machiavellismo
Termine entrato nell’uso per un’interpretazione polemica del pensiero di N. Machiavelli da parte di scrittori politici, da T. Campanella a P. Bayle: indica quell’utilitarismo, nel modo di governo, che sacrifica ogni istanza morale, non disdegnando di servirsi dei più subdoli e violenti espedienti, pur di ottenere successo. Nato con riferimento al Principe, l’opera di Machiavelli di gran lunga più nota, e in particolare ai capitoli XV-XVIII, il termine si è mantenuto anche dopo che il vero pensiero di Machiavelli fu posto in luce, e fu chiarito che egli non aveva fatto altro che rappresentare la politica nella sua realtà effettuale, senza volere con questo fornire ai governanti un ricettario di massime pratiche. Si è parlato e si parla di m. con riferimento ad atteggiamenti politici anteriori e posteriori a Machiavelli.