MAESTRO dell'INCORONAZIONE DI BELLPUIG
Anonimo pittore del sec. 14° che prende il nome da un dipinto su tavola rinvenuto nel 1922 dietro un grande retablo nella chiesa parrocchiale di Sant Nicolau a Bellpuig d'Urgell (prov. Lleida), in Catalogna, e andato distrutto nel 1936.
La tavola (cm. 200x150) raffigurava la Vergine incoronata dal Figlio, circondata da un corteo di angeli e santi, secondo un modello iconografico largamente diffuso in Italia. Gudiol i Cunill (1926) ha messo in rilievo le affinità stilistiche del dipinto con le pitture murali di Ferrer Bassa nel monastero delle Clarisse di Santa Maria de Pedralbes e lo ha inserito tra le opere del maestro catalano. Post (1930) ha considerato la tavola profondamente italianeggiante - base senese con la sovrapposizione di novità fiorentine - e ha ritenuto che potesse appartenere alla cerchia dei fratelli Serra. L'attribuzione dell'Incoronazione a Ferrer Bassa è stata confermata da Meiss (1941), il quale ha aggiunto al catalogo dell'artista due tavole dedicate a s. Bernardo di Chiaravalle a Vic (Mus. Arqueologic-Artistic Episcopal). Non a Ferrer Bassa, ma a un pittore catalano suo contemporaneo apparterrebbe l'Incoronazione secondo l'opinione di Mayer (19473). Basandosi sull'analisi stilistica della decorazione di Pedralbes, Gudioll Ricart (1955) ha attribuito invece l'Incoronazione a Ferrer Bassa, che l'avrebbe dipinta quando ancora era vivo in lui il ricordo delle fonti italiane.Le tavole dell'Incoronazione di Bellpuig e del S. Bernardo di Vic sono state ricollegate da Bologna (1961) all'autore di una Madonna dell'Umiltà a Urbino (Gall. Naz. delle Marche), recante la scritta mater Antonius, interpretata come Antonius magister e ritenuta firma del pittore. A questo artista Bologna ha assegnato i resti degli affreschi recuperati nella chiesa di S. Domenico a Urbino (Gall. Naz. delle Marche, depositi), per i quali Marchini (1960) aveva avanzato l'ipotesi della loro appartenenza a Ferrer Bassa. Secondo Bologna, Antonius magister sarebbe stato un pittore marchigiano di formazione senese, trasferitosi in Catalogna intorno al 1345-1350, dove avrebbe dipinto le tavole di Bellpuig e di Vic sotto l'influsso di Ferrer Bassa, e, tornato nelle Marche, avrebbe eseguito gli affreschi di Urbino tra il 1362 e il 1365.Meiss (1967), nell'esaminare i frammenti degli affreschi di Urbino, ha respinto decisamente ogni accostamento stilistico con la Madonna dell'Umiltà di Antonius magister e, pur confermando gli stretti legami con l'opera di Ferrer Bassa, li ha ritenuti dipinti dallo stesso artista catalano autore dell'Incoronazione di Bellpuig, forse maestro dello stesso Bassa, che lo studioso, mettendo in dubbio la sua precedente attribuzione (Meiss, 1941), ha definito M. dell'Incoronazione di Bellpuig. Questo nome è stato adottato da Boskovits (1969), che ha dimostrato l'inattendibilità come firma del pittore di quel mater Antonius che si legge sulle maniche della Madonna di Urbino, resto di un'iscrizione aggiunta nel corso di un pesante restauro quattrocentesco (Torriti, 1970). Boskovits (1969) ha confermato l'identità di stile tra la Madonna dell'Umiltà e gli affreschi già in S. Domenico e ha aggiunto al catalogo del M. dell'Incoronazione di Bellpuig una Madonna dell'Umiltà a Kreuzlingen (Coll. Kisters) in Svizzera e il Crocifisso dipinto del convento del Beato Sante, presso Mombaroccio (prov. Pesaro), ritenendoli eseguiti nel decennio 1320-1330 insieme alla tavola di Urbino. Di poco posteriori sarebbero gli affreschi già in S. Domenico.Le attribuzioni e la precisazione cronologica sono state accolte da Marchini (1970), che tuttavia per gli affreschi di Urbino ha preferito mantenere il collegamento a Ferrer Bassa. Per quanto riguarda le tavole dell'Incoronazione di Bellpuig e del S. Bernardo di Vic, le tesi di Bologna e di Boskovits non sono state accolte da Gudiol Ricart e Alcolea i Blanch (1986), i quali hanno ribadito l'attribuzione dei due dipinti a Ferrer Bassa, parere condiviso da Alcoy (v. Bassa, Ferrer e Arnau) a proposito dell'Incoronazione di Bellpuig, mentre per le tavole di Vic Alcoy (1992) ha proposto una nuova attribuzione a uno pseudo-Ferrer Bassa, collaboratore, forse italiano, della bottega del maestro catalano, il cui stile rivela la conoscenza delle scuole adriatiche, influenzate dalla pittura umbra (Assisi). A sostegno di questa ipotesi, Alcoy (1992) ha ritenuto che il monaco dall'abito bianco, protagonista delle tavole di Vic, non sia s. Bernardo di Chiaravalle, bensì s. Romualdo di Ravenna.
Prescindendo dal complesso problema attributivo delle tavole catalane, l'anonimo autore dello splendido Crocifisso di Mombaroccio, capolavoro della pittura marchigiana della prima metà del Trecento, entra a pieno titolo nel novero dei grandi protagonisti della sua epoca; la sua arte di formazione senese-assisiate esercitò un notevole influsso sulla tradizione locale.
Bibl.: J. Gudiol i Cunill, La pintura mig-eval catalana. Els trescentistes, II, Barcelona, [1926], pp. 118-127; C.R. Post, A History of Spanish Painting, II, Cambridge (MA) 1930, pp. 204-206; M. Meiss, Italian Style in Catalonia and a Fourteenth Century Catalan Workshop, JWaltersAG 4, 1941, pp. 45-87:58; A.L. Mayer, Historia de la pintura española, Madrid 19473 (1942), p. 59; J. Gudiol Ricart, Pintura gótica (Ars Hispaniae, 9), Madrid 1955, p. 60; G. Marchini, in Mostra di opere restaurate, cat., Urbino 1960, nr. 1; F. Bologna, Di alcuni rapporti tra Italia e Spagna nel Trecento e 'Antonius Magister', AAM 4, 1961, 13-16, pp. 27-48; M. Meiss, French Painting in the Time of Jean de Berry. [I.] The Late Fourteenth Century and the Patronage of the Duke (Studies in the History of European Art, 2), 2 voll., London-New York 1967; M. Boskovits, Il problema di Antonius Magister e qualche osservazione sulla pittura marchigiana del Trecento, Arte illustrata 2, 1969, 17-18, pp. 4-19; G. Marchini, in Mostra di opere d'arte restaurate, cat., Urbino 1970, pp. 16-20; P. Torriti, ivi, pp. 20-22; J. Gudiol Ricart, S. Alcolea i Blanch, Pintura gòtica catalana, Barcelona 1986, p. 45 n. 86; R. Alcoy, La introducció i derivacions de l'italianisme a la pintura gòtica catalana: 1325-1350 (tesi), Univ. Barcelona 1989; id., Ferrer Bassa o el ''Mestre de la Coronació de Bellpuig'', in id., Pintures del Gòtic a Lleida, Lleida 1990, pp. 29-43; id., Ferrer Bassa y el italianismo. Revisiones sobre la trama de un nuevo catálogo, AV 30, 1991, pp. 5-16; id., Sant Romuald de Camaldoli i el problema de les taules de Vic relacionades amb Ferrer Bassa, Analecta sacra Tarraconensia 65, 1992, pp. 211-237.