macrofenomeno
(macro-fenomeno), s. m. Fenomeno di grande portata.
• [Angelo] Panebianco propone «L’automa e lo spirito ‒ Azioni individuali, istituzioni, imprese collettive», un saggio tutt’altro che divulgativo, il cui titolo deriva da Blaise Pascal. Si tratta di un tentativo molto rigoroso di esplorare il percorso che dai «microfenomeni», legati all’azione del singolo individuo o di piccoli gruppi con una precisa base locale, porta ai «macrofenomeni», ossia agli scenari e ai comportamenti collettivi che siamo abituati a definire come Stato, nazione, istituzione o impresa economica. (Stefano Folli, Sole 24 Ore, 21 giugno 2009, p. 41, Economia e società) • Che i sogni della città siano rimasti nel cassetto è certamente vero, [Milano] non è riuscita a diventare quella metropoli del terziario europeo che avrebbe potuto essere ma oggi più che recriminare conviene tentare di riscrivere la mappa delle relazioni socio-economiche, collocare la città dentro il «suo» Nord, operare un bilancio meditato del grado di internazionalizzazione, capire come si può affrontare il macro-fenomeno del pendolarismo giornaliero. (Dario Di Vico, Corriere della sera, 13 maggio 2011, p. 55, Idee & opinioni) • Sono tre i macro-fenomeni che stanno lacerando la modernità (o per essere più precisi, la post-modernità): la violenza terroristica, l’immigrazione incontrollabile, la destrutturazione del matrimonio e della famiglia. (Francesco D’Agostino, Avvenire, 24 marzo 2016, p. 1, Prima pagina).
- Composto dal confisso macro- aggiunto al s. m. fenomeno.
- Già attestato nella Stampa del 27 giugno 1977, p. 3 (Maria Adele Teodori).