Vedi MACEDONIA dell'anno: 1961 - 1973 - 1995
MACEDONIA
Provincia romana. - La M. fu tra le prime regioni del futuro Impero a ricevere un ordinamento provinciale; ciò accadde nel 146 a. C., dopo l'annientamento della rivolta dello Pseudo-Filippo e la conseguente soppressione delle quattro repubbliche indipendenti create dai Romani nel 168 a. C., dopo la vittoria su Perseo a Pidna.
L'avvento del dominio diretto dei Romani provocò il rifiorire dell'economia fondiaria, la riapertura delle miniere di oro e di argento, la maggiore valorizzazione delle miniere di rame e di ferro, e indirizzò i commerci verso nuovi sbocchi: tuttavia questa fonte principalissima di ricchezza della provincia macedone si sviluppò appieno solo con la pacificazione seguita ad Augusto, quando la via Egnatia, partendo dal grande scalo di Dyrrhachium (la colonia corcirese di Epidamnus, Durazzo) valicava le catene del Candavia (Shpatit), del Barnus (Baba) e del Bernius (Bermion) e scendeva a Tessalonica, donde seguitava per Bisanzio. Allora veramente lungo questa via, e dalle vie afferenti che risalivano dalla costa adriatica (Apollonia, Valona) per le valli dell'Apsus (Seman) e dell'Aous (Voiussa), dalla Tessaglia per la valle del Peneo e dal Sinus Thermaicus per le gole dell'Aliacmon e dell'Axius (Wardar) - asse di comunicazione col centro della penisola balcanica -, si mosse la maggior parte del traffico tra l'Italia e l'Oriente.
Pertanto la conquista romana del 146 a. C. segnò l'inizio della progressiva dilatazione dei confini della provincia, dapprima mantenuti entro i limiti dell'antico regno macedonico. Sotto la giurisdizione del governatore e comandante militare - un pretore o un propretore - residente a Salonicco, passarono volta a volta le regioni dell'Illiria, della Mesia e della Tracia in cui si spingevano le unità romane nel tentativo di respingere le popolazioni balcaniche. Successivamente Mitridate riuscì a impossessarsi della provincia, donde fu cacciato da Silla (85 a. C.): allora, e fino alla sistemazione augustea, la provincia toccò la maggiore espansione sino a tutto il Danubio, foci comprese, la costa adriatica e il mare Egeo. L'Epiro e l'Acaia ne facevano parte già dall'inizio. L'attività delle comunicazioni e gli interessi politici e militari che i Romani rivolsero al territorio macedone in occasione delle guerre pontiche, e poi delle guerre civili contro Pompeo, i cesaricidi e Antonio, contribuirono alla romanizzazione del paese, anche se ne depauperarono temporaneamente le risorse.
L'anno 27 a. C., quando si creò la provincia autonoma dell'Acaia, seguì l'inizio di una lunga èra pacifica per la M., che fu da allora ricondotta entro i confini dell'antico regno. La provincia fu lasciata all'amministrazione senatoria, fuor che tra il 15 e il 44 d. C. Claudio, restituendola al senato, ristabilì altresì le antiche zecche macedoniche. L'Aous costituì il confine della provincia verso l'Epiro, continuato dalla catena del Pindo e poi dal corso dello Spercheo, sino a comprendere - anche se forse non continuativamente - tutta la Tessaglia. Nel mare Egeo l'isola di Taso apparteneva alla provincia macedonica. Il confine con la Tracia fu segnato dal corso del Nestus (Nestos), quello con la Mesia Superiore dai monti della Paconia, oltre il corso dell'Astibus (Bregahnica), e da parte del corso medio dell'Axius a monte di Stobi, quello con l'Illiria dal massiccio della Dardania e poi dal corso medio e basso del Drilo (Drin).
La popolazione si addensava nelle città della Tessaglia (Larisa, Crannon, Tricca, Pharsalus, Pherae, Pagasae), e nelle antichissime e doviziose apoichìe e cleruchìe della Calcidica (Cassandrea, Amphipolis, Olynthus, Dion). Questa parte della provincia era popolata prevalentemente da genti di lingua, tradizione e cultura greche: queste si riunivano in due diversi koinà ove celebravano il culto imperiale: uno per la Tessaglia, Larisa e uno per la Calcidica e la costa tracia a Beroea. Alle città greche fu comunque lasciato l'ordinamento tradizionale, e furono concesse - specialmente a Tessalonica, la capitale - numerose immunità. Un larvato processo di municipalizzazione fu condotto dai Romani nei confronti delle città greco-macedoni dell'interno: Pella, Stobi, Philippi ma le popolazioni abitanti nelle cupe valli balcaniche mantennero a lungo una struttura tribale. La cittadinanza romana fu concessa con singolare larghezza.
La colonizzazione mediante veterani vi fu praticata in due fasi: da parte dei triumviri, subito prima della battaglia di Filippi, a Cassandrea, e nella stessa Filippi subito dopo la battaglia. Più consistentemente Augusto rinnovò queste colonie dopo la battaglia di Azio, inviando veterani anche a Byllis, a Dion, a Dyrrachium - ove accanto alla colonia romana continuò a sussistere la comunità greca di Epidamnus - e a Pella. Contribuirono notevolmente alla romanizzazione della provincia le grosse aliquote fondiarie - organizzate in efficienti fattorie - possedute da famiglie romane ed italiche, ed il cospicuo contingente militare fornito dalla M. alle coorti pretorie.
Nella metà del III sec., con l'invasione dei Goti e la soppressione delle zecche, ebbe termine il periodo fiorente della M. romana. La tetrarchia staccò la Tessaglia, costituita in provincia autonoma, e il litorale adriatico attribuito alla Epirus nova, e divise il restante in due province minori: M. prima a oriente, M. secunda a occidente, governate ciascuna da un consularis. Tutte queste circoscrizioni furono sottoposte alla dioecesis Moesiarum.
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(G. C. Susini)
Personificazione. - Una prima figurazione del genio della M. appare su una moneta di C. Antonio del 43 a. C.: la testa del genio è coperta dalla causia, copricapo nazionale macedone. Frequente la personificazione della M. nelle monete adriane e come figura femminile indossante un chitone, causia e stivali, una patera nella destra ed un frustino nella sinistra. Una figurazione simile al tipo della M. si ha sulla base di Pozzuoli al Museo Nazionale di Napoli, in cui all'estrema destra è una figura con causia, corto chitone, clamide ed alti stivali raffigurante l'Hyrcania: si pensa che l'Hyrcania, colonizzata dai Macedoni, abbia fornito il modello per la figurazione della Macedonia. Una raffigurazione di M. appare in un medaglione del mosaico di Birecik (Turchia) a Berlino.
Bibl.: J. M. C. Toynbee, The Hadrianic School, Cambridge 1934, p. 122; Mattingly-Sydenham, The Roman Imperial Coinage, II, pp. 454, 455, nn. 895, 896; p. 378, n. 329; p. 466, nn. 959, 960. Mosaico di Birecik: G. Jatta, Le rappresentazioni figurate delle provincie romane, Roma 1908, fig. 4.
(L. Rocchetti)