MACRONE (Μάκρων)
Ceramista attico del periodo a figure rosse di stile severo. Il suo nome, seguito dalla voce verbale ἔγραψεν, appare su uno scifo che reca altresì la firma di Gerone (v.), come padrone di officina. Lo scifo proviene da Suessula ed è ora nel museo di Boston.
Da un lato è il rapimento di Elena da parte di Alessandro, dall'altro l'inseguimento, pure di Elena, per parte di Menelao nella notte della distruzione di Ilio. Il vaso è un capolavoro: accanto all'esecuzione, encomiabile nella sua accuratezza arcaica, sì da rammentare le squisite sculture dell'Acropoli di Atene, specialmente le kórai, anteriori al 480 a. C., è da ammirare l'espressione, composta, ma limpida, dell'animo.
M. evidentemente è stato il pittore principale dell'officina di Gerone e parecchie delle opere, da questo firmate come fabbricante, sono dovute al suo pennello. Così la bellissima tazza vulcente, ora al museo di Berlino, con sull'esterno la scena della sfrenata orgia dionisiaca di undici menadi attorno al simulacro di Dioniso.
J. D. Beazley ascrive a M. ben 162 vasi, di cui 150 tazze, 3 scifi, un piatto, una pisside, un askós, uno stamno, cinque crateri a colonnette; vi aggiunge 32 vasi della scuola di M. e 3 della maniera di M. Ma non tutti questi vasi possono essere attribuiti a M.
M., accuratissimo disegnatore, è un narratore leggiadro, che non s'innalza alla grandiosità epica di Eufronio e a quella tragica di Brigo, pur spiccando per la sua valentia nella schiera dei ceramisti di stile severo.
Bibl.: J. D. Beazley, Attische Vasenmaler des rothfigurigen Stils, Tubinga 1925, p. 211 segg.; P. Ducati, Storia della ceramica greca, Firenze 1923, p. 311 segg.; J.C. Hoppin, A handbook of Attic red-figured vases, Cambridge 1919, p. 38 segg.; F. Leonard, Über einige Vasen aus der Werkstatt des Hieron, Greifswald 1912; G. Perrot e Ch. Chipiez, Histoire de l'art dans l'antiquité, X, Parigi 1914, p. 473 segg.; E. Pfuhl, Malerei und Zeichnung der Griechen, Monaco 1923, I, p. 467 segg.