magnifico
Analogamente alla designazione della ‛ magnificenza ' (v.) come qualità propria di Dio, che elargisce doni spirituali adeguati alla sua grandezza, l'uso dell'aggettivo è introdotto a proposito delle meraviglie, dell'opera divina: infatti l'atto più alto e magnifico che Dio abbia compiuto è stato il donare sé stesso per la redenzione degli uomini (Pd VII 113).
È invece usato a denotare ricchezza materiale, lusso, nelle due accezioni di Cv IV XII 6 (Io in nullo tempo per fermo né le pecunie di costoro, né le magioni magnifiche... tra cose buone o desiderabili esser dissi; il passo traduce Cic. Par. I I 6) e XXV 5 (li antichi regi ne le loro magioni faceano magnifici lavorii d'oro e di pietre e d'artificio).