MAESTRO di SORIGUEROLA
Pittore anonimo attivo nell'ultimo quarto del sec. 13° soprattutto nel territorio pirenaico della Cerdagna e nelle zone confinanti. La denominazione trae origine da un dipinto proveniente da Sant Miquel di Soriguerola, nei pressi di Puigcerdà (Lérida) una chiesa che nel Medioevo dipendeva dal monastero di Santa Maria de Serrateix nella regione di Berga (Barcelona), e conservato a Barcellona (Mus. d'Art de Catalunya).
Alla produzione di questo artista vengono ricondotti alcuni dipinti su tavola che consentono sia di delinearne in modo attendibile l'iter stilistico, sia di individuarne le origini culturali, sia infine di rilevare l'influenza esercitata dal M. di Soriguerola all'interno del lungo processo di trasformazione stilistica che dalla pittura romanica condusse a quello che si può definire stile gotico lineare.Punto di partenza per l'identificazione di questa personalità artistica fu lo studio del dipinto eponimo, che, nonostante le dimensioni insolite (cm. 97x235), viene considerato un antependium, con molte scene relative alla leggenda dell'arcangelo Michele.Sia nell'iconografia sia nella distribuzione dei temi, l'antependium presenta numerose varianti rispetto alla norma di quelli propriamente romanici. La tavola, suddivisa in tredici riquadri di diverse forme e dimensioni, è risolta in un ricco cromatismo in cui, oltre al verde e al nero - nei contorni e in alcuni tratti che rafforzano il modellato -, compaiono soprattutto il rosso, il giallo e il blu scuro. Alcune scene sono collocate in una cornice architettonica costituita da archi trilobati sostenuti da colonne che mostrano nei capitelli dettagli ornamentali propri del Romanico tardo del 13° secolo. Le figure, che si delineano su sfondi uniformi rossi o blu arricchiti da stelle dorate, presentano soluzioni stereotipate nelle membra e nei volti, ma peculiari dell'artista nell'esecuzione degli occhi, delle bocche e delle orecchie. Sono rilevabili, oltre alle citate reminiscenze romaniche, elementi nuovi, quali il crescente naturalismo della resa dei panneggi, i riferimenti a uno spazio esterno e l'eloquente gestualità dei personaggi. Le soluzioni adottate mostrano un gusto personale e un eloquio narrativo semplice, sebbene non privo di qualche concessione all'aneddotica, che prelude a quello dei secoli successivi.In stretta relazione con l'antependium di Soriguerola si pongono altri pezzi: una coppia di pannelli laterali di un altare conservati a Vic (Mus. Arqueologic-Artistic Episcopal), che rappresentano rispettivamente S. Michele che pesa le anime e, affrontate, le figure dei Ss. Pietro e Paolo, e due pannelli di analogo soggetto (Barcellona, Mus. d'Art de Catalunya), provenienti da Toses a la vall de Ribes (Gerona).In questo gruppo possono essere inclusi anche antependia di epoca appena successiva: quello di S. Eugenia, con episodi della vita e del martirio della santa (Parigi, Mus. des Arts Décoratifs), proveniente da Saga presso Ger (dip. Gers), in cui emergono singolari soluzioni nel trattamento degli sfondi; quello di S. Vincenzo, conservato nell'omonima chiesa di La Llagonne (dip. Pyrénées-Orientales), analogo al precedente, e quello di S. Cristoforo (Barcellona, Mus. d'Art de Catalunya), proveniente forse anch'esso da Toses, dominato dalla figura del santo titolare, con quattro scene della vita su ognuno dei lati. È interessante in quest'ultimo la convivenza di stilemi romanici e gotici, accanto a elementi di derivazione moresca nelle soluzioni decorative.Echi lontani dell'arte del M. di Soriguerola sono stati individuati anche in alcuni antependia e in una tavola a Solsona (Mus. Diocesà i Comarcal), pertinente a un retablo proveniente da Sant Jaume a Frontanyà presso Borredá (Barcelona).
Bibl.: J. Ainaud de Lasarte, El Maestro de Soriguerola y los inicios de la pintura gótica catalana, Goya, 1954, 2, pp. 75-82; W.W.S. Cook, J. Gudiol Ricart, Pintura e imaginería románicas (Ars Hispaniae, 6), Madrid 19802 (1950); J. Ainaud de Lasarte, La pintura catalana. La fascinació del romànic, Genève-Barcelona 1989.