MAESTRO della BIBBIA DI JEAN DE SY
Anonimo artista attivo a Parigi tra il 1355 e il 1380, uno dei principali miniatori al servizio dei re di Francia Giovanni II il Buono (1350-1364) e Carlo V il Saggio (1364-1380), così chiamato (Avril, 1981, p. 326) dalla Bibbia di Jean de Sy, del 1355-1356 (Parigi, BN, fr. 15397), che costituisce la sua più antica opera datata.
Le opere del M. della Bibbia di Jean de Sy si inseriscono, per eleganza e realismo, nella nuova corrente naturalistica introdotta a Parigi, alla metà del sec. 14°, dal Maestro del Remède de Fortune, che il miniatore tuttavia non eguagliò, in particolare dal punto di vista della comprensione dello spazio (Avril, 1982, p. 31). Il realismo delle sue miniature ha lasciato ipotizzare una provenienza dell'artista dai Paesi Bassi, probabilmente dal ducato di Brabante (Sterling, 1987, p. 176).Il M. della Bibbia di Jean de Sy è stato a lungo impropriamente denominato Maestro aux Boqueteaux (Martin, 1923), a causa dei gruppi di alberi che punteggiano gli sfondi delle sue miniature. Tale denominazione è stata tuttavia abbandonata perché poco significativa in quanto i boqueteaux non sono un elemento caratterizzante di questo artista, ma sono presenti in molta miniatura parigina dell'epoca di Carlo V e appaiono già in uso alla metà del secolo, nelle opere del Maestro del Remède de Fortune. È dunque prevalsa la denominazione di M. della Bibbia di Jean de Sy.Intorno al 1355 Giovanni II il Buono commissionò a Jean de Sy una traduzione in francese della Bibbia, con glosse e commenti, ma la cattura del re a Poitiers, nel 1356, interruppe quest'ambiziosa impresa e anche l'illustrazione si fermò al sesto fascicolo. Nelle immagini realizzate, lo stile del maestro appare maturo e la sua abilità di disegnatore emerge proprio dalle numerose miniature non finite (Avril, 1978, p. 28). Alla Bibbia di Jean de Sy fece seguito una Bible historiale, datata al 1357 (Londra, BL, Royal 17.E.VII).
A un periodo successivo sono ascritte due miniature a demigrisaille ritenute il capolavoro di questo artista; furono aggiunte, probabilmente a Parigi nel 1377, all'inizio di un manoscritto contenente le opere di Guillaume de Machaut (Parigi, BN, fr. 1584). Le due scene, il cui ordine è oggi invertito, riassumono i temi principali della poesia di Machaut: la prima immagine (c. Er) mostra la Natura che presenta i suoi figli - Senso, Retorica e Musica - al poeta, ritratto con abiti da religioso e con la tonsura. In secondo piano è un paesaggio panoramico, in cui spiccano i famosi boschetti, popolato da animali e da scene campestri, ritratte con delicatezza ma senza alcuna attenzione prospettica. Anche se il caratteristico sfondo astratto della miniatura francese è stato sostituito da un cielo solcato da nubi, l'altissima linea dell'orizzonte e le sproporzioni delle figure conferiscono all'immagine un tono più favoloso che realistico. Nella seconda immagine (c. Dr) è il dio Amore, raffigurato come un elegante principe alato, che presenta i suoi tre figli al poeta seduto nel suo studio: Dolce pensiero, un giovane in eleganti abiti alla moda, seguito da due fanciulle, Piacere e Speranza. Anche in questo caso lo sfondo dimostra la difficoltà dell'artista nel trattare lo spazio: il lago è disposto in verticale, mentre le anatre vi sono ritratte di profilo e le lepri hanno dimensioni quasi pari al cavallo (Avril, 1978, pp. 96-98, figg. 29-30).La copia, realizzata per Carlo V, del Songe du Verger - la traduzione francese di un trattato sulle relazioni tra potere spirituale e potere temporale, effettuata nel 1378 - è introdotta da una miniatura a piena pagina che raffigura una scena allegorica (Londra, BL, Royal 19.C.IV, c. 1v). L'autore dell'opera è addormentato in uno spazio fantastico, delimitato da boschetti, accanto a una sorgente; al di sopra è ritratto un re ammantato dai gigli di Francia, con ai lati le personificazioni del Potere spirituale, una figura femminile in abiti monacali, e del Potere temporale, una figura femminile in abiti profani. Nel piano intermedio sono un ecclesiastico e un cavaliere che disputano per affermare la preminenza di uno dei due poteri. L'immagine è giudicata tra le più raffinate prodotte dal M. della Bibbia di Jean de Sy, ma anche in questo caso si rilevano, allo stesso tempo, il grande interesse per la resa della natura e i limiti del miniatore nella rappresentazione dello spazio, che, nella disposizione del piano del giardino in verticale e delle figure in orizzontale, appare ancora più astratto che nelle due immagini del codice di Machaut (Avril, 1978, p. 101, fig. 31; 1981, p. 328).Al M. della Bibbia di Jean de Sy sono inoltre attribuite alcune miniature in una copia, commissionata da Carlo V nel 1370 ca., delle Décades di Tito Livio realizzate da Pierre Bersuire per Giovanni II il Buono (Parigi, Bibl. Sainte-Geneviève, 777). La mano di questo artista è stata rintracciata anche in un'analoga commissione di Carlo V: la traduzione in francese dei trattati dell'Etica e della Politica di Aristotele, richiesta nel 1370 dal re al suo consigliere Nicole Oresme; dell'opera furono approntate due copie, entrambe in due volumi, oggi divise tra diverse biblioteche (Avril, 1981, pp. 326-327).
Bibliografia: H. Martin, La miniature française du XIIIe au XVe siècle, Paris 1923, pp. 37-40, 95; F. Avril, Manuscript Painting at the Court of France. The Fourteenth Century (1310-1380), New York 1978; id., in Les fastes du Gothique. Le siècle de Charles V, cat., Paris 1981, pp. 325-329 nrr. 280-283; id., Un moment méconnu de l'enluminure française: le règne de Jean le Bon, Archeologia, 1982, 162, pp. 24-31; C. Sterling, La peinture médiévale à Paris. 1300-1500, I, Paris 1987.