West, Mae (propr. Mary Jane)
Attrice teatrale e cinematografica e sceneggiatrice statunitense, nata a New York il 17 agosto 1893 e morta a Los Angeles il 22 novembre 1980. Minuta, ma dotata di un corpo voluttuoso, fu l'inconfondibile diva dai capelli biondo platino molto discussa tra gli anni Venti e gli anni Trenta per aver portato prima sul palcoscenico e poi sullo schermo una nuova figura di donna dalla sfacciata carica erotica, inneggiante al sesso in maniera spregiudicata, abile manipolatrice di uomini. Il personaggio di Diamond Lil, da lei stessa creato prima come protagonista dell'omonima commedia e successivamente del film She done him wrong (1933; Lady Lou ‒ La donna fatale) di Lowell Sherman, oltre a rendere familiare a livello internazionale quel suo ancheggiare da bassifondi che la condusse alla notorietà, portò a Hollywood uno stile cinematografico inedito, in grado di sfruttare al meglio lo sconcerto derivato dall'avvio del sonoro immettendo come linfa vitale il portato del vaudeville e del varietà. Scanzonata, intelligente, ironica, simbolo stesso di un'epoca, la W. fu penalizzata dal perbenismo americano che, con l'introduzione del Codice Hays, tentò invano di spogliare il cinema della sua carica più eversiva.
Figlia di un'attrice bavarese e di un pugile anglo-irlandese, calcò sin da bambina il palcoscenico apprendendo con la pratica tutti gli elementi fondamentali della recitazione, del canto, del ballo. I tempi comici perfetti, il ritmo delle battute, la spregiudicatezza di donna ribelle, la sagacia e l'ironia con cui si affermò a Hollywood derivano tutti dall'esperienza maturata nel music-hall e nel vaudeville. Dopo aver tentato nel corso degli anni Dieci di entrare in un circuito teatrale di maggior prestigio, decise di concentrarsi su New York ostentando la sua cattiva reputazione e divenendo, a metà degli anni Venti, molto popolare sulle scene di Broadway. Fu proprio sulla scia di questa fama che la W. scrisse, tra il 1926 e il 1928, tre "commedie-drammi vita" (come lei stessa li definì) che fecero subito scandalo perché palesemente pornografici: Sex, in cui interpreta il ruolo di una sagace prostituta, The drag, che ha per soggetto l'omosessualità, e soprattutto Diamond Lil, storia di una meretrice di fine secolo che circuisce il predicatore destinato a redimerla. I temi trattati, il linguaggio fin troppo esplicito, la manifesta offerta del corpo le costarono diversi giorni di carcere, procurandole, tuttavia, un'enorme pubblicità. Il suo primo contratto da star lo dovette proprio alla notorietà acquisita con Diamond Lil che, divenuto sullo schermo She done him wrong, con la W. affiancata da un esordiente Cary Grant, fu il più grande successo commerciale di quegli anni dopo The birth of a nation (1915) di David W. Griffith. Il suo esordio nel cinema era avvenuto solo l'anno prima, in Night after night di Archie Mayo, ma fu con il film successivo, in cui scelse nuovamente Cary Grant come partner, che l'attrice toccò l'apice della popolarità: l'uscita nelle sale di I'm no angel (1933; Non sono un angelo) di Wesley Ruggles richiese in molte città l'intervento della polizia per arginare la folla, nonché proiezioni fuori orario. Dall'anno seguente, sotto il regime del Codice Hays, la W. fu costretta a ritoccare il suo personaggio rivedendo in maniera sostanziale non solamente i testi, ma lo stile stesso della sua recitazione. Quella che ne uscì fu una W. privata di tutto ciò che la rendeva più vera, ossia quel legame sempre mantenuto con la durezza dei bassifondi e la volgarità connaturata a certe ribalte popolari e malavitose. Mutilata della sua carica più rivoluzionaria, che le aveva consentito di sfondare a Hollywood provocando scandalo, della W. non rimase che una maschera, mentre il vero volto fu soffocato da piume, lustrini e paillettes. L'attrice si dedicò così soprattutto al palcoscenico girando pochissimi film, quasi tutti nel corso degli anni Trenta (Belle of the Nineties, 1934, di Leo McCarey; Goin' to town, 1935, di Alexander Hall; Klondike Annie, 1936, Annie del Klondike, di Raoul Walsh; Go West, young man, 1936, di Henry Hathaway; Every day's a holiday, 1938, di A. Edward Sutherland; My little chickadee, 1940, Mia bella pollastrella, di Edward Cline), mentre agli inizi degli anni Quaranta fu bandita da Hollywood. Tornò poi sul grande schermo, icona di sé stessa, solo negli anni Settanta, che ne consacrarono il mito con film come Myra Breckinridge (1970; Il caso Myra Breckinridge) di Michael Sarne e infine Sextette (1978) di Ken Hughes nel quale, alla venerabile età di 85 anni, riuscì ancora a parodiare sé stessa.
Nel 1959 aveva pubblicato l'autobiografia Goodness had nothing to do with it, titolo basato su una delle sue battute più celebri.
M. Leonard, Mae West: empress of sex, London 1991; M. Hamilton, "A little bit spicy, but not too raw". Mae West and urban performance tradition, in Prima dei Codici 2 ‒ Alle porte di Hays, Catalogo della XLVIII Mostra del cinema, Venezia 1991, pp. 182-87.