Vedi MAGLIANO dell'anno: 1961 - 1995
MAGLIANO (v. vol. IV, p. 775)
Le ricerche più recenti sono state concentrate in particolare sugli aspetti locali dell'Orientalizzante e dell'arcaismo etruschi e sulla problematica pertinente alla nascita e allo sviluppo della colonia romana di Heba. Per il primo aspetto, l'indagine è stata rivolta alla revisione dei materiali e allo scavo sistematico di alcune necropoli (località S. Maria in Borraccia, S. Andrea, Cancellone), anche sulla scorta di recenti studi (Cristofani, 1972), che hanno evidenziato, nell'area in esame, una distribuzione demografica per villaggi sparsi, legata allo sfruttamento agricolo del suolo, soprattutto nel corso del VII e VI sec. a.C., sotto l'influenza vulcente. Dagli ultimi scavi emerge, specialmente per gli albori del VI sec., l'importanza di questa zona come centro commerciale, per la sua posizione di confine tra il territorio vulcente e i distretti settentrionali di Roselle e Chiusi. Testimonianze della compresenza di merci e influssi di diversa origine provengono dalla necropoli di S. Maria in Borraccia, ancora della fine del VII-inizi VI sec. a.C., con buccheri e impasti decorati a punzone, di produzione rosellana, ceramica etrusco-corinzia vulcente, anfore e ceramica d'importazione greca, insieme a prodotti locali e, dalla coeva necropoli di S. Andrea, con buccheri e impasti ceretani e ceramica etrusco-corinzia vulcente.
Inoltre, sempre a S. Andrea, è stata scoperta la seconda tomba dipinta di M., simile nella pianta a quelle note, a cella quadrangolare con tramezzo centrale, ma con l'aggiunta di un vestibolo coperto. Vi compaiono: nel vestibolo, sulla parete di fondo, due leoni rampanti in posizione araldica ai lati della porta, con evidente funzione apotropaica; nella cella, sulla parete destra, un leone alato di profilo, e, su quella di fondo, due leoni alati simmetrici e contrapposti al tramezzo centrale. Il fregio a tutta altezza, dipinto direttamente sulla parete di calcare con terre colorate, nella scelta iconografica, nelle proporzioni allungate delle figure, nell'uso convenzionale del colore tradisce una stretta affinità con la coeva ceramica vulcente del Gruppo Policromo (primo quarto del VI sec. a.C.), ma si ricollega anche alle prime esperienze pittoriche ceretane e veienti del tardo Orientalizzante. Quest'ultima scoperta permette di inquadrare meglio anche l'altra tomba dipinta di M.: la c.d. Grotta Dipinta o Tomba Dei, recentemente riesaminata per la pubblicazione di un vecchio disegno d'archivio (Michelucci, 1984). L'arcaismo maturo, caratterizzato dalla standardizzazione dei corredi funerari in corrispondenza dell'affermazione di ceti sociali di medio livello, è esemplificato dalla necropoli del Cancellone, in cui prevalgono buccheri con decorazione plastica di produzione locale e ceramica etrusco-corinzia vulcente. Alla stessa epoca riporta anche l'abbecedario, inciso sulla parete di una tomba in località Mollaie, con sequenze alfabetiche di tipo settentrionale, che conferma la ricettività di quest'area a influssi esterni eterogenei e la sua appartenenza al distretto scrittorio settentrionale (Martelli, 1985).
Recenti indagini topografiche e di scavo sulla colonia romana di Heba hanno confermato la frequentazione dell'area dal II sec. a.C. e identificato il sito della colonia in località Sassaie, mentre ancora dubbia resta la data della sua deduzione. Sempre in base ai risultati della ricognizione e allo studio aereofotogrammetrico, parallelamente intrapreso, è stata proposta una ricostruzione della centuriazione hebana, orientata secondo quella nota nell’Ager Cosanus, che tuttavia, per il carattere teorico che comporta, necessita di una verifica sul terreno per essere confermata. Indubbia è invece l'identificazione di un asse viario che attraversa le Sassaie, orientato NO-SE, in direzione del guado dell'Albegna e preesistente alla colonia, lungo il quale si concentrano le tracce più cospicue di fattorie. I materiali raccolti risalgono in prevalenza al I sec. a.C. e al I d.C., più limitatamente al II sec. d.C., epoca a cui si attribuisce anche una testa-ritratto di fanciullo in marmo, di stile tardo-antonino (località La Torre). Sporadiche attestazioni, databili dal III al VI sec. d.C., alle Sassaie e in prossimità dell'Albegna, documentano comunque la frequentazione dell'area protratta fino alle soglie dell'Alto Medioevo, probabilmente per il suo carattere di passaggio obbligato verso l'Albegna, constatazione che rende meno isolata e casuale la scoperta nella zona del missorio di Ardaburio Aspare (cfr. vol. I, p. 724, s.v. Aspare).
Bibl.: M. Cristofani, Problemi poleografici dell'agro cosano e caletrano in età arcaica, in La civiltà arcaica di Vulci e la sua espansione. Atti del X Congresso di Studi Etruschi e Italia, Grosseto 1975, Firenze 1977, pp. 235-257; W. Eck, E. Pack, Das römische Heba. Materialien aus der Vorarbeit zu CIL XI Suppl. alterum, in Chiron, XI, 1981, pp. 139-168; I. Attolini, Territori centuriati in Italia: il caso Heba, in S. Settis (ed.), Misurare la tena. Centuriazioni e coloni nel mondo romano, I, Modena 1983, pp. 219-221; I. Attolini, E. Fentress, Ricognizione archeologica nell'ager Cosanus e nella valle dell'Albegna. Rapporto preliminare 1982-83, in AMediev, X, 1983, p. 453 ss.; M. Michelucci, Caletra, Καλουσιον, Heba. Indagini sugli insediamenti etruschi nella bassa valle dell'Albegna, in Studi di antichità in onore di G. Maetzke, i Roma 1984, pp. 387-392; S. Steingräber e altri, Catalogo ragionato della pittura etrusca, Milano 1985, pp. 17, 19, 40 ss., 283; M. Martelli, in StEtr, LIII, 1985, p. 217-218; I. Attolini, A. Gunnella, E. Fentress, Heba e il suo territorio, in A. Carandini (ed.), La romanizzazione dell'Emma. Il territorio di Vulci, (cat.), Milano 1985, p. 125 ss.; T. C. B. Rasmussen, Archaeology in Etruria, in ARepLondon, 32, 1985-86, p. 116 s.; P. Rendini, Magliano in Toscana, in StEtr, LV, 1989, pp. 481-484.
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