VEGIO, Maffeo
Umanista, nato a Lodi nel 1407, morto a Roma nel 1458.
Compiuti gli studî di lettere a Milano, passò all'università di Pavia per attendere alla dialettica e alla giurisprudenza e vi strinse grande familiarità con molti illustri personaggi. Ammiratore di Virgilio, compose (1427) un XIII libro da aggiungere all'Eneide, i poemetti Astyanax (1430), Velleris aurei libri IV, e la satira Regisol contro i maestri di teologia; cantò nel Convivium deorum (circa 1430) le imprese e le virtù di Filippo Maria Visconti, alla cui gloria rivolse pure il Carmen heroicum. Queste poesie, alle quali si devono aggiungere Pompeiana, Rusticalia (1431) ed Epigrammata, non valsero a procurare al V. un ufficio stabile: ond'egli verso il 1435 andò a cercare fortuna a Roma, dove Eugenio IV lo nominò prima datario, poi anche abbreviatore e nel novembre canonico di S. Pietro. Nel 1455 entrò fra gli agostiniani. Il nuovo zelo religioso, che da tempo aveva preso il posto della primitiva frivolezza, non gli fece rinnegare l'ideale classico della sua arte, che egli consertò con l'ideale cristiano, come appare timidamente nei suoi tre dialoghi lucianeschi e decisamente nel poema Antoniados, celebrante S. Antonio abate, nella Laudatio beatae Monicae, e persino nel De perseverantia religionis e nelle vite di alcuni santi. Ma la fama del V. è raccomandata a tre opere: De verorum significatione, in cui determina il valore di molti termini del Digesto, riportando a ogni parola i passi corrispondenti e le relative fonti; De rebus memorabilibus basilicae S. Petri, in cui applica per primo all'archeologia cristiana i metodi che i suoi amici P. Bracciolini e F. Biondo seguivano nello studio della Roma pagana; De educatìone liberorum clarisque eorum moribus, che è il più cristiano dei trattati pedagogici dell'Umanesimo, condotto con vasta erudizione classica e cultura patristica e pervaso da un senso profondo della creatività umana, dove tra l'altro si dà grande importanza agli esercizî fisici e al lavoro e si mira alla formazione non solo dell'uomo morale e religioso ma anche del cittadino.
Opere: La maggior parte in Opera (Lodi 1613) e in Maxima bibliotheca veterum patrum et antiquorum scriptorum ecclesiasticorum, XXVI, Lione 1677. Gli epigrammi in L. Raffaele, M. V. (Bologna 1909). La più recente edizione del De educatione fu curata e annotata da N. J. Féron, Tournai 1854; quella del lib. XIII dell'Eneide è in A. Cox Brinton, M. V. and his thirteenth Book of the Aeneid (testo latino e traduzioni inglese e scozzese), California 1930.
Bibl.: F. G. Kobler, Pädagogik des M. V., Schwab 1856; K. A. Kopp, M. V., Lucerna 1887; id., M. V. Erziehungslehre, Friburgo in B. 1889; M. Minoia, La vita di M. V., Lodi 1896; A. Liverani, Il XIII libro dell'Eneide di M. V., Livorno 1897; A. Franzoni, L'opera pedagogica di M. V., Lodi 1907; G. A. Consonni, Un umanista agiografo. M. V. da Lodi, Ravenna 1909; C. Picci, M. V. epigrammista, Varallo-Sesia 1911; V. Zabughin, Vergilio nel Rinascimento italiano, Bologna 1921, I, pp. 281-87 e 304-12; G. Saitta, L'educazione dell'umanesimo in Italia, Venezia 1928, pp. 73-89.