MARIANI, Maddalena
MARIANI (Mariani Masi), Maddalena. – Nacque a Firenze nel 1850, o forse nel 1849; non sono noti i nomi dei genitori. Studiò pianoforte al conservatorio L. Cherubini della sua città e fu per qualche tempo corista. Educata come soprano leggero dal maestro F. Cortesi, si perfezionò poi al conservatorio di Vienna. Il fortunato debutto al teatro Rossini di Pesaro, nel 1871, con Il birraio di Preston di Luigi Ricci fu seguito da numerose recite a Roma. Nel 1872 interpretò il ruolo di Sinaide nel Mosè di G. Rossini. L’esordio scaligero nel Freischütz di C.M. von Weber, il 1° sett. 1872, fu accolto da ottime critiche, che le procurarono nel 1873 la scrittura per il ruolo di Lucia ne I promessi sposi di A. Ponchielli al teatro Dal Verme di Milano e un nuovo invito alla Scala per la stagione seguente. Nel massimo teatro milanese la M. ricoprì il ruolo di Giulietta nel Romeo e Giulietta di Ch. Gounod (26 dic. 1874), quindi interpretò Romilia alla prima esecuzione assoluta del Gustavo Wasa di F. Marchetti (7 febbr. 1875) e Aldona ne I Lituani di Ponchielli (6 marzo 1875), opera replicata con successo al teatro di Cremona nel settembre 1876 sotto la direzione di F. Faccio.
La M. ottenne il suo primo grande successo alla Scala nei Vespri siciliani di G. Verdi (26 dic. 1875), opera che interpretò anche al teatro Colón di Buenos Aires. Luce, la nuova opera di S. Gobatti (10 febbr. 1876) in cui la M. ricoprì il ruolo della protagonista, non ottenne invece il favore del pubblico scaligero. La definitiva consacrazione della M. arrivò con La Gioconda di Ponchielli – divenuto nel frattempo suo compagno –, che le affidò sia la prima esecuzione (Scala, 8 apr. 1876) sia l’edizione ritoccata (ibid., 12 febbr. 1880). L’opera ottenne un vivo successo; particolarmente apprezzate furono le interpretazioni della M. (Gioconda) e di J. Gayarre (Enzo), affiancati da Marietta Biancolini, G. Aldighieri, O. Maini, Eufemia Barlani Dini.
Di Gioconda la M. fu gloriosa interprete per tutta la durata della sua carriera. Tale opera le diede la possibilità di rivelare le qualità teatrali che la contraddistinguevano: celebre, nell’ultimo atto, rimase il gesto del coprirsi il volto al momento dell’abbraccio di Enzo e Laura, cui Gioconda assiste in segreto. Dotata di una voce estesa ma limitata nel volume, la M. acquistò con lo studio una vocalità robusta e di rara fluidità, soprattutto nel registro medio dell’estensione, parte in genere più debole della tessitura di soprano. Una notevole facilità nel vocalizzo le permise di affrontare pagine destinate propriamente ai soprani drammatici d’agilità. Capace di passare dall’accento ingenuo a scatti improvvisi di incontenibile violenza, la M. impose alla sua voce rapide mutazioni di tono, che da una parte la resero celebre per l’effetto di sorpresa che tali repentini cambiamenti avevano sul pubblico, dall’altro la portarono all’usura delle sue doti vocali. Il veloce declino non le consentì di affrontare le prime opere del repertorio verista, anticipato proprio dagli atteggiamenti espressivi del suo stile vocale e delle sue doti di recitazione.
Altra opera della quale la M. fu nota interprete è Mefistofele di A. Boito, nella quale ricoprì il ruolo di Margherita ottenendo successi già nella prima apparizione al teatro Apollo di Roma, nel 1877, quindi alla Scala nel 1881. Fu molto apprezzata anche come protagonista ne Il figliuol prodigo di Ponchielli, che interpretò ancora nel 1885 al teatro Real di Madrid; furono però le sue ultime esibizioni: decise di ritirarsi nel 1890, dedicandosi quasi completamente all’insegnamento (ebbe tra i suoi allievi Lina Cavalieri e il tenore Enrico Puerari).
La M. era dotata di una presenza scenica imperiosa e nobile, che la rese una fra le ultime grandi interpreti ottocentesche – oltre che della Gioconda, di cui fu insuperato modello – dei Vespri siciliani e dell’Aida di Verdi, dell’Africana di G. Meyerbeer, di Lucrezia Borgia e de La favorita di G. Donizetti. Primeggiò alla Scala tra i soprani del suo tempo ed ebbe come eredi Romilda Pantaloni, Elena Teodorini e Maria Durand, che tentarono di imitarne i gesti scenici e le inflessioni vocali. Fu dedicataria di molte liriche da camera di Augusto Rotoli, Gellio Benvenuto Coronaro, Ferdinando Aldieri.
La M. morì a Erba, in Brianza, il 25 sett. 1916.
La sorella, Flora, debuttò come soprano e si esibì in tale veste fino al 1877, soprattutto nel Ballo in maschera di Verdi. Nel 1878, al teatro Apollo di Roma, fu Kaled ne Il re di Lahore di J. Massenet, opera in cui la M. ricopriva il ruolo di Nadir. Successivamente, accanto alla più celebre M., si affermò come mezzosoprano in Italia e all’estero (soprattutto nel Mefistofele quale Pantalis e nella Gioconda quale Laura). Il successo del Mefistofele si deve anche alle due sorelle, che interpretavano magnificamente, a giudizio della critica, la serenata intitolata La luna. Contrariamente alla M., Flora poté interpretare il nascente repertorio verista: nell’aprile del 1890 al teatro Costanzi di Roma fu Lola in Mala Pasqua di S. Castaldon. Nonostante qualche squilibrio dell’emissione vocale, riscosse consensi per il fraseggio nobile ed espressivo, per l’indubbio talento musicale e la particolare morbidezza del suo registro centrale. Sebbene Verdi nutrisse alcune perplessità nei suoi confronti, fu nota interprete verdiana, soprattutto di Rigoletto e Otello (proprio in queste opere ebbe grande successo a Roma, al teatro Argentina, rispettivamente nel febbraio e nell’aprile del 1888). Cantò in moltissimi teatri, tra i quali la Scala, il Comunale di Bologna e il Real di Madrid.
Fonti e Bibl.: Per A. Ponchielli. Commemorazione al politeama Sociale di Casale, Casale 1886, p. 7; M. Incagliati, Il teatro Costanzi 1880-1907. Note e appunti della vita teatrale a Roma, Roma 1907, p. 105; G. Monaldi, Cantanti celebri, Roma 1929, pp. 211-218; N. Bazzetta De Vemenia, Le cantanti italiane dell’Ottocento, Milano 1945, pp. 77-82; U. Tegani, Cantanti di una volta, Milano 1945, pp. 309-314; E. Gara, I cantanti, in La Scala, 3 ag. 1778 - 11 maggio 1946, Milano 1946, ad ind.; C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell’arte (1778-1963), Milano 1964, I, pp. 146 s.; II, Cronologia, a cura di G. Tintori, pp. 57-60; E. Santoro, Il teatro di Cremona (1851-1900), Cremona 1971, III, pp. 112 s., 118, 125 s., 150, 158, 166, 246 s., 252; IV, p. 15; E. Frassoni, Due secoli di lirica a Genova, Genova 1980, I, p. 334; Enc. dello spettacolo, VII, coll. 130 s.; La musica (UTET), II, p. 228; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 664.