono automaticamente stampati.
Le macchine calcolatrici contabili eseguono, oltre ai conteggi di addizione e sottrazione, anche la moltiplicazione. Appartengono a questo tipo, in Germania, la Rheinmetall (fig. 10); in America, la Burroughs. Lo stesso risultato ottiene l'accoppiamento di una macchina da scrivere o di una macchina contabile con una calcolatrice automatica, che è sincronizzata elettricamente con la tastiera normale della macchina da scrivere o contabile. Una macchina di questo tipo è la Synchro-Madas.
5. Potenziamento e sviluppo delle macchine da scrivere destinate a usi speciali. - Naturalmentc, la varietà dei tipi è grandissima. La macchina più caratteristica è senza dubbio la Varityper (fig. 11) che è il risultato del perfezionamento dell'antica macchina Hammond. Tale macchina, oggi completamente elettrica, ha la speciale caratteristica di portare i caratteri sopra una piastrina mobile e facilmente sostituibile. Ne risulta la possibilità di cambiare rapidamente il tipo di carattere o alfabeto usato, il che è assai importante per gli studî linguistici e per le relazioni internazionali. La stessa macchina può variare di spaziatura e d'interlineatura con la massima facilità, servendo così a eleganti lavori di duplicazione.
La macchina più interessante, che potrà avere maggiore sviluppo avvenire, è costituita dalla macchina per stenografare (v: stenografia: La stenografia meccanica, XXXII, p. 708).
Le macchine criptografiche consentono di trasmettere e ricevere i messaggi cifrati ottenendo simultaneamente la trasformazione dello scritto.
Per le macchine telestampanti, v. telegrafo, XXXIII, p. 427.