MACRURI (dal gr. ηαχρός "grande" e οὐρά "coda" per l'addome bene sviluppato; lat. scient. Macrura)
Sottordine di Crostacei (v.) Decapodi che, insieme con quelli dei Brachiuri (v.) e degli Anomuri (v.) suddivide l'ordine dei Decapodi, nella classificazione proposta da H. Milne Edwards nel 1831-34. Invece in quelle del Boas del 1880 e del Borradaile del 1907 - forse ora più usate, ma non meno esenti da critiche - i Macruri sono in parte inclusi nel sottordine Natantia, in parte in quello Reptantia, che comprende anche gli Anomuri e i Brachiuri. Il Bouvier nel 1917, pur attenendosi alla tradizionale ripartizione del Milne Edwards, adotta per i Macruri i termini proposti dal Boas e li suddivide in Macruri natanti e Macruri rettanti.
I caratteri che distinguono i Macruri in genere dagli altri Decapodi sono i seguenti: corpo allungato con cefalotorace sempre più corto dell'addome, quest'ultimo lungo e muscoloso, compresso ai lati e arcuato, oppure depresso e disteso indietro, non ripiegato sotto il cefalotorace, in ogni caso provvisto di ampia natatoia codale, formata dai pleopodi (uropodi) del 6° segmento e dal. telson. Durante lo sviluppo, i Macruri presentano uno stadio schizopode o di mysis, nel quale i piedi toracici, eccetto talora i posteriori, sono provvisti di esopoditi atti al nuoto. A questi caratteri differenziali si possono aggiungere i seguenti, che senza essere invariabilmente costanti contribuiscono a distinguere questo importante sottordine: lo scudo è di solito prolungato in un rostro o in una spina e per lo più ricopre il segmento oculare; gli sterniti toracici sono stretti, le pleure dei segmenti addominali, dopo il primo, sono bene sviluppate, il peduncolo delle antennule è in genere rigido, quello delle antenne è mobile e provvisto d'un esopodite a squamma o spiniforme; il 3° massillipede è lungo e pediforme.
I Macruri costituiscono un gruppo di più centinaia di specie, fra le quali sono ben note per la loro importanza economica le aragoste, gli scampi, varî gamberi di mare e gamberelli. Nella grande maggioranza sono forme marine e, eccettuati i Sergestidi, alcuni Pasifeidi che sono planctobî durante tutta la vita, tutte le altre, pur avendo le loro larve viventi nel plancton per un periodo più o meno lungo (il che ci dà ragione della loro vasta dispersione per l'azione delle correnti marine), sono bentoniche, litorali o sublitorali, mentre prediligono fondi maggiori o abissali gli Aristeini, gli Acantefiridi, i Nematocarcinidi, i Glifocrangonidi, gli Erionidi, e altri. Caratterizzano invece la fauna d'acqua dolce, pur avendo un'origine marina, numerosi Atiidi e Palemonidi delle regioni intertropicali, inoltre tutti gli Astacidi, che sono limitati all'emisfero settentrionale in aree discontinue, e tutti i Parastacidi, che sono proprî dell'emisfero australe, escluso il continente africano ma non Madagascar. Sono infine rappresentanti della fauna ipogea con conseguente riduzione dell'organo visivo: Troglocaris, Palaemonias, Typhlocaris e altri.
Tra i Macruri si hanno non pochi esempi d'inquilinismo negli Alfeidi, Pontoniini e altri con Spugne, Echinodermi, Molluschi e Ascidie; singolarissimo è quello dei due sessi di Spongicola venusta De Haan, che a coppie penetrano da giovani nelle Euplectella, il cui scheletro siliceo è come una nassa naturale, che li trattiene prigionieri per tutta la vita. In alcuni Pontoniini, come Coralliocaris e Paratypton che producono galle e cisti in Corallarî, si ha un semiparassitismo.
Forme fossili di Peneidi risalgono al Triassico e si mostrano più abbondanti nel Giurassico, nel quale compaiono anche Caridei di tipo marino, mentre quelli di acqua dolce rivelano resti nel Miocenico. Interessanti fra i Macruri rettanti sono gli Erionidei di cui le poche forme attuali sono tutto quanto avanza di un gruppo dominante nel Mesozoico, al quale appartengono tutti i Glifeidi, ora estinti e supposti precursori degli Scillaridi, forme indubbie dei quali appartengono al Cretacico.
Classificazione. - I. Macrura Natantia. - Corpo compresso lateralmente;. il 1° segmento addominale è bene sviluppato in tutte le sue parti; nei pereopodi l'articolazione carpo-propodale ha un solo punto fisso, onde è mobile in tutti i sensi.
1ª tribù: Penaeidea. - Le pleure del primo segmento addominale ricoprono in parte quelle del secondo; gli endopoditi dei pleopodi anteriori nei maschi formano un complicato organo copulatore detto petasma o andrico: nelle femmine tali endopoditi sono rudimentali, ma sugli sterniti toracici si hanno caratteristici rilievi che costituiscono il telico. Fam. Penaeidae. Pereopodi del 1°-3° paio forniti di chele, i due seguenti normalmente sviluppati. Questa famiglia si ripartisce in 3 sottofamiglie: Aristeinae, forme nectoniche e di fondo; generi Aristeus Duv. Aristeomorpha Bate, Benthesicimus Bate e altri, cui il Bouvier aggiunge il pelagico Cerataspis Gray; sottofam. Penaeinae, forme litorali e di fondo; generi Penaeus Fab. Solenocera Luc., Haliporus Sp. B. e altri; il genere Sicyonia M. Ed. dà il nome alla 3ª sottofamiglia. Fam. Sergestidae. Pereopodi dell'ultimo e penultimo paio ridotti o mancanti: forme tipicamente pelagiche; generi Sergestes M. Edw., Lucifer M. Edw.; Amphion M. Edw. è probabilmente forma larvale.
2ª tribù: Caridea. - Il 3° paio di pereopodi è sempre privo di chele, manca pure il petasma sul 1° pleopodo nei maschi, la tribù comprende molte famiglie e un gran numero di generi, fra essi si ricordano: Fam. Pasiphaeidae, forme pelagiche, litorali o di fondo; genere Pasiphaea Sav. e altri. Fam. Acanthephyridae, forme di mare profondo, talora con occhi ridotti e organi luminosi; genere Hoplophorus M. Edw., Acanthephyra M. Edw. e altri. Fam. Atyidae, forme dulciacquicole; generi Atya Leach, Caridina M. Edw., Troglocaris Dorm., quest'ultimo ipogeo. Fam. Pandalidae, macruri marini litorali, talora di fondo; generi Pandalus Leach, Chlorotocus Kemp., Heterocarpus M. Edw. I componenti la fam. Alpheidae hanno le chele del 1° paio di pereopodi spesso asimmetriche; sono forme litorali, numerose nei mari intertropicali; generi Alpheus Fab., Athanas Leach e altri. Fam. Hippolytidae con i generi Hippolyte Leach, Lysmata Risso marini, per lo più litorali; assai numerosi sono i componenti la fam. Palaemonidae che viene suddivisa in diverse sottofamiglie e comprende macruri marini, di acqua salmastra e dolce; generi Palaemon Fab., Palaemonetes Hell., Typhlocaris Calm. ipogeo, Pontonia Lat., Typton Costa, Anchistus Borr. e altri. Fam. Glyphocrangonidae col genere Glyphocrangon M. Edw. che è di mare profondo e diffuso in tutti gli oceani; infine la fam. Crangonidae con diversi generi fra i quali Crangon Fab. diffuso nei mari temperati e freddi e conta specie eduli.
3ª tribù: Stenopidea. - Comprende la sola fam. Stenopidae con i generi Stenopus Latr., Spongicola de Haan e pochi altri.
II. Macrura Reptantia. - Corpo non compresso lateralmente e col primo segmento addominale ridotto nella parte epimerale; l'articolazione carpo-propodale ha due punti fissi donde la sua mobilità è meno ampia. Come la precedente, questa divisione comprende 3 tribù.
1ª tribù: Palinura. - Addome disteso, con pleure bene sviluppate e larga natatoia codale; scudo fuso ai lati con l'epistoma, rostro piccolo o mancante; pleopodi con appendice interna almeno nelle femmine. Fam. Eryonidae: forme cieche, di mare profondo o abissali con corpo depresso, tegumento coriaceo o poco calcificato, pereopodi del 1°-4° paio chelati; genere Polycheles Hell. con numerose specie dell'Atlantico, dell'Indiano e del Pacifico: P. typhlos Hell. si trova anche nel Mediterraneo. Fam. Palinuridae: tegumenti corazzati, pereopodi del 1° paio talora subchelati, i tre seguenti unguicolati; con il genere Palinurus Fab., che contiene le comuni aragoste, e altri. Fam. Scyllaridae, corpo tozzo, antenne corte e appiattite; forme sedentarie; i generi Scyllarus Fab. e Ibacus Leach contengono le specie note con i nomi volgari di Magnosa e Magnosella.
2ª tribù: Homaridea (Astacura, Nephropsidea). - Scudo non fuso ai lati con l'epistoma, rostro bene sviluppato, pleopodi senza appendice interna. Fam. Homaridae; forme marine con diversi generi fra i quali: Homarus M. Edw. con H. vulgaris M. Edw. detto Lupicante o Astice e Nephrops Leach del quale il N. norvegicus (L.) è detto Scampo; entrambe queste specie sono comuni nel Mediterraneo. Fam. Astacidae (Potamobiidae): forme d'acqua dolce con i generi: Astacus Fab. cui appartengono i comuni gamberi di fiume diffusi nell'Europa, Asia occidentale e America settentrionale e occidentale; Cambarus Erichs. è dell'America Settentrionale, Cambaroides Fax. dell'Asia orientale. Fam. Parastacidae, gamberi d'acqua dolce limitati all'emisfero australe; generi Parastacus Huxl., Astacopsis Huxl., Astacoides Guér., il primo dell'America Meridionale australiano il secondo, l'ultimo di Madagascar.
3ª tribù: Thalassinidea. - Scudo subcilindrico, non fuso con l'epistoma, epimeri dei segmenti addominali ridotti e non imbricati. Questi crostacei sono da alcuni studiosi inclusi fra gli Anomuri, ma per la loro stretta parentela con gli Homaridea è più logico avvicinarli a questi ultimi. I Talassinidi sono crostacei marini e bentonici, si suddividono in diverse famiglie fra le quali si ricordano: Fam. Axidae con i generi Axius Leach e Calocaris Bell.; fam. Callianassidae con i generi Callianassa Leach e Upogebia, tutti viventi nel Mediterraneo; e infine la fam. Thalassinidae con il solo genere Thalassina Latr. degli oceani Indiano e Pacifico. (V. tavole a colori).