MACROCOSMO e MICROCOSMO
. L'origine di questi termini filosofici è, essenzialmente, platonico-aristotelica: Platone chiama il mondo μακράνϑρωπος ("grande, vasto uomo", da μακρός e ἄνϑωπος) e Aristotele contrappone il μέγας κόσμος ("grande mondo") al μικρὸς κόσμος (piccolo mondo"). Naturalmente, dei due termini riferentisi al concetto di cosmo, originario è quello di "microcosmo", esprimente l'idea dell'uomo come in sé organizzato in forma non dissimile da quella dell'universo, e quindi esso stesso "piccolo universo": e la definizione dell'ἄνϑρωπος come μικρὸς κόσμος sembra sia stata data per la prima volta da Democrito (fr. B 34 Diels). Contrapposto all'uomo come "microcosmo", il mondo reale doveva assumere di conseguenza il nome di "megacosmo" o "macrocosmo". Ma l'idea di una simile corrispondenza organica fra l'uomo e il mondo è anche più antica della formula che poi propriamente la espresse. Già Anassimene, nel sec. VI a. C., considera l'aria come principio animatore dell'universo, proprio concependo quest'ultimo, mercé un'analogia con l'organismo umano, animato dal soffio vitale del respiro; ed Empedocle vede nell'uomo una sintesi di tutti gli elementi che compongono l'universo. L'idea ritorna, naturalmente, in ogni concezione filosofica che insista sulla fondamentale parentela dell'uomo con l'universo; come per Platone lo stato è il macrocosmo in cui la giustizia si attua con le stesse condizioni e modalità che regolano la sua esistenza nel microcosmo dell'anima umana, così per lo stoicismo l'uomo è composto di ragione e di passione allo stesso modo che il mondo di spirito e di materia. Attraverso il neoplatonismo, e particolarmente per opera di Boezio, il concetto e la formula passano al pensiero medievale (Bernardo Silvestre scrive addirittura un'opera De mundi universitate sive megacosmus et microcosmus), e da questo a quello del Rinascimento, la cui parallela rivalutazione del mondo umano e di quello naturale è particolarmente adatta ad accoglierli. Nell'età moderna, per quanto il concetto dell'analogia fra l'uomo e il mondo sia stato più volte speculativamente ripreso, l'antica formulazione perde importanza tecnica: tra i pensatori che ancora se ne valgono può essere ricordato R.H. Lotze, che intitola Mikrokosmos la sua principale opera filosofica.
Storia delle religioni. - La concezione d'una corrispondenza tra ciò che si verifica nel più vasto mondo della natura e nel più piccolo mondo dell'uomo si ritrova anche nella mentalità primitiva, che ammette l'esistenza di una misteriosa, magica corrispondenza e concatenazione o "simpatia" (per usare il termine degli stoici) fra quei due mondi e quindi la possibilità di un'azione o influenza dell'uno sull'altro, o viceversa. Cioè, da un lato i moti degli astri possono influire sull'andamento delle cose umane (v. astrologia), e dall'altro gli avvenimenti della vita umana - in particolare di quegl'individui che sono ritenuti accogliere in sé maggior copia di sacralità e vengono pertanto considerati più importanti per la vita dell'intero gruppo: il re, il fattucchiere - fanno risentire il loro effetto sui fenomeni della natura, specie quelli da cui dipende poi nuovamente il benessere del gruppo stesso. Queste e altre simili credenze sopravvivono variamente attenuate o modificate anche in ambienti di civiltà progredita e nelle credenze popolari dei popoli più civili. Così l'astrologia ebbe un incremento assai cospicuo in Babilonia; nell'antica Cina l'ideale della saggezza e del buon governo consisteva nella conformità delle azioni umane al grande principio cosmico universale, il tao. In quest'ordine di credenze rientrano sotto un certo rispetto anche i miti cosmogonici, come quelli relativi a giganti (l'indiano Purusha, il germanico Ymir, ecc.) che col loro corpo smisurato dànno origine al mondo e alle sue varie parti e anche cosmogonie più complesse, come quella del manicheismo.
Bibl.: A. Meyer, Wesen und Geschichte der Theorie vom Makrokosmos und Mikroskosmos, 1900. Ricca serie d'indicazioni bibliograf. per la storia dei due termini in R. Eisler, Wörterbuch der philosophischen Begriffe, 4ª ed., II, Berlino 1929, pp. 145-47; A. Bertholet, in Die Relig. in Gesch. und Gegenwart, Tubinga 1929.