MAESTRO (o maestrale)
Con tale nome viene indicato un vento che proviene generalmente da NO. Dal punto di vista della genesi (che meglio della direzione caratterizza un vento), come fu detto anche per il libeccio (v.), il maestro si può definire come il vento della parte posteriore (settore freddo) dei cicloni (v. ciclone). È un vento piuttosto fresco, che soffia spesso con discreta violenza (in prossimità del fronte), con andamento più regolare di quello del libeccio. Essendo un vento di settore freddo, cioè di aria più densa che viene a sostituire quella calda, il maestro ha talvolta una sensibile componente discendente.
Anche questo vento può essere, per condizioni orografiche locali, alquanto deviato dalla direzione di NO., pure conservando tutte le sue caratteristiche.
Vi sono altri venti, di origine ben differente, che provenendo da NO., sono pure chiamati maestro. Oltre alle brezze, la cui direzione è determinata essenzialmente da condizioni orografiche locali, venti di NO. sono provocati da una spiccata azione orientatrice della catena delle Alpi e degli Appennini sui versanti del Golfo del Leone, dell'alto e medio Tirreno, e del medio e basso Adriatico rispettivamente, di modo che in molte regioni la frequenza di venti di maestro è superiore a quella che spetterebbe loro per i passaggi dei fronti freddi. Particolarmente importante è l'azione della catena alpina: le masse d'aria anticiclonica che si spostano, secondo le leggi indicate dalla meteorologia generale, da occidente a oriente, nel nostro emisfero, trovano nelle Alpi un'immensa diga, difficilmente sormontabile, e vengono quindi a rovesciarsi con notevole violenza nel bacino mediterraneo; la direzione di queste correnti, diremo così di rigurgito, è appunto forzatamente intorno a NO. Questo fenomeno è di tale importanza, nelle regioni a occidente delle Alpi, e specie nella Provenza, da costituire una caratteristica notevole di queste regioni: è questo vento il noto mistral.
Come la parola libeccio, anche la parola maestro è usata dai marinai del bacino mediterraneo per indicare una direzione riferita ai punti cardinali, e precisamente il rombo della rosa dei venti attorno ai 315°, contati da N. per E.