MADAGASCAR.
– Demografia e geografia economica. Storia.
Demografia e geografia economica di Lina Maria Calandra. – Stato insulare dell’Africa meridionale, situato nell’Oceano Indiano. Con una speranza di vita di Oceano Indiano 64,7 anni (2013), la popolazione (23.571.962 ab., secondo una stima UNDESA, United Nations Department of Economic and Social Affairs, del 2014, di cui il 52% sotto i 19 anni) cresce del 2,8% l’anno. Quella urbana (34%) vive soprattutto nella capitale, Antananarivo (2.487.000 ab.), e a Toamasina (310.000 ab.). Il tasso di alfabetizzazione è al 65%. Con un PIL pro capite a parità di poteri d’acquisto (PPA) di 1429 $ (2014) e il 77% degli abitanti in stato di povertà, il M. è sceso dal 146° posto del 2003 al 155° del 2014 per quanto riguarda l’Indice di sviluppo umano. L’economia, dopo la crisi del 2009, cresce lentamente (PIL al +1-3% negli ultimi anni) e solo grazie all’export di materie prime (nichel e cobalto). L’agricoltura (75% della forza lavoro) e il turismo subiscono periodicamente gli effetti negativi di disastri causati da cicloni e inondazioni, ma anche da invasioni di locuste, come quelle del 2013-14.
Storia di Paola Salvatori. – Il processo di democratizzazione avviato nel 2002 con l’insediamento del presidente Marc Ravalomanana non riuscì a consolidarsi e subì un progressivo deterioramento. Nonostante la rielezione di Ravalomanana nel 2006 e la vittoria del suo partito TIM (Tiako i Madagasikara, Amo il Madagascar) nelle elezioni legislative del 2007, l’opposizione nei confronti del governo crebbe di intensità, alimentata dal permanere di una difficile situazione economica e dalle accuse di autoritarismo generate dall’approvazione di una riforma costituzionale che rafforzava i poteri presidenziali (2007). Nel 2009 una nuova violenta ondata di protesta scosse il Paese, guidata dal sindaco di Antananarivo Andry Rajoelina. La tensione giunse al culmine nel marzo 2009: Ravalomanana fu costretto a dimettersi e rassegnò i poteri a un direttorio militare che nominò Rajoelina presidente ad interim, con il mandato di indire nuove elezioni entro due anni. Rifugiatosi in Sud africa, Ravalomanana ebbe il sostegno della comunità internazionale, che non riconobbe la legittimità della transizione e sospese gli aiuti economici al Paese. Nel novembre 2010 fu approvata per via referendaria una norma costituzionale che abbassava a 35 anni l’età minima per partecipare alle presidenziali, così da consentire a Rajoelina, allora trentaseienne, di candidarsi. L’esito del referendum non fu però riconosciuto né dai maggiori gruppi d’opposizione né dalla comunità internazionale, che premeva affinché Rajoelina indicasse quanto prima la data delle nuo ve elezioni e rinunciasse a parteciparvi personalmente. Le elezioni si svolsero infine nel 2013 e decretarono la vittoria di Hery Rajaonarimampianina, il candidato sostenuto da Rajoelina, entrato in carica nel gennaio 2014. Dopo le elezioni l’Unione Africana, che nel 2009 aveva sospeso il Paese dall’organizzazione, ne consentì il reintegro. Promosso dal Consiglio ecumenico delle Chiese cristiane del Madagascar, nel dicembre 2014 si tenne un incontro tra il presidente e i leader delle opposizioni per incoraggiare il processo di riconciliazione nazionale.