Vedi MADABA dell'anno: 1961 - 1995
MADABA
Città nel paese di Moab, assegnata alla tribù di Ruben (Num., xxi, 30), fu strappata a Israele da Mesha, re di Moab (Isaia, xv, 2). In epoca ellenistica, M. fu occupata dai Nabatei e rimase abitata da costoro per un lungo periodo. Nel 106 divenne parte della romana Arabia. Ben presto vi penetrò il cristianesimo e nell'epoca bizantina conobbe una bella fioritura delle arti, soprattutto dei mosaici, mentre era vescovo Sergio (578-608).
Il principale monumento di questo periodo, al quale M. deve la sua fama, è la carta geografica a mosaico della Terra Santa, che può essere attribuita alla seconda metà del VI secolo. Tale carta si trova sul pavimento d'una chiesa e fu scoperta nel 1884, ma parte di essa venne distrutta nel 1896, durante l'erezione di una nuova chiesa. Originariamente doveva comprendere la zona da Biblo, Hamat e Damasco al N, al Monte Sinai e Tebe al S, col Mediterraneo ad O e Bostra e Petra ad E. Formava quindi un rettangolo, di circa 22 m per 7, che copriva il transetto della chiesa tra la schola cantorum e le navate. A parte alcuni piccoli frammenti, quel che rimane oggi della carta misura m 10 per 5, e si estende da Neapolis alla foce del Nilo. Centro e punto focale della carta era la Città Santa, Gerusalemme; si trattava essenzialmente di una carta stradale, a cui erano state aggiunte scenette di città visitate da pellegrini. La rappresentazione delle città è fatta secondo una convenzione particolare (ellenistica): le città infatti sono viste dall'alto e dal lato O; avviene così che le pareti orientali siano viste dall'interno e quelle occidentali appaiano dall'esterno. Inoltre gli edifici delle città sono rovesciati parte verso S e parte verso N, così che ne rimanga sempre visibile la facciata. La rappresentazione delle città è realistica e ci fornisce alcune informazioni preziose sull'aspetto esterno di alcuni famosi edifici, come ad esempio la chiesa dell'Anastasis. Le leggende che spiegano le varie rappresentazioni di città o altri luoghi, sono per lo più tratte dall'Onomasticon di Eusebio, con lievi varianti e con l'aggiunta dei luoghi di pellegrinaggio più frequentati all'epoca bizantina. Per le zone in cui le località tratte dalla Bibbia sono poche e distanziate, il mosaicista si è servito di fonti contemporanee. La raffigurazione degli elementi naturali (monti, fiumi, mari) è o naturalistica (come per esempio la profonda gola del fiume Arhon), oppure impressionistica, come la maggior parte delle montagne, che sono dipinte di giallo, rosa, bruno e verde. Di tanto in tanto si vedono anche alcuni alberi e animali, in cui si nota una certa tendenza alla stilizzazione. I colori della tavolozza del mosaicista sono molto ricchi, tanto che ci sono ben quattro sfumature di rosso, sei di verde-azzurro, ecc. Questo mosaico venne danneggiato dagli iconoclasti, che ne tolsero tutte le immagini di esseri viventi, ma venne restaurato, sia pur malamente, nell'antichità.
La parte che rimane della carta, ci presenta nello angolo nord-orientale (che in armonia con le più antiche carte è in alto a sinistra) il fiume Giordano che scorre serpeggiando verso il Mar Morto. Nel mare sono raffigurate due navi, una diretta verso N e l'altra verso S. Sopra il mare, sono le montagne di Moab, raggruppate in diverse catene e intercalate da pianure; le attraversano le profonde gole dei fiumi Arnon e Zared. In cima alla carta (cioè a E) si vede la città fortificata di Charakmoba (Kerak). A O del Giordano è Gerico, circondata da palme, quindi le montagne dell'Ephraim con Neapolis e i due monti, Garizim ed Ebal. A S di questi, ecco Gerusalemme; ad O della città, le montagne di Giuda e la pianura costiera che giunge sino al mare. Gerusalemme è rappresentata con una pianta ovale, tagliata in due da una strada fiancheggiata da colonne; presso quest'arteria è la chiesa dell'Anastasis, con i suoi tre elementi, la basilica, l'atrio e la cupola dorata della rotonda sopra la tomba. Vi sono rappresentate numerose altre chiese e monasteri, comprese la basilica del Monte Sion e la chiesa Nea. A S di Gerusalemme, sono Betlemme e Hebron, e tra di esse la Fontana di Filippo. Nella pianura costiera sorgono le città di Azotus presso il mare, Ascalon e Gaza. Interessante per le informazioni geografiche sulla Palestina bizantina è la sezione S, che ci mostra il Negev settentrionale, con molti nomi di cui non si trova menzione in nessun altro luogo, e l'Arabah, comprese Zoar e la chiesa di S. Lot. Gli spazî vuoti dei deserti sono riempiti da lunghe citazioni della Bibbia. La carta termina con la rappresentazione del Delta del Nilo e del Monte Sinai.
Bibl.: M.J. Lagrange, in Revue biblique, 1897, pp. 165-184; A. Schulten, Die Mosaikkarte von Madaba, Berlino 1900; A. Jacoby, Das geographische Mosaik von Madaba, Lipsias 1905; P. Palmer-J. Guthe, Die Mosaikarte v. Madaba, Lipsia 1906; M. Avi-Yonah, The Madaba Mosaic Map, Gerusalemme 1954.