VIALLI, Maffo
Nacque a Cremona il 19 marzo 1897 da Giuseppe e da Giulia Robolotti.
A Cremona visse fino al conseguimento della maturità classica; iniziò gli studi in scienze naturali nel 1915 presso l’Università di Pavia vincendo il concorso per il posto di alunno presso il collegio Ghislieri, anche se non ebbe mai la possibilità di accedervi perché nel frattempo la struttura era stata adibita a ospedale militare.
Si offrì volontario per il fronte, dove rimase quattro anni in trincea conseguendo il grado di tenente. Fu tre volte decorato con la medaglia di bronzo al valor militare ed ebbe la croce al merito di guerra. Fu anche ferito alla gola e per tutta la vita patì i postumi di questo trauma. Nel 1919, ancora sofferente, si laureò in scienze naturali a Pavia, all’età di 22 anni.
Dopo la laurea fu accolto per pochi mesi presso l’Istituto di biologia marina di Rovigno, in Croazia, da Raffaele Issel (1878-1936): questi stimolò in lui l’entusiasmo naturalistico e lo nominò suo assistente. Da allora, a parte una breve parentesi a Modena negli anni Trenta, lavorò sempre nell’Ateneo pavese. Rina Monti, docente di anatomia comparata e direttrice dell’istituto di anatomia e fisiologia comparate, lo introdusse agli studi morfologici e istologici e nel 1923 lo nominò suo aiuto. Edoardo Zavattari, succeduto a Monti, gli affidò il laboratorio di anatomia e fisiologia comparate.
Nel 1925 si sposò con Tina Comini dalla quale ebbe una figlia, Giulia Sacchi Vialli (1926-1998), che fu professoressa di paleontologia e direttrice dell’omonimo istituto dell’Università di Pavia. Vialli divenne professore incaricato di antropologia nel 1931, tenendo corsi fino al 1932 e poi per molti anni, dal 1939 al 1956. Nel 1935 fu chiamato alla cattedra di anatomia comparata e ottenne la direzione dell’omonimo istituto presso la sede in palazzo Botta, che diresse fino al 1967. Lasciò l’insegnamento nel 1972, pur continuando a lavorare presso l’istituto come professore emerito.
Le conoscenze acquisite in anatomia e fisiologia comparate gli permisero di fondare le basi dell’istochimica (scienza che studia i tessuti e le cellule applicando metodologie chimiche e fisiche) in Italia. Egli fu un vero pioniere in questo campo: partecipò, nel 1954, alla creazione della Rivista di istochimica normale e patologica, mentre nel 1958 fu uno dei fondatori della Società italiana di istochimica e nello stesso anno ricevette dal Consiglio nazionale delle ricerche l’incarico di fondare a Pavia un centro di studio per l’istochimica (oggi parte dell’Istituto di genetica molecolare). Il suo ruolo nello sviluppo dell’istochimica è tuttora riconosciuto: a lui è stato dedicato nel 1999 un premio biennale, il Maffo Vialli International Award for histochemistry per ricerche nel settore.
Il suo primo lavoro, pubblicato nel 1920, riguardò la distribuzione e la forma dei cromatofori nella pelle di un anfibio, il geotritone italiano (Speleomantes italicus) (Contributo alla conoscenza della distribuzione e forma dei cromatofori nello Spelerpes fuscus Bonap., in Atti della Società italiana di scienze naturali, LIX (1920), pp. 70-81). Vi è già chiara l’impostazione istochimica: egli infatti suddivise i cromatofori in due tipi sulla base di analisi chimiche e considerò tutte le variazioni di forma e colore come secondarie.
Tra il 1920 e il 1926 studiò gli aspetti fisiologici della disidratazione e della reidratazione in numerosi gruppi animali a partire dalle rane verdi e dai molluschi per poi affrontare crostacei, anellidi e artropodi. Indagò le pseudobranchie dei pesci (1924-30) e, dal 1928, i plessi coroidei nell’encefalo di tutti i gruppi di vertebrati, pubblicando una revisione complessiva sull’argomento di oltre 370 pagine (Le formazioni coroidee nei vertebrati, in Rivista di patologia nervosa e mentale, XLIII (1934), pp. 573-945). Pubblicò anche cinque contributi più prettamente anatomici dedicati alla metamorfosi degli anfibi (1931-32).
A partire dal 1934 le ricerche di Vialli cambiarono approccio: egli scelse infatti di abbandonare il metodo meramente descrittivo. Nei suoi lavori non si limitò più a delineare le strutture che osservava al microscopio ma ne fornì una interpretazione in congiunzione con i suoi possibili significati funzionali. Cercò sempre di fornire la spiegazione del ruolo biologico della cellula basato sui rapporti tra forma e strutture chimico-fisiche.
Dal 1933 iniziò la proficua collaborazione con Vittorio Erspamer che lo avrebbe portato a sviluppare il filone di ricerche più fruttuoso della sua carriera. Insieme concentrarono le ricerche sul sistema cellulare enterocromaffine dell’intestino con la caratterizzazione delle sostanze indoliche e fenoliche. La scoperta, nel 1937, della sostanza secreta da queste cellule, chiamata enteramina, rimase per sempre legata al suo nome e a quello di Erspamer (M. Vialli - V. Erspamer, Caratteristiche istochimiche delle cellule enterocromaffini, in Bollettino della Società italiana di biologia sperimentale, VIII (1933), pp. 885-887; Idd., Cellule enterocromaffini e cellule basigranulose acidofile nei vertebrati (ricerche istochimiche), in Zeitschrift für Zellforschung und Mikroskopische Anatomie, XIX (1933), 4, pp. 743-773; Idd., Ricerche sul secreto delle cellule enterocromaffini. Nota IX. Intorno alla natura chimica della sostanza specifica, in Bollettino della Società medico-chirurgica di Pavia, LI (1937), pp. 1111-1116).
L’enteramina, studiata in molti gruppi animali, venne successivamente ribattezzata serotonina e definita chimicamente (nel 1952) come 5-idrossitriptammina. La serotonina è considerata una delle sostanze più rilevanti nella regolazione umorale ed è oggi ampiamente utilizzata in campo medico per la produzione di antidepressivi, antiemetici e prodotti contro l’emicrania.
A partire dal 1954 Vialli svolse indagini di istochimica quantitativa riguardanti il DNA e la biologia del nucleo. Le sue ricerche si focalizzarono in particolare sul contenuto di acido desossiribonucleico nelle cellule e sul rapporto tra dimensioni del nucleo e della cellula: aspetti che ebbero notevole importanza nel dibattito scientifico dell’epoca sul significato evolutivo del DNA inattivo. Dedicò molte delle sue energie allo studio dei secreti e, in particolare, dei veleni prodotti dalla pelle degli anfibi, pubblicando nell’arco di quarant’anni oltre 50 articoli scientifici sull’argomento. Svolse anche studi zoologici descrivendo nel 1937 una nuova specie di planaria (Dendrocoelum italicum) per la grotta Büs del Budrio a Serle, in provincia di Brescia, recentemente ritrovata nella stessa cavità. Non tralasciò neppure gli aspetti di anatomia comparata. Curò, infatti, la descrizione delle uova e degli stadi larvali di tre famiglie nell’enciclopedica opera Fauna e flora del golfo di Napoli (a cura di S. Lo Bianco, XXXVIII, Napoli 1937).
Tra le pubblicazioni più curiose redatte da Vialli vi fu uno studio condotto con la figlia Giulia riguardante le lacune ossee nei vertebrati attuali e fossili alla luce delle conoscenze di biologia cellulare, finalizzato a determinare la quantità di DNA presente in specie estinte.
Pubblicò il volume Introduzione alla ricerca in istochimica (Milano 1956) e partecipò con due contributi alla redazione dell’Handbuch der Histochemie (a cura di W. Graumann - K. Neumann, I, Stuttgart 1958) considerato il testo di riferimento dell’epoca sull’istochimica. Negli ultimi anni della sua vita si occupò dello studio di modelli fotografici per le indagini in campo istologico, aspetti tecnici che dimostrano ancora una volta il suo entusiasmo per la ricerca. La sua produzione scientifica assomma a oltre 350 articoli scientifici.
Morì a Pavia il 14 febbraio 1983.
L’Università di Pavia gli ha dedicato un’epigrafe nel palazzo centrale dell’ateneo, che recita: «anatomo comparato, promotore e maestro degli studi di istochimica, insegnò in questo ateneo dal 1934 al 1972». A lui è stata intitolata anche l’aula presso palazzo Botta a Pavia, dove per tanti anni tenne le sue lezioni.
Incontro con M. V. in occasione del suo 75° anno: Pavia, 11 dicembre 1972, Pavia 1973; In memoria di M. V.: dalle sedute del Consiglio di facoltà (22 febbraio e 17 marzo 1983), Pavia 1984; G. Gerzeli, M. V. (1897-1983), in Bollettino di zoologia, LI (1984), pp. 433-447; Id., Ricordo di M. V., Pavia 1984; G. Sacchi Vialli, Ripensando alla vita di M. V. nel centenario della nascita (1897-1997), in Pianura, IX (1997), pp. 143-150; D. Mantovani - P. Mazzarello, Il merito e la passione: Vittorio Erspamer e Pietro Ciapessoni al collegio Ghislieri di Pavia, Milano 2011.