magagna
Deverbale da ‛ magagnare '. Ricorre solo nella Commedia e sempre in rima (la stessa disposizione a collocarsi in rima si riscontra invariabilmente in tutti gli altri esempi citati, o altrimenti noti, non solo di questa voce, ma anche del suo omofono [III singol. pres. ind.]: cfr. Febus-el-forte, ediz. Limentani, II 44 6, V 30 4, ecc.).
È usato dagli altri scrittori in prevalenza con significato di " ferita " o " difetto ", " vizio corporale ", " guasto " di uomini, animali e cose (soprattutto di cavalli e di armature); da D. è sempre assunto come traslato.
Equivale senza dubbio a " vizio ", " colpa ", in If XXXIII 152 Ahi Genovesi... pien d'ogne magagna, e in Pg XV 46 [Guido del Duca] Di sua maggior magagna [del suo peccato più grave, l'invidia] / conosce il danno.
D'interpretazione incerta è invece sembrato in Pg VI 110, dove dipende dal senso, molto discusso, da dare a tutta la terzina Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura / d'i tuoi gentili, e cura lor magagne; / e vedrai Santafior com'è oscura!, e anche dalla lezione del v. 111, per il quale la variante com'è sicura o secura fu già accolta dal Casella e in seguito da altri, anche nella diversa lettura come si cura (Porena, Chimenz).
Intendendo pressura come " oppressione esercitata dai nobili " e ‛ com'è sicura ' o ‛ come sicura ' ironico relativamente alla terra retta dagli Aldobiandeschi, il brano suona come rimprovero alla nobiltà feudale e magagne non può spiegarsi che con " colpe ", come nelle altre due occorrenze. Invece intendendo pressura come " tribolazioni ", " affanni ", e accogliendo oscura col senso non ovvio ma ben documentato di " afflitta " (oppure considerando ‛ com'è sicura ' ironico relativamente alla condizione degli Aldobrandeschi), magagne dovrà significare " danni ". Questa seconda soluzione è senz'altro più verisimile: dopo il Barbi (Problemi I 280 e Con D. e coi suoi interpreti, Firenze 1941, 339-340) una parola decisiva è stata detta dal Petrocchi (Introduzione 194-195, e ad l.), che ha ben chiarito le ragioni interne ed esterne che inducono a sostenerla. Una conferma si può avere nel verbo di magagne: cura sembra tecnico per le ferite (in questo caso politiche e morali), mentre ‛ curare le colpe ' per " porvi rimedio " o " punirle " darebbe luogo a non trascurabili perplessità.