MADRAS (pron. Madrás; in sanscrito Mandarascia "regno di Manda"; A. T., 93-94)
Importante città dell'India anteriore, terza per numero d'abitanti (dopo Calcutta e Bombay, ma a notetevole distanza da esse, il maggior porto della costa del Coromandel, residenza del governatore della presidenza di Madras, una delle maggiori provincie dell'impero indiano. La città è posta nella parte sud-orientale della penisola, presso una fattoria (Forte di San Giorgio) fondata dalla Compagnia delle Indie Orientali nel 1639. La costa è in questo punto bassa e unita e va soggetta a maree abbastanza sensibili, in modo che il porto offriva malamente asilo alle navi; anche il clima, con temperature elevate, che possono raggiungere da aprile a giugno i 48° per influenza dei venti caldi che spirano dal Deccan (media annua 27°,7; mese più caldo il maggio con 31°,5; mese più freddo il gennaio con 24°,1; escursione 7°,4) e piovosità abbastanza notevole (1243 mm. all'anno), distribuita però in modo poco uniforme (prevalenza d'un semestre piovoso, con valori massimi in novembre) offriva condizioni scarsamente favorevoli all'insediamento e allo sviluppo d'una grande città. Ha influito invece positivamente il fatto che alle spalle di Madras la catena dei Ghati si deprime in modo da permettere il passaggio all'antica strada che, traversando l'altipiano, scende ai porti della costa occidentale (Mormugão), come pure la costruzione delle linee ferroviarie che hanno collegato il porto con Bombay e con gli altri centri principali della penisola, ma soprattutto la notevole fertilità della campagna circostante, resa possibile dall'irrigazione. L'uomo è riuscito a trasformare l'arido luogo e ora Madras occupa un'estensione grandissima (circa 75 kmq.); essa s'allunga per 15 km. lungo la costa e consta di parecchi nuclei talché spesso le distanze tra una parte e l'altra sono di molti chilometri.
Il Forte di San Giorgio, cellula originaria della città, posto presso la foce del Cooum (che giunge al mare con una successione di meandri), separa a N. la città indigena di George Town (nome assunto nel 1906 in cambio di quello di Black Town), la quale è pure sede, in vicinanza del mare, del porto, delle banche e dei magazzini europei, da Triplicane, sulla destra del fiume. In queste due parti, che hanno strade strette e sudicie, si svolge all'aperto la colorita vita indigena, specie nel bazar, sempre assai animato, mentre verso terra trovano posto i quartieri europei di Egmore e di Nangambakam, i quali occupano una grande estensione di terreno, essendo fomiati da villette e giardini. Via principale è la Mount Road, lungo la quale sono i migliori alberghi, negozî, banche e la sede del governatore in un palazzo bianco con un colonnato greco-romano, tra il verde d'un parco fiorente, tra rari e bellissimi alberi. Il Museo artistico e di storia naturale dell'India meridionale (Chepauk Palace), noto soprattutto perché conserva gli oggetti scavati ad Amarāvatī (antichità indiane) e un'importante collezione di rettili, è pure da questa parte; così anche il People's Park, dove è il giardino zoologico, che ospita sempre alcuni esemplari di splendide tigri. A sud del porto e del forte è una lunga passeggiata (detta Marina), che conduce al quartiere di San Tommaso, nella cui chiesa cattolica si conserva il corpo dell'apostolo. Il Cooum è unito poi al fiume Adyar per mezzo del canale di Buckingham, che bagna la parte nord-occidentale di S. Tommaso.
Il porto, che per importanza di scambî è il quinto dell'India (con una media di 1300 navi entrate annualmente, stazzanti 3 milioni e mezzo di tonn.), è stato ricavato con costosi lavori, iniziati nel 1875, a E. di George Town, ma esso non può sperare di evolversi dato che spesso furiose bufere rendono pericoloso l'approdo e che vi è la minaccia continua dell'insabbiamento; principali articoli d'esportazione sono pelli, grano, cotone, sementi, caffè, tè, cotonami; articoli d'importazione, merci europee lavorate. Le industrie principali della città sono filande di cotone, manifatture di tabacchi e fonderie.
Gli abitanti erano 397.552 nel 1871, aumentati a 526.911 nel 1921 e 647.230 nel 1931. Prevalgono di gran lunga gl'induisti; i musulmani sono circa 54 mila, i cristiani 40 mila. Madras è sede di un'universita, fondata nel 1857, e d'un osservatorio astronomico (13° 4′ N. e 80° 17′ E.); è fiorente missione cattolica con sede vescovile residenziale eretta nel 1886.
La presidenza di Madras, che ha una superficie maggiore dell'Italia e di poco inferiore a quella della Polonia (368.653 kmq.), conta (1931) una popolazione di 47.193.602 ab. (41.405.404 nel 1911), con una densità che è pari a 128 ab. per kmq.; è quindi, se si prescinde dalla Birmania, la provincia più grande dell'impero indiano e la più popolata dopo il Bengala. Essa occupa tutta la parte sud-orientale della penisola e si affaccia anche sulla costa del Malabar; confina a N. con la provincia di Bombay, con il Haiderabad, le provincie centrali e l'Orissa e include, oltre a minori territorî, il Travancore, il Coorg e il Mysore. I Ghati orientali l'attraversano in tutta la sua lunghezza; l'interno è poi formato da un altipiano che i corsi del Godavari, Kistna e Cauvery hanno in parte demolito. La fascia costiera, larga 60 km. a N. e circa 120 km. a S., talora interrotta da qualche scarpata, è in genere piatta e uniforme, salvo in corrispondenza degli apparati deltizî dei fiumi maggiori, che per la massima parte si sono formati in epoca storica. Segue verso monte una pianura alluvionale più antica, largamente intaccata dall'erosione, quindi un'altra zona pianeggiante abrasa dal mare nei terreni antichi, alla quale succedono i Ghati. Il clima è continentale, con forti escursioni tra il giorno e la notte e precipitazioni scarse, tanto che è stato necessario provvedere all'irrigazione per mezzo di serbatoi (tanks), diffusi soprattutto negli affioramenti arcaici, oppure con sbarramenti dei fiumi. L'occupazione di gran lunga prevalente degli abitanti è l'agricoltura, che impiega il 71% delle persone attive; colture prevalenti sono quella del riso e del cotone. La filatura di quest'ultimo dà lavoro a circa 34 mila abitanti. Il terreno sterile occupa un quinto del territorio, quello incolto un settimo e un settimo pure le foreste; un nono è poi coltivato a rotazione, mentre il resto dà raccolto tutti gli anni; si calcola poi che circa il 10% della superficie coltivata venga irrigata. Vi sono nella provincia 34.600 km. di strade di prima categoria e 18.500 di strade di seconda categoria, 7460 km. di ferrovie e 2000 chilometri di canali navigabili. Gli abitanti sono per l'89% induisti, 7% maomettani, 3% cristiani, 1% animisti; lingue principali sono il Tamil e il Telugu (lingue dravidiche, 78%), quindi il Malayalam. Capitale è Madras, ma d'estate l'amministrazione si trasferisce a Ootacamund; città con oltre 100 mila abitanti sono poi Madura, Trichinopoly e Salem. In media i nati sono il 37,9 per mille (cifra notevolmente superiore alla media), i morti il 25,3 per mille, in modo che la popolazione presenta un coefficiente d'aumento alquanto alto. Ovunque vige ancora rigorosa la disciplina di casta. L'amministrazione è retta da due governatori, di cui uno (Governor in Council), assistito da quattro membri, per gli affari riservati e l'altro (Governor acting) con 3 ministrì indiani per l'ordinaria amministrazione. Il Consiglio legislativo consta di 132 membri, di cui 98 eletti e 34 nominati, oppure ex-officio; la provincia si divide poi in 26 distretti. Fanno parte della provincia di Madras anche le Laccadive, 14 gruppi di isole poste al largo della costa di Malabar, abitate da 10 mila persone, e dal 1923 ne dipendono anche (attraverso un agente che risiede a Trivandrum) 5 stati indigeni (Travancore, Cochin, Pudukkottai, Banganapalu e Sandur), che formano la Madras States Agency.
Storia. - È uno dei più antichi possedimenti inglesi in Asia, perché comperato dalla Compagnia delle Indie nel 1639 da un nabab, che concesse la costituzione di un piccolo stabilimento commerciale. Ben presto la compagnia lo fortificò, e sotto la protezione del Forte San Giorgio, quivi eretto, vennero a stabilirsi numerosi i mercanti, attirando colà anche molti Indiani. La floridezza di quell'emporio indusse la compagnia a crearvi una "presidenza" e a prendere provvedimenti di difesa contro la concorrenza, olandese prima e poi francese. Gli Olandesi avevano occupato a breve distanza da Madras uno stabilimento, detto di San Tommaso, che nel 1673 venne loro tolto dai Francesi, i quali disegnavano di farne base di un grande loro stabilimento: ma ne furono presto cacciati dagl'Inglesi, che l'occuparono. Durante la guerra di successione d'Austria Madras fu assalita dai Francesi del Dupleix con l'aiuto dell'armata navale del La Bourdonnais, governatore dell'Île de France; e dopo breve resistenza dovette capitolare, pagando anche un grosso riscatto (1746). Di qui violentissime contese tra il Dupleix, che avrebbe voluto distruggere la citta, e il La Bourdonnais, che aveva preferito la capitolazione. Due anni dopo, in seguito alla pace di Aquisgrana, Madras veniva restituita all'Inghilterra. Un nuovo attacco essa subì nel 1758 per opera dei Francesi, comandati dal Lally Tollendal; ma, sopraggiunta una squadra navale inglese, i Francesi si ritirarono. Pochi anni dopo (1767), in seguito alla guerra scoppiata tra la Compagnia e il celebre sovrano del Mysore, Haider Alì, Madras fu conquistata da questo audace e valoroso sovrano: ma fu restituita nel 1769. Anche per opera del successore di Haider, Tippoo Sahib, Madras fu minacciata, ma validamente difesa.
Numerosi e continui furono nel sec. XIX gli accrescimenti di territorio fatti dagl'Inglesi nella presidenza di Madras; alcuni come definitivi acquisti, altri sotto la forma di affitto o di occupazione soggetta a tributo, che però la Compagnia riscattò o abolì; così il Carnatico, il Malabar, e altri, sulle coste e all'interno.