MAESTRO del POLITTICO DI PÄHL
Pittore anonimo, attivo presumibilmente in Boemia e nelle regioni della Germania meridionale intorno alla prima metà del sec. 15°, autore di una pala d'altare a sportelli (Monaco, Bayer. Nationalmus.), rinvenuta ai primi dell'Ottocento in Alta Baviera, nella cappella del castello di Pähl presso Weilheim e databile al 1400 circa.
Il polittico in legno, dipinto a tempera su un fondo oro con semplici rosette e puntini punzonati entro un motivo a losanghe, presenta nel pannello centrale rettangolare Cristo in croce, tra s. Giovanni Evangelista e la Vergine; negli sportelli laterali sono raffigurati S. Giovanni Battista con l'agnello e S. Barbara con la torre, al di sopra dei quali sono ancora leggibili sul fondo oro i contorni incisi a punzone di una figura angelica. Sono ugualmente dipinte, ma senza il fondo oro e piuttosto rovinate, le due facce esterne degli sportelli, su cui compaiono la Vergine con il Bambino e l'Imago pietatis di Cristo, il c.d. Schmerzensmann ('l'uomo dei dolori'), in piedi davanti alla croce da cui pendono gli strumenti del martirio.Il polittico fu acquistato a Pähl nel 1857, ma non è affatto dimostrato che esso sia stato realizzato originariamente per la cappella del castello, soprattutto perché questa era dedicata a s. Giorgio, che non compare tra i santi raffigurati sull'opera.Le caratteristiche principali che emergono in questo dipinto sono la raffinatezza e la purezza del disegno lineare, nonché la profonda luminosità del colore, la morbidezza dei panneggi e la grazia dei gesti, che rende le figure inserite in uno spazio etereo, ancora tutto ideale. Solo l'immagine centrale del Cristo in croce sembra più povera e rigida rispetto alla flessuosità che contraddistingue tutte le altre figure in piedi, sottolineata ancora di più dall'andamento morbido e ondulante delle pieghe delle vesti.Definitivamente abbandonata l'ipotesi di una origine salisburghese del polittico di Pähl (Fischer, 1908; Stiassny, 1911; Pächt, 1929), per quest'opera è stata suggerita una matrice tedesca, fortemente influenzata dall'arte francese (Glaser, 1914; Rupé, 1922), sulla base delle affinità che la legano con la Crocifissione di Vyšší Brod (Praga, Národní Gal.), che, sebbene attribuita a un maestro boemo, dimostrerebbe la conoscenza di modelli francesi, quali la Pietà di Jean Malouel (Parigi, Louvre).È stata successivamente avanzata l'ipotesi che l'ambito culturale di origine di quest'opera sia da individuare ad Augusta (Stange, 1951), non solo per il fatto che Pähl era appartenuta a quella diocesi, ma anche per le affinità stilistiche riscontrabili con le Pie donne al Sepolcro dipinte ad affresco nel duomo della città e con un disegno a penna raffigurante S. Barbara, datato al 1421 e proveniente da Maihingen (Francoforte sul Meno, Städelsches Kunstinst. und Städt. Gal.; Handzeichnungen, 1911); per l'autore di quest'ultimo è stata addirittura ipotizzata una identità con il M. del polittico di Pähl (Stange, 1951, p. 120).Tuttavia, è la pittura boema degli anni 1380-1420 quella che ritorna più volte per la definizione dell'ambito stilistico cui apparterrebbe il polittico di Pähl (Stange, 1951; Steingräber, 1955; Kruft, 1967). In questo senso sono stati istituiti confronti con il polittico di Třeboň (Praga, Národní Gal.), e con tavole come la Crocifissione da Svatá Barbora (Praga, Národní Gal.) o la Crocifissione di Vyšší Brod, entrambe opere boeme, forse praghesi, realizzate da seguaci del Maestro del Polittico di Třeboň (Kruft, 1967). Secondo Kruft (1967), però, le affinità del polittico di Pähl con le due ultime tavole non sono da intendere in senso diretto; tutte e tre le opere possono essere intese come differenti versioni ispirate a un unico modello precedente, oggi andato perduto, realizzato dal Maestro del Polittico di Třeboň. Un ulteriore calzante confronto è stato istituito con alcuni disegni del Wiener Musterbuch, libro di modelli della prima metà del sec. 15° (Vienna, Kunsthistorisches Mus.); l'autore di questi disegni, ipoteticamente assegnati ad ambito viennese o boemo (Katalog, 1964), deve aver certo conosciuto il polittico di Pähl, come testimonia la somiglianza riscontrabile tra la testa del Crocifisso con quelle delle tavole di Svatá Barbora, Vyšší Brod e di Pähl; una identità quasi assoluta con il solo polittico di Pähl si raggiunge nella corona della Vergine sulla faccia esterna dello sportello, nella parte superiore del corpo di S. Giovanni Evangelista, caratterizzato da una resa particolarmente morbida, o ancora di più nel velo che copre la testa della Vergine della Crocifissione, con la sua caratteristica doppia piegatura.
Bibl.: O. Fischer, Die altdeutsche Malerei in Salzburg (Kunstgeschichtliche Monographien, 12), Leipzig 1908, pp. 33-38; Handzeichnungen alter Meister im Städelschen Kunstinstitut, II, 9, Frankfurt a. M. 1911, tav. I; R. Stiassny, Studien zur altsalzburger Malerei, RKw 34, 1911, pp. 315-332; C. Glaser, Italienische Bildmotive in der altdeutschen Malerei, ZBK, n.s., 25, 1914, pp. 145-158; H. Rupé, Der Pähler Altar im Bayerischen Nationalmuseum (Deutsche Kunst. Bilderhefte, I, 5), München 1922; O. Pächt, Österreichische Tafelmalerei der Gotik, Augsburg-Wien 1929; K. Oettinger, Zur Malerei um 1400 in Österreich, JKhSWien, n.s., 10, 1936, pp. 59-87; O. Fischer, Geschichte der deutschen Malerei, München 1942, pp. 108-111; A. Stange, Deutsche Malerei der Gotik, IV, Südwestdeutschland in der Zeit von 1400 bis 1450, München-Berlin 1951, pp. 117-122; Kunst und Kunsthandwerk. Festschrift zum Hundertjährigen Bestehen des Museums, München 1955, p. 41 tav. 22; A. Matĕjček, J. Pešina, Gotische Malerei in Böhmen, Praha 1955⁴ (1939); E. Steingräber, Der Pähler Altar, Die Kunst und das Schöne Heim 53, 1955, pp. 241-243; Europäische Kunst um 1400, cat., Wien 1962, pp. 152-154; R.W. Scheller, A Survey of Medieval Model Books, Haarlem 1963; Katalog der Sammlung für Plastik und Kunstgewerbe, I, Mittelalter, Wien 1964, pp. 68-69; H.W. Kruft, Zu Herkunftsbestimmung des Pähler Altars, Pantheon 25, 1967, pp. 185-190; J. Pešina, Der Hohenfurther Meister, Praha 1982; Bayerisches Nationalmuseum. Führer, München 1983, p. 125; O. Pujmanová, Nová gotická deska českého původu [Una tavola gotica di origine boema scoperta di recente], Umĕní, n.s., 31, 1983, pp. 131-149: B. Brauer, The Trĕboň Resurrection: Retrospection and Innovation, ivi, pp. 150-158; J. Pešina, Prolegomena k reedici korpusu české deskové malby gotické 1340-1415 [Prolegomeni per la redazione del corpus della pittura gotica boema 1340-1415], ivi, 32, 1984, pp. 306-317.