Sennett, Mack
Nome d'arte di Michael Sinnott, attore, regista e produttore cinematografico canadese, nato a Denville (Québec) il 17 gennaio 1880 e morto a Hollywood il 5 novembre 1960. Fu il grande interprete dell'umorismo popolare della slapstick comedy. Definito da Theodor Dreiser "un maestro nell'interpretare i rozzi, originari impulsi del torbido, dell'ottuso, del debole di carattere, del fallito, del clown, dello zotico, del codardo, del bullo" (cit. in Turconi 1961, p. 87), S. seppe servirsi appieno delle tecniche narrative dell'epoca ma anche inventarne di nuove per liberare il film comico dall'impostazione teatrale, statica, allora prevalente e creare un mondo caotico, surreale, insensato, in cui l'unica logica riconosciuta è quella dei tempi della comicità nell'incessante susseguirsi delle gag. Membro della giuria dell'Academy, nel 1932 fu premiato con un Oscar per il cortometraggio Wrestling swordfish; successivamente, nel 1938 gli venne assegnato un Oscar onorario per il suo importante contributo allo sviluppo della tecnica del film comico.
Figlio di immigrati irlandesi, all'età di 17 anni si trasferì con la famiglia nel Connecticut, dove lavorò come operaio. Nel 1902 partì per New York con l'obiettivo di diventare cantante lirico: esordì, invece, seguendo un consiglio poco incoraggiante dell'impresario David Belasco, negli spettacoli di burlesque, in ruoli da clown e comic cop, ma comparendo anche in alcune commedie musicali. Considerato lo scarso successo ottenuto, nel 1908 tentò la strada del cinema ed entrò come attore e poi regista alla Biograph Company, dove divenne nel 1910 il responsabile del settore comico e dove, come scrive nell'autobiografia (intitolata King of comedy, 1954), imparò da David W. Griffith a montare 'in modo chiaro'. Ma poiché Griffith non sempre apprezzava le sue trovate comiche, S. nel 1912 decise di investire il suo enorme talento nella Keystone Film Company, di cui divenne direttore generale nonché principale ispiratore: da questo momento interpretò, diresse o supervisionò, con il solo obiettivo di divertire 'per far soldi', centinaia di comiche a basso costo, che la critica dell'epoca giudicava puerili e talvolta di imperdonabile volgarità, ma irresistibili 'per una certa classe di spettatori' (cfr. "Moving picture world", 1913, 6, p. 598). Il successo com-merciale dei prodotti della Keystone fu enorme, ma nel 1915 la casa di produzione venne assorbita dalla Triangle Film Corporation. S. accettò la carica di vicepresidente della società (insieme a Griffith e Thomas Ince), ma due anni dopo scelse di passare alla Paramount realizzando film per quest'ultima con il nuovo marchio Mack Sennett Comedies. Nel 1914 aveva diretto il primo lungometraggio, Tillie's punctured romance (Il fortunoso romanzo di Tillie o Il romanzo di Tillie), con Marie Dressler, Charlie Chaplin e Mabel Normand, seguito nel 1921 da Molly O' (Un sogno a sedici anni) e dalla produzione e supervisione di Mickey (1918), Suzanna (1923; Susanna) e di alcuni altri film diretti da Richard Jones, caratterizzati dal tentativo di fondere gli elementi tipici della slapstick con la narrazione drammatico-sentimentale. Di fatto S., pur continuando a lavorare sino alla fine degli anni Quaranta con diverse case di produzione (produsse i film di debutto di Bing Crosby) e sperimentando anche nuovi processi di colorazione della pellicola, a partire dagli anni Venti, ma soprattutto dall'avvento del sonoro, vide concludersi la sua stagione d'oro.
Spesso privi di copione e ispirati agli spettacoli di burlesque, i film di S. sono per lo più parodie del genere drammatico, cui proprio il suo maestro Griffith aveva dato un'espressione cinematografica compiuta. In essi non solo la tragicità degli eventi risulta esasperata fino al grottesco (in Their first execution, 1913, viene addirittura rappresentata un'esecuzione capitale su una sedia elettrica mal funzionante), ma tutti gli ideali e i valori più alti, dal patriottismo all'eroismo, dal denaro alla famiglia, appaiono sistematicamente derisi. Il 'crollo della dignità' ne costituisce infatti il meccanismo principale: le vittime preferenziali sono i rappresentanti dell'ordine (i famosi Keyston cops), della legge, della Chiesa, i veterani di guerra o i membri di quell'upper class tanto restia a entrare nelle sale cinematografiche, mentre i set ideali, anche perché gratuiti, sono le cerimonie ufficiali, gli incontri sportivi, le parate. E se fondamentali risultano gli interpreti per la loro capacità di introdurre l'anarchia in questa America provinciale e conservatrice con il ritmo esasperato delle loro classiche gag, altrettanto essenziale appare il ruolo del montaggio che, imprimendo un andamento vertiginoso alla costruzione narrativa, crea un mondo in cui risultano stravolte le leggi spazio-temporali della fisica e tutto può accadere. Proprio per questa sua capacità di ideare cinematograficamente un universo di fantasia privo di regole, S. viene considerato il primo ad aver dato al film comico un'espressione artistica. Ma il ritmo parossistico delle sue comiche lascia poco spazio all'approfondimento della trama e alla definizione psicologica dei personaggi, che sono necessariamente stereotipi, quasi clown, immediatamente riconoscibili dal pubblico. Anche per questo motivo i numerosi, spesso eccezionali attori da lui scoperti (tra i quali Charlie Chaplin, Fatty Arbuckle, Gloria Swanson) non divennero mai grandi divi o lo divennero altrove e il suo stile, non del tutto adeguato al lungometraggio, non resse il passaggio al sonoro.
G. Fowler, Father goose, the story of Mack Sennett, New York 1934.
D. Turconi, Mack Sennett, il 're delle comiche', Roma 1961.
K.C. Lahue, Mack Sennett's Keystone: the man, the myth, and the comedies, South Brunswick 1971.
D. Brown, Mack made movies, Brookfield 2003.
S. Louvish, Keystone, London 2003.