MADAUROS
Città dell'Africa, al confine fra la Numidia e la Getulia, come ci dice Apuleio, che in essa ebbe i natali; uno degli imperatori flavî vi dedusse una colonia di veterani; S. Agostino la ricorda per avervi frequentato le scuole di letteratura e di eloquenza. Gli scavi hanno riportato alla luce una parte sola della città: nonostante le profonde alterazioni da essa subite in età tarda, le linee della disposizione a pianta regolarmente quadrangolare si riconoscono chiaramente. Due altre strade, più esterne, che si incrociano anch'esse ad angolo retto, pur non avendo un andamento del tutto regolare, segnano verosimilmente un ampliamento del principio del III sec.: su di esse le strade che portavano al Foro si aprivano con due archi. Il Foro, con gli edifici che lo circondano, oltre ad essere stato gravemente alterato dalla costruzione della fortezza bizantina che l'occupò per gran parte, presenta molteplici irregolarità dovute ai successivi mutamenti di cui fu oggetto. La piazza, nella sua forma attuale, ha pianta pressoché quadrata (m 32,40 × 28,50 nella parte scoperta) con portici sui quattro lati: ma il portico del lato N-O ha colonne di maggior modulo ed è più largo degli altri: in origine forse, prima che il Foro avesse la sua sistemazione, questo portico congiungeva fra loro due templi, avanti ai quali si distendeva una semplice superficie libera; uno solo di questi templi è ancora abbastanza riconoscibile nella sua pianta, molto semplice anch'essa: una cella quadrangolare preceduta da un pronao. La lastricatura dell'area del Foro ebbe due fasi: la seconda lastricatura, come ci dice un iscrizione incisa sulle lastre di calcare, fu donata da un M. Aurelio, flamine perpetuo, verosimilmente sul principio del III sec.; varî monumenti e un piccolo recinto sacro occupavano l'area scoperta. L'ingresso principale della piazza era sul lato di S-E. Dietro i portici del lato di S-O, ma senza accesso diretto da essi, era una sala quadrangolare, probabilmente la basilica vetus ricordata da un'iscrizione. Sui portici del lato opposto davano, attigui gli uni all'altra, la curia, costituita da una sala allungata (m 15,50 × 6,50) divisa in due parti, la seconda delle quali (verso il fondo) aveva lungo le tre pareti una specie di banco in muratura sul quale probabilmente erano i seggi per i decurioni; un santuario con corte anteriore e cella nel fondo, di larghezza poco minore della prima; infine un'altra sala quadrangolare più piccola, pur essa forse di uso sacro. Attigua al Foro, verso N-O, ma fuori di esso, è un'altra sala quadrangolare allungata (m 19,90 × 7,80) con due file di basamenti addossati alle pareti laterali: il tipo della costruzione la rivela opera di bassa età: probabilmente fu anch'essa una basilica.
In immediata contiguità col Foro, tanto che una parte del portico del lato N-O di esso poté funzionare da porticus post scaenam, fu costruito, probabilmente al principio del sec. III, il teatro; il terreno era invero tutt'altro che favorevole, in quanto la curva della cavea si trovò ad essere, per la conformazione del suolo, in pendio nel senso contrario a quello necessario, e dovette perciò essere interamente sostenuta da sostruzioni. L'edificio era di dimensioni piuttosto modeste (diametro m 33), e più semplice del consueto sembra fosse la decorazione della frons scaenae; ai lati della scena erano due camere quadrangolari, una sola accessibile da fuori: era questa anzi l'unica comunicazione della scena con l'esterno, essendo le tre nicchie del fondo, tutte semicircolari, prive di porte.
Due edifici termali non presentano particolare interesse se non nella pianta, nella quale la distribuzione degli ambienti non segue quella consueta degli edifici ad asse centrale, ma è alquanto irregolare. Debbono ricordarsi infine alcune case, stabilimenti per la lavorazione delle olive, mausolei, e, di età cristiana, due chiese. La prima, interna alla città, della seconda metà del V sec., ha forma molto allungata, in relazione al punto nel quale fu adattata: lunga m 34, larga appena 8 m circa, è preceduta verso N-O da un portico con due colonne e vestibolo; l'interno, ad una sola navata, fu in un secondo tempo tagliato trasversalmente da un muro; l'abside aveva intorno alcuni gradini e nel fondo la cattedra. Più singolare è la pianta di una altra chiesa fuori della città entro un'area cemeteriale, in quanto due sale quadrangolari di diversa forma e ampiezza aggettano avanti la fronte, costituendo forse i fianchi di un portico che precedeva l'ingresso; l'interno è a tre navate; il presbiterio ha forma quadrangolare senza abside. Il tipo della costruzione e lo stile dei capitelli datano l'edificio fra il IV e il V sec., ma esso restò certamente in uso anche più tardi.
La fortezza bizantina fu, come si disse, impiantata al centro della città; ma, concepita dapprima come un quadrilatero di m 66 × 42, fu nel corso dei lavori, forse per una minaccia incombente, ridotta di proporzioni e, costruite la fronte E e parte di quelle N e S, fu per il resto sostituita con le strutture della cavea del teatro. La costruzione, datata dall'iscrizione al governo di Solomone, al primo periodo di esso (534-536) piuttosto che al secondo, è notevole per la sua accuratezza; l'ingresso, a metà della fronte, è costituito da un bastione in avancorpo, nel quale si aprono due passaggi coperti a vòlta divisi da una corte scoperta.
Sembra che un muro esterno corresse tra i 25 e i 50 m di distanza dalla fortezza, proteggendo le abitazioni situate al riparo di questa.
Bibl.: St. Gsell-C. A. Joly, Mdaourouch (Khamissa, Mdaourouch, Annona) Algeri-Parigi 1922, p. 11.