MAESTRO di CABESTANY
Personalità di scultore a cui è stata attribuita una serie di opere, della seconda metà del sec. 12°, tra Linguadoca, Rossiglione, Catalogna, Navarra e Italia. La sua denominazione deriva da un timpano scolpito nella chiesa di Cabestany (dip. Pyrénées-Orientales).Il rilievo presenta tre scene di diverso soggetto: a sinistra la Vergine che esce dal sepolcro sorretta da Cristo, a destra l'Assunzione di Maria, al centro Cristo tra la Vergine e s. Tommaso. L'attività del M. di Cabestany è stata ricostruita da Durliat (1954), partendo proprio dal timpano eponimo e individuando in seguito, sulla base di caratteri stilistici, una serie di opere che in misura diversa, ma comunque significativa, risentono del suo influsso. I soggetti rappresentati nel timpano non sono frequenti in epoca romanica e lo stile mostra tratti particolari: teste tagliate in forma di triedro, occhi realizzati con due fori di trapano, mento troppo corto in relazione al naso affilato e mani enormi.
Alla cerchia del M. di Cabestany devono essere riferiti il fregio del portale della chiesa di Sainte-Marie a Le Boulou (dip. Pyrénées-Orientales), con storie dell'Infanzia di Cristo, e alcuni capitelli appartenenti allo stesso portale, tra i quali quello con figurazioni di animali affrontati, che nell'alleggerimento delle masse scultoree preannuncia lo stile gotico nella regione (Durliat, 1954, p. 15).
Particolarmente significativo e riconosciuto direttamente al M. di Cabestany è inoltre il frammento di timpano proveniente dal monastero catalano di Sant Pere de Rodes, su cui è raffigurata la Vocazione di s. Pietro (Barcellona, Mus. F. Marés; Durliat, 1954, fig. 14). Nel rilievo sono immediatamente riconoscibili le caratteristiche teste e la sproporzione delle mani; i panneggi sono mossi da un ritmo veloce che contrasta con la solennità e la pacatezza dei visi. Anche sulla base dei caratteri dell'iscrizione, l'opera è databile alla seconda metà del 12° secolo. Nel monastero di Sant Pere de Rodes il M. di Cabestany dovette lavorare a lungo realizzando anche i capitelli e alcuni elementi decorativi del portale.Recentemente è stato attribuito proprio al M. di Cabestany (Durliat, 1992) un capitello, su cui è raffigurata la Decollazione di s. Paolo, situato nel transetto meridionale della chiesa di Sant Pere de Galligants a Gerona (Catalogna), ritenuto in passato opera di un altro maestro influenzato dalla originale personalità del M. di Cabestany.Analogie evidenti con l'opera del maestro si riscontrano in alcuni capitelli della chiesa di Sant Esteve d'en Bas, a S di Oló (Gerona): in particolare, in un capitello con la Vergine e il Bambino nella mandorla è stata evidenziata una notevole vicinanza con una scultura eseguita dal M. di Cabestany nella chiesa di Rieux-Minervois (dip. Aude), in Linguadoca (Durliat, 1954, p. 26). Tra le opere attribuite al maestro in questa regione la più significativa è il sarcofago di s. Ilario, conservato nell'omonima abbaziale benedettina, sita nella vallata del fiume Lauquet, non lontano da Carcassonne (dip. Aude). Posto come altare maggiore della chiesa, presenta una serie di episodi riferentisi al martirio del santo e, nell'impostazione delle scene e nelle singole figure, ricorda un sarcofago di età romana. Questo elemento mette in luce un altro tratto saliente dello stile del M. di Cabestany, vale a dire la vicinanza ai modelli scultorei antichi, numerosi nella regione, che si esprime anche in altre opere, come la lastra con la Vocazione di s. Pietro, dove nel gesto di Cristo è stato riconosciuto il tipico atteggiamento allocutorio dei sarcofagi classici (Junyent, 1962).
Durliat (1954) segnala, inoltre, l'operato del M. di Cabestany nei capitelli e nelle decorazioni esterne della chiesa abbaziale, poi cattedrale, di Saint-Papoul, presso Castelnaudary (dip. Aude), mentre assegna a uno scultore vicino al maestro il portale della chiesa della ricca abbazia di Lagrasse (dip. Aude).Un rapporto con il M. di Cabestany è stato inoltre riconosciuto nei rilievi del timpano di un portale della chiesa di Errondo in Navarra, su cui è raffigurata, con particolare vigore espressivo, la Tentazione di Cristo (Gudiol Ricart, 1944). Alla cerchia dell'artista sono stati riferiti anche i tre rilievi, con Cristo benedicente, Cristo tra due apostoli e l'Entrata in Gerusalemme, conservati nel castello di La Réole (dip. Gironde). Il cattivo stato di conservazione consente un confronto stilistico solo per il Cristo benedicente, che è stato avvicinato alle sculture di Sant Esteve d'en Bas e di Rieux-Minervois (Gardelles, 1976). Ancora a queste ultime sono stati accostati due capitelli conservati a Narbona (Mus. Archéologique et Préhistorique). Tra i pezzi erratici attribuiti al M. di Cabestany sono inoltre da segnalare alcune teste conservate a Perelada (Coll. Mateu, Mus. del Castillo del Perelada), a Barcellona (Coll. Oleguer Junyent; coll. privata) e a Cambridge (Fitzwilliam Mus.), forse provenienti dal monastero di Sant Pere de Rodes (Durliat, 1954; Zarnecky, 1964).Una dimostrazione della grande mobilità della bottega di cui il M. di Cabestany faceva parte sembrano i due leoni e il capitello con Daniele nella fossa dei leoni nell'abbazia di Sant'Antimo (prov. Siena), già riconosciuti opera dell'artista da Junyent (1962; Raspi Serra, 1966). Qui si rilevano un grande naturalismo e un vigore nel trattamento plastico del rilievo che, uniti ad altre caratteristiche, come l'uso del trapano, gli occhi sporgenti, la ricca e fluente criniera, consentono di annoverare queste opere nel corpus del M. di Cabestany, nella fase centrale della sua attività (Junyent, 1962, p. 176). Alla presenza del maestro in Toscana è riferito anche il fusto di acquasantiera nella piccola chiesa di San Giovanni in Sugana, presso San Casciano in Val di Pesa (prov. Firenze), con scene dell'Annunciazione, dell'Annuncio ai pastori e della Natività: particolarmente pregnante è apparso il confronto tra la Vergine dell'Annunciazione e la figura di Maria scolpita nel timpano di Cabestany (Pressouyre, 1969). La stessa architettura di Sant'Antimo è stata avvicinata a modelli francesi e non è dunque improbabile che vi abbiano lavorato maestranze provenienti dalla Linguadoca; resta tuttavia da chiarire se il M. di Cabestany si sia fermato in Toscana provenendo dalla Linguadoca o se abbia invece raggiunto la Francia dopo aver lavorato al cantiere dell'abbazia toscana.
Bibl.: M. Salmi, La scultura romanica in Toscana, Firenze 1928; J. Salvadou, Le tympan de Cabestany, BMon 95, 1936, pp. 239-240; R. Rey, Une oeuvre hispanolanguedocienne inconnue: le tympan roman de Cabestany, Bulletin monumental de la Société archéologique du Midi, s. III, 2, 1937, pp. 213-214; J. Gudiol Ricart, Los relieves de la Portada de Errondo y el Maestro de Cabestany, Principe de Viana 5, 1944, pp. 1-16; M. Robin, Le Maître du tympan de Cabestany. L'art roman du Roussillon, Le Point, 1947, 34-35, pp. 75-80; M. Durliat, L'oeuvre du Maître de Cabestany, "XXVIe Congrès régional des fédérations historiques du Languedoc méditerranéen et du Roussillon, Carcassonne 1952", Carcassonne 1953, pp. 185-193; id., Le Maître de Cabestany, in id., La sculpture romane en Roussillon, IV, Perpignan 1954, pp. 7-49; M. Salmi, Chiese romaniche della campagna toscana, Milano 1958; E. Junyent, L'oeuvre du Maître de Cabestany, "Actes du 85e Congrès national des Sociétés savantes. Section d'archéologie et d'histoire de l'art, Montpellier 1961", Paris 1962, pp. 169-178; G. Zarnecky, A Sculptured Head Attributed to the Maître de Cabestany, BurlM 106, 1964, pp. 536-537; J. Raspi Serra, Contributo allo studio di alcune sculture dell'abbazia di Sant'Antimo, Commentari 15, 1964, pp. 135-165; id., Abbazia di Sant'Antimo: sculture del chiostro e del portale, in Mélanges offerts à René Crozet, Poitiers 1966, I, pp. 645-654; L. Pressouyre, Une nouvelle oeuvre du ''Maître de Cabestany'' en Toscane: le pilier sculpté de San Giovanni in Sugana, BSNAF, 1969, pp. 30-55; J. Gardelles, L'oeuvre du Maître de Cabestany et les reliefs du château de La Réole, BMon 134, 1976, pp. 231-237; D.L. Simon, Still More by the Cabestany Master, BurlM 121, 1979, pp. 108-111; J. Camps i Sòria, I. Lorés i Otzet, Dos capitells del Museu arqueològic de Narbona del cercle del Mestre de Cabestany, Lambard. Estudis d'art medieval 4, 1990, pp. 125-137; M. Durliat, Deux chapiteaux de l'entourage du Maître de Cabestany au Musée de Narbonne, BMon 149, 1991, p. 320; id., Le Maître de Cabestany à Gérone, ivi, 150, 1992, p. 180.