MADAGASCAR (XXI, p. 808; App. II, 11, p. 239; III, 11, p. 5)
Indipendente dal 26 giugno 1960, già colonia francese, la Repubblica Malgascia, proclamata il 14 ottobre 1968, ha mantenuto la preesistente ripartizione in 6 province. Su 587.081 km2, al censimento 1957 vivevano 5.065.372 ab., saliti nel 1972, secondo una stima, a 7.928.868.
Dei 18 gruppi etnici malgasci, i più importanti sono sempre i Merina (2.066.994), i Betsimisaraka (1.165.592), i Bétsiléo (953.968), gli Tsimihety (572.847), i Sakalava (470.156), gli Antandroy (428.350), gli Antaisaka (406.468).
Dalla tabella si possono desumere le variazioni nelle province fra il 1957 e il 1972.
I capoluoghi di provincia hanno risentito, in misura diversa, dell'aumento generale della popolazione: solo Tuléar ha subito una lieve flessione. Eccezionale, quasi l'82%, l'aumento degli abitanti della capitale. Oltre ai sei capoluoghi di provincia, un solo altro centro superava, al 1972, le 30.000 unità: Antsirabé (32.287).
L'area a seminativi e a colture legnose agrarie non arriva al 5% della superficie dello stato, mentre i prati e i pascoli permanenti si aggirano sul 58%; il bosco copre oltre il 21% e il resto è incolto o improduttivo.
Fra i prodotti dell'agricoltura prevale, per superficie investita e resa complessiva, il riso (nel 1975, su 1.045.000 ha, ha dato 19,4 milioni di q; nel 1964, i valori corrispondenti furono 764.000 ha e 12,7 milioni di q).
L'arachide, da 340.000 q nel 1964, su 40.000 ha, è arrivata nel 1975 a 480.000 q su 42.000 ha. Fra le colture di piantagione, nel 1975 risaltano la canna da zucchero (su 35.000 ha), il caffè (205.000 ha, con 700.000 q di resa; 183.000 ha e 500.000 q nel 1964), il cotone (16.000 ha, 175.000 q di semi e 118.380 di fibra), il cacao (14.000 q; nel 1964,5000 q), il tabacco (6300 ha e 66.000 q; nel 1964,6000 ha e 46.000 q), la vaniglia, i chiodi di garofano, la cannella e altre spezie. Da non dimenticare, fra i prodotti per l'esportazione, l'agave sisalana (315.000 q di fibra, su 21.900 ha; nel 1964, 250.000 q su 20.000 ha), il kenaf (16.000 q) e le noci della palma da cocco (26.000 t di noci e 28.900 q di copra).
Fra il 1963 e il 1975 nel patrimonio zootecnico si sono osservate queste variazioni: bovini, da 8.500.000 a 9.700.000; ovini, da 300.000 a 720.000; caprini, da 300.000 a 850.000. Essi alimentano, oltre all'esportazione di pelli, l'industria delle carni conservate e congelate.
Nel settore estrattivo, mentre è proseguito il calo della produzione di oro (26 kg nel 1957; 10 kg nel 1962 e 5 kg nel 1972), è continuata con ritmo pressoché costante l'estrazione della grafite (14.000 t nel 1974; nel 1958, 11.000 t); in forte incremento è la produzione di cromo (64.700 t di Cr2 O3 nel 1974; 4600 t nel 1963).
La produzione di energia elettrica, dai 66,7 milioni di kWh del 1958, e 128 milioni del 1963, era salita nel 1974 a 328 milioni, prodotti da centrali di 95.000 kW di potenza installata, di cui 40.000 idrici.
Nel settore industriale risaltano gli zuccherifici, le distillerie di rhum (la cui esportazione si aggira sui 5000 hl annui), i birrifici (182.000 hl nel 1974), i saponifici, i cementifici (61.000 t nel 1974), la raffineria di petrolio di Tamatave. E poi, ancora, impianti per la lavorazione dei metalli, del cotone (6240 t di filati, nel 1971), del tabacco, ecc., oltre all'artigianato indigeno.
Il commercio con l'estero, nel quadriennio 1971-74, ha registrato un certo aumento nelle importazioni, da 59,2 a 67,2 milioni di franchi CFA (1 franco = 2,25 lire italiane, nel 1972) e un ben più consistente incremento nelle esportazioni, da 40,8 a 58,5 milioni (nel 1958 le importazioni erano state di 25,6 milioni di franchi malgasci e le esportazioni di 20,3 milioni).
Esportati soprattutto, nel 1974, caffè, chiodi ed essenze di garofano, vaniglia, riso, tabacco, zucchero, prodotti petroliferi, e specialmente verso Francia, Stati Uniti, Malaysia, Giappone e Rep. Fed. di Germania. Principali fornitori, in quell'anno, furono Francia e, a forte distanza, Rep. Fed. di Germania, Stati Uniti, Giappone e Italia.
La rete ferroviaria ha uno sviluppo complessivo di 884 km: le linee principali collegano Antananarivo a Tamatave (375 km) e Antananarivo a Antsirabé (158 km). Le rotabili alla fine del 1973 si svolgevano per 40.000 km, di cui 8600 percorribili tutto l'anno. Gli aeroporti principali sono ad Antananarivo, ad Arivonimamo, a Tamatave, a Tuléar e a Majunga.
Storia. - Per circa un decennio dopo l'indipendenza (26 giugno 1960) il M. mostrò stabilità politica sotto la presidenza di Ph. Tsiranana, leader del Parti Social-Democrate (PSD), cui apparteneva la quasi totalità dei 107 deputati e dei 54 senatori e nel quale erano stati assorbiti quasi tutti i partiti dell'opposizione, espressa ormai dal solo Partito del congresso dell'indipendenza (AKFM). Qualche riserva o dissenso di giovani intellettuali, di taluni organi di stampa e di esponenti delle gerarchie ecclesiastiche, non intacca il sostanziale dominio esercitato dal PSD sulla vita politica del Madagascar. Nettamente filoccidentale era la politica estera, segnata da molto stretti legami economici e culturali con la Francia (un accordo del 1964 garantiva rilevanti agevolazioni ai Grands Moulins de Dakar); inoltre il M. partecipava alle intese dei paesi africani francofoni di orientamento moderato e, dal 1967, intensificava i rapporti economici con la Repubblica Sudafricana.
Una grave tensione politico-sociale investì il M. dal 1969 (Tsiranana fu costretto per malattia ad allontanarsi sino al maggio 1970): nel paese, che subiva una recessione economica, si ravvivò l'opposizione dell'AKFM, del MONIMA (Mouvement National pour l'Indépendance de M.), di elementi dissidenti dello stesso PSD e in genere dei giovani intellettuali, contro la linea conservatrice e i metodi autoritari del governo, accusato tra l'altro di favorire gl'interessi economici e il predominio culturale della Francia. Il malcontento toccava anche le masse rurali, gravate di tasse e colpite da abusi di funzionari; nell'aprile 1971 nella regione di Tuléar scoppiò una rivolta armata contadina, guidata dal MONIMA, che acquistò consensi in tutto il paese ma fu sanguinosamente repressa. Tsiranana accentuò l'autoritarismo, perseguitando gli oppositori con la denuncia di pretesi complotti, anche all'interno del PSD (A. Resampa, ministro dell'Interno, venne rimosso e poi arrestato). Unico candidato, Tsiranana fu confermato presidente nel gennaio 1972; ma ben presto violenti disordini lo costrinsero (13 maggio) a cedere i poteri al gen. G. Ramanantsoa. Questi emanò provvedimenti contro la corruzione, a favore dei lavoratori, dando insieme garanzie all'esercito. L'orientamento riformatore e di rivendicazione degl'interessi nazionali ottenne ampi consensi: l'8 ottobre un referendum confermò la sospensione della costituzione e il potere a Ramanantsoa per un quinquennio (mentre Tsiranana veniva del tutto esautorato).
L'intento di malgascizzazione culturale del nuovo regime ha allarmato le popolazioni costiere, timorose di una rinnovata prevalenza dei Merina, migliaia dei quali sono stati costretti da una serie di disordini ad allontanarsi dalla costa. L'intransigente negoziazione di nuovi accordi con la Francia nel corso del 1973, il ritiro dall'OCAM (agosto 1973), vari provvedimenti a tutela dell'economia nazionale, hanno riscosso ampi consensi (confermati dalle elezioni dell'ottobre 1973 per il Consiglio nazionale popolare di sviluppo, vinte dal partito governativo AKFM); ma non hanno impedito la crescita, all'estrema sinistra, di un Movimento per il potere proletario (HFM), costituito nel 1972. La persistente tensione politico-sociale, per il contrasto fra le masse rurali e proletarie e la borghesia Merina, ha condotto, agl'inizi del 1975, all'avvento di un Direttorio militare, che ha avviato una politica di sinistra (nazionalizzazione di banche e assicurazioni, potenziamento delle comunità locali, pianificazione economica); nel giugno 1975 i Francesi - che hanno perduto molte posizioni economiche - hanno sgomberato la base navale di Diego Suarez (è stata chiusa anche una stazione aeronautica SUA). Nel dicembre 1975 con un referendum è stata approvata una nuova costituzione, ed è stata proclamata la Repubblica democratica del Madagascar (presidente è il capitano D. Ratsiraka).
Bibl.: H. Deschamps, Histoire de Madagascar, Parigi 1960; R. Kent, From Madagascar to Malagasy Republic, Londra 1962; V. Thompson, R. Adloff, The Malagasy Republic Magadascar today, Stanford 1965; R. Pascal, La République Malgache, Parigi 1965; E. Ralaimihoatra, Histoire de Madagascar, voll. 2, Antananarivo 1966-67; C. Janicot, F. Ranaivo, Madagascar, Parigi 1968; Ch. Cadoux, La République Malgache, ivi 1970; N. Heseltine, Madagascar, Londra 1971.