Vedi Madagascar dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Il Madagascar è la quarta isola più grande al mondo per superficie. Governato dal 1975 per quasi vent’anni da Didier Ratsiraka – militare di orientamento socialista – il paese è caratterizzato da un sistema politico influenzato dal potere dei militari. Sia nel 2002, sia nel 2009 l’esercito ha giocato un ruolo chiave nell’ascesa alla presidenza rispettivamente di Marc Ravalomanana e di Andry Rajoelina. Quest’ultimo, leader del movimento di opposizione ‘Gioventù malgascia determinata’, nel marzo 2009 con l’appoggio dei militari, ha costretto alle dimissioni e all’esilio Ravalomanana per poi assumerne la carica a 34 anni, violando tra l’altro anche la norma costituzionale che fissava l’età minima per la presidenza a 40 anni. Da allora Rajoelina è rimasto in carica senza il riconoscimento né delle altre forze politiche né della comunità internazionale. Numerosi tentativi sono stati fatti dall’Unione Africana (Au), dalla Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale (Sadc) e dall’Unione Europea (Eu) per cercare di risolvere lo stallo politico e formare un governo di coalizione che avrebbe dovuto traghettare il paese a elezioni libere. Il mancato rispetto da parte di Rajoelina del percorso pre-elettorale ha portato l’Eu a confermare la sospensione degli aiuti e la Sadc a sospendere temporaneamente la membership del Madagascar. Ci si augura che le elezioni legislative e presidenziali che si dovrebbero tenere nel maggio 2013 riescano a portare stabilità. Nel novembre 2010 è stata approvata per via referendaria una nuova Costituzione che ha abbassato a 35 anni l’età minima per partecipare alle presidenziali. L’esito del referendum non è stato riconosciuto né dai maggiori gruppi d’opposizione né dalla comunità internazionale, la quale preme affinché Rajoelina indichi quanto prima la data delle prossime elezioni e rinunci a parteciparvi personalmente.
L’economia malgascia ha risentito della crisi politica che, unita alla congiuntura sfavorevole a livello globale, nel 2009 ha portato a una contrazione del pil del 5%. Il paese risente dell’inadeguatezza delle infrastrutture, che frenano gli investimenti esteri, della vulnerabilità rispetto ai frequenti cicloni e della dipendenza alimentare. Circa la metà della popolazione malgascia vive con meno di un dollaro al giorno e il 40% delle famiglie è affetto da malnutrizione cronica. Il più immediato effetto della crisi politica, sul versante economico, è stata la sospensione degli aiuti da parte di Eu, Fondo monetario internazionale e Banca mondiale e dei principali donatori internazionali (Stati Uniti e Norvegia su tutti).
Il Madagascar è stato privato del diritto di votare nell’Assemblea dell’Unione Africana.