Alexander, Magister
Miniatore attivo a Parigi nella prima metà del 13° secolo. Fin dai primi anni del Duecento, Parigi si affermò come il principale centro di produzione della miniatura francese. Tre condizioni concorrevano a creare questa situazione: l'edizione di nuovi testi, e soprattutto quello della Bibbia universitaria; l'aumentare della clientela, in particolare universitaria, ma anche ecclesiastica e regale; lo stabilirsi di molti artisti che vivevano vicini gli uni agli altri e lavoravano per gli stessi committenti. Per i miniatori, questa attività si tradusse nella nascita di uno stile peculiare, oggi documentato da più di settanta manoscritti suddivisi dalla critica in tre gruppi, che si susseguono nei primi tre decenni del 13° secolo. Di questa produzione l'unico nome di artista noto è quello di A., conosciuto per una scritta in lettere d'oro in una Bibbia (Parigi, BN, lat. 11930-11931), accanto all'iniziale della Genesi: "Magister Alexander me fecit". L'attività di A. è legata al terzo e ultimo gruppo di manoscritti, certamente il più numeroso, ma anche il meno fantasioso.
Le opere di questo maestro hanno caratteristiche che annunciano già lo stile delle Bibles moralisées. All'inizio della sua attività, verso il 1210, A. trovò a Parigi uno stile già definito, caratterizzato da una nuova gamma ornamentale, costituita da motivi floreali originari della Piccardia e della Champagne, che avevano sostituito i fioroni e i piccoli leoni del Channel Style, onnipresente alla fine del secolo precedente.
A. sembra aver fatto il suo apprendistato alla scuola di un artista noto come 'Maestro del Tolomeo della Sorbona', dal manoscritto scientifico miniato nel 1213 a Parigi (Parigi, BN, lat. 16200), che introdusse nella città il tipo di drappeggio morbido a pieghe profonde che caratterizza il Muldenfaltenstil; questo maestro inoltre applicò la sua inventiva alla elaborazione di nuovi temi iconografici, come l'illustrazione del Decretum Gratiani (Liegi, Bibl. Univ., 127 E) e alla formulazione di una iconografia specifica per ogni libro della Bibbia.
A. assimilò abbastanza bene le formule di questo maestro, le composizioni semplici, i tocchi di blu, rosa antico e bianco neve, i contorni e le sottolineature con tratto nero, ma l'umanità delle espressioni malinconiche e l'eleganza degli atteggiamenti e dei drappeggi gli sfuggirono completamente.
A. lavorò in compagnia di uno degli artisti della Bible moralisée di Vienna (Öst. Nat. Bibl., 2554) a un messale (Parigi, BN, lat. 1112) secondo l'uso liturgico parigino della fine del secondo decennio del 13° secolo. In seguito A. collaborò diverse volte con il 'Maestro del Salterio di Bianca di Castiglia'. Nessuno dei manoscritti attribuitigli sembra databile dopo il 1229-1230.
Bibbie e libri biblici glossati, necessari per i maestri di teologia, costituirono la principale attività del pittore, artista di secondo piano, ma prolifico, come testimoniano le aggiunte più recenti al suo corpus: Levitico e Deuteronomio glossati, dipinti insieme al 'Maestro del Salterio di Bianca di Castiglia' (Oxford, New College 17); Bibbia (Sankt Pölten, Diözesanbibl., 54); Genesi glossata (Roma, BAV, Pal. lat. 59).
Con la diffusione in tutta Europa della produzione parigina, anche A. ebbe degli emuli impensabili e lontani. Un suo manoscritto glossato dei Vangeli di s. Matteo e di s. Marco (Padova, S. Antonio, Bibl. Antoniana, 283), donato ai Francescani di Padova nel 1240 da maestro Uguccio, servì da modello agli artisti padovani che lo copiarono fedelmente in un manoscritto conservato oggi a Firenze (Laur., Plut. 3. dex. 9, proveniente dal convento di Santa Croce). A questa fedele imitazione si può contrapporre un altro manoscritto dove l'avversione per la goffaggine di A. si esprime in un rimaneggiamento integrale: un salterio-innario secondo l'uso liturgico di Laon, decorato da questo miniatore (New York, Pierp. Morgan Lib., 313), giunto in Italia verso la fine del 13° secolo. Lo stile di A. non dovette soddisfare il nuovo proprietario che fece ridipingere da un artista locale i volti delle piccole figure.
Bibliografia
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