maestro (mastro)
Sostantivo ad alta frequenza, che ricorre, anche come predicativo, nel Convivio e nella Commedia; una volta si registra nel Detto. La forma ‛ mastro ' è più volte nel Fiore.
Nel senso proprio di " docente ", in If XI 104 l'arte vostra quella [la natura] ... / segue, come 'l maestro fa 'l discente; Pd X 98 Questi... / frate e maestro fummi, Alberto Magno, di cui s. Tommaso, lo spirito che qui parla, fu discepolo; lo stesso significato anche in Cv IV VII 13, XXIV 18, e in Pd XXIV 47 il baccialier s'arma e non parla / fin che 'l maestro la question propone.
In If XVII 132 è detto m. il falconiere, in quanto " istruttore " del falcone usato per la caccia.
Frequente anche il significato di " maestro d'arte e mestiere ", " artefice ": Cv I XI 17 come colui che biasimasse lo ferro d'una spada, non per biasimo dare al ferro, ma a tutta l'opera del maestro; in If XXX 61 parla maestro Adamo, il " maestro " dell'arte dei metalli (ma si veda il Contini [Lett. dant. 589]: " costui... si proclama il ‛ maestro Adamo '; e secondo quest'enfasi maestro appare termine tecnico del mondo universitario, grado sinonimo di dottore, e la facoltà, più che la medica, ben probabilmente è ancora quella delle Artes, fra le quali vennero classificate le cosiddette scienze naturali. Altro che artigiano! ". Cfr. anche Petrocchi, ad l.: " Qui maestro: al v. 104 mastro: i codici indicano un'alternanza che sembrerebbe muovere dal fatto che qui è Adamo a chiamare sé stesso maestro "); e analogamente Pg XII 64 di pennel... maestro o di stile; Cv I XI 11, III VI 10, IV IX 10, 11 (due volte) e 13.
Nel senso di " artefice ", il termine è riferito anche a Dio, in quanto costruttore dell'universo: Pd X 11 comincia a vagheggiar ne l'arte [" la natura delle cose artificiosamente instituite da Dio ", Landino] / di quel maestro che dentro a sé l'ama. Analogo riferimento sembra si possa ipotizzare in If XV 12 lo maestro félli (gli argini del Flegetonte): " l'artefice (maestro), diretto o indiretto, non può essere che Dio " (Chimenz); cfr. anche XXXI 85, e Pg XII 64, già citato.
Più di frequente il sostantivo indica una " persona che, attraverso l'insegnamento e l'esempio, si fa guida di altre persone ". In quest'accezione, il termine è riferito, in moltissimi passi, a Virgilio: If I 85 Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore, II 140 tu duca, tu segnore e tu maestro, IV 31 Lo buon maestro, VIII 41 'l maestro accorto, e 86 'l savio mio maestro; e ancora: If III 12, 32, 43, 72 e 121, IV 46, 85 e 99, V 50, VI 103, VII 37, 49, 67 e 115, VIII 52, 67 e 70, IX 58, 86 e 124, X 3 e 115, XI 13 e 67, XII 64, XIII 16, 28 e 136, XIV 43 e 130, XV 97, XVI 90 e 117, XVII 37, XVIII 82, XIX 31 e 43, XX 100, XXI 58, 80 e 127, XXII 43 e 61, XXIII 21 e 49, XXIV 47 e 72, XXV 25, XXVI 49 e 65, XXVIII 47, XXIX 22 e 100, XXX 131 e 143, XXXI 21 e 130, XXXII 82, XXXIII 104, XXXIV 3, 17, 62, 83, 94 e 101; Pg I 125, II 25 e 115, III 53, 61 e 100, IV 36 e 76, V 11 e 31, IX 89, X 47 e 112, XII 11 e 118, XIII 37, XV 40, XVI 22 e 29, XVII 11 e 81, XVIII 10, XIX 34, XX 134, XXI 118, XXVI 2 (una sola volta Virgilio è detto mastro - v. oltre -, in una rima ricca [con vincastro e 'mpiastro] che si ripete solo in Pd XV 20-24 astro / nastro / alabastro). Al plurale, detto di Virgilio e Stazio: Pg XXVII 114 io leva'mi, / veggendo i gran maestri già levati. Riferito ad Aristotele, 'l maestro di color che sanno (If IV 131): Cv I IX 9 il mio maestro Aristotile; IV II 16, VI 7 e 8, VIII 15, XXIII 8, Pd VIII 120. Padre e maestro è definito s. Francesco, nei riguardi dei suoi seguaci (Pd XI 85); e maestro per gli apostoli è Gesù (Pg XXXII 81).
Quest'accezione è, infine, documentata in Detto 347 pensa d'esser maestro / di ciò ch'i' t'ammaestro.
Vale " medico ", secondo una delle accezioni tecnico-professionali proprie del linguaggio medievale (cfr. Del Lungo), nel contesto figurato di If XXVII 96, dove Guido da Montefeltro afferma di essere stato ‛ chiesto ' da Bonifazio VIII per maestro / a guerir de la sua superba febbre. Come maestro e donno della caccia di cui era dunque a capo, appare l'arcivescovo Ruggieri a Ugolino durante il mal sonno (If XXXIII 28 e 26).
La forma ‛ mastro ', con riferimento a Virgilio, " maestro " per antonomasia, è, in rima, in If XXIV 16 Così mi fece sbigottir lo mastro / quand'io li vidi sì turbar la fronte.
La stessa forma nel Fiore, per lo più usata nel senso di " maestro di teologia ": XCII 9 Mastro Sighier, Sigieri di Brabante, dottore nello Studio di Parigi, e 12 Mastro Guiglielmo, Guglielmo di Sant'Amore, anch'egli insegnante nello Studio di Parigi; mastro divino si definisce Falsembiante (Cv 6, CXXXI 7; Cfr. anche CXII 5, CXXVI 6, CXXXII 5). il senso di " artefice " è documentato, oltre che in If XXX 104 già citato, in Fiore VIII 1 mastro Argus che fece la nave, e XXVIII 7 mastri più sovrani / di marmo lavorato ad iscarpello; buon mastro divino (CCXXVIII 8) è riferito a Dio, in quanto " creatore ", " artefice " del corpo umano.