MAFRA (A. T., 39-40)
Città del Portogallo nella provincia di Estremadura, situata a 32 km. a NO. di Lisbona su di un'altura in prossimità del mare. Il centro, che contava 4242 ab. nel 1920, è ricordato per il convento costruito da re João V dal 1717 al 1730, su progetto dell'architetto Federico Ludwig, detto Ludovice.
Nella disposizione generale ricorda l'Escuriale innalzato da Filippo II: è un grande quadrilatero con due ali terminate da padiglioni angolari; nel centro ha la chiesa fiancheggiata da due torri, e ai lati della chiesa sino ai padiglioni gli appartamenti del re e della regina con una fuga di saloni. Tra le due torri della chiesa troneggia in distanza la cupola, centro della costruzione. La chiesa è preceduta da un vestibolo decorato da quattordici statue degli scultori italiani Corsini, Bernardino Ludovici e Bracci: poiché in questa basilica, sotto la direzione del Giusti, si formò quella scuola di scultura detta di Mafra, il cui più brillante allievo fu il portoghese Machado de Castro, autore delle parti scultoree del monumento al re don José I in Lisbona, manierista all'uso italiano dell'epoca. L'interno della chiesa, a una sola navata con cappelle laterali sul tipo delle chiese romane neoclassiche, è decorato da bassorilievi, da marmi policromi e da magnifiche cancellate in bronzo dorato, tra cui particolarmente notevole il cancello fiammingo della cappella del Sacramento. Celebre l'insieme delle campane. La chiesa possiede una sontuosa collezione di paramenti sacerdotali; e ha annesso un museo d'arte decorativa che raccoglie tutto quanto era appartenuto all'enorme convento. La vasta biblioteca, lunga sala di stile rococò con bassorilievi di stucco, era tra le più ricche del Portogallo per incunaboli, manoscritti e miniature.
Interessanti inoltre a Mafra le rovine della chiesa gotica di S. Andrea, costruita nei secoli XIII e XIV.
Bibl.: Fr. Claudio da Conceição, Gabinete historico, 1818-31; O Panorama, 1837-1858; V. Barbosa, Estudios hist. e archeol., 1874-75; Beckford, Cartas (trad. port.), 1901; J. Ivo e F. Santos, O Monumento de Mafra, 1906.