Vedi MAGONZA dell'anno: 1961 - 1995
MAGONZA (v. vol. IV, p. 781)
Si sono andate intensificando, negli ultimi decenni, le ricerche sull'antica Mogontiacum, che si identificava agli inizî del principato con la duplice fortificazione dei campi militari di M.-Kästrich. Entrambi gli accampamenti, come pure le adiacenti canabae e necropoli, erano collegati tra loro da una larga strada, sulla quale era un cenotafio, un tumulus honorarius innalzato in onore di Druso, morto in Germania nel 9 a.C. Il monumento, alto cento piedi, ossia circa 30 m, costituiva il fulcro di una parata onoraria annuale dell'esercito, nonché di una supplicatio da parte di delegati delle civitates galliche.
Il teatro situato nelle vicinanze del monumento funerario di Druso non è stato datato con esattezza, ma probabilmente risale al I sec. d.C. Inoltre, grazie ad analisi dendrocronologiche, il ponte sul Reno, precedentemente attribuito a epoca flavia, è ora databile all'epoca di Tiberio. Il ruolo di Mogontiacum è stato notevolmente chiarito con il ritrovamento di un arco onorario a tre fornici costruito dalla Legio XIIII sulla riva destra del Reno, all'interno del castello di M., il quale sembra essere anteriore rispetto al Castellum Mattiacorum, più tarda testa di ponte. È stato ipotizzato che possa trattarsi dell'arco che (a quanto ci dicono i testi della Tabula Hebana e della Tabula Siarensis) fu eretto in onore di Germanico apud ripam Rheni. Sulla base di tutto ciò, l'importanza di Mogontiacum durante l'epoca di Augusto e di Tiberio va dunque rivalutata: oltre alla già menzionata funzione di accampamento militare, Mogontiacum dovette avere sin dagli inizî un ruolo di rappresentanza politica.
Insieme all'acquedotto flavio, la porta praetoria del campo legionario di M.-Kästrich appartiene alla più recente architettura monumentale. I blocchi di pietra di questa e di altre costruzioni furono reimpiegati in tratti di fortificazioni tardoantiche. Successivamente, soprattutto a partire dal II sec. e in epoca tardo-antica, la topografia di M. si modificò: scomparve il campo militare di M.-Weisenau e l'insediamento urbano, con la cinta muraria, venne trasferito nella pianura tra il campo legionario di M.-Kästrich (Legio XXII primigenia pia fidelis) e il Reno con il ponte. La situazione topografica del III e del IV sec. è fondamentalmente diversa dalle precedenti. Nel IV sec., inoltre, il campo legionario viene abbandonato e le mura di cinta estese alla zona precedentemente occupata dal campo. Qui sono stati scoperti nel 1985 i resti di una porta della città risalente a epoca tardoantica.
Insieme alla Colonia Claudia Ara Agrippinensium (Colonia), M. fu il centro della romanizzazione della Renania e il punto di partenza dello sviluppo di un'arte romana provinciale del Nord.
Nella metà del I sec., successivamente all'invasione della Britannia da parte di Claudio, l'arte della Renania romana fu trapiantata in Britannia, cosicché si rivela con esemplare chiarezza un'evoluzione di stili lungo il percorso Italia settentrionale-Renania-Britannia.
L'opera in otto volumi sulle sculture di M. nell'ambito del CSIR ha chiarito anche numerosi aspetti della storia militare, della topografia e della posizione delle necropoli, come pure della struttura sociale. Le sepolture dei soldati ausiliari erano caratterizzate da costosi monumenti decorati a rilievo - evidentemente per un bisogno di compensazione sociale - ma nelle legioni vigevano usanze diverse. Molte di queste (p.es. le Legiones XVI Gallica, II Augusta, XIII Gemina, XV Primigenia, IV Macedonica, XXI Rapax) sono rappresentate nelle necropoli di M. soltanto da stele iscritte. La topografia interna del campo legionario di M.-Kästrich e della città è ancora poco chiara; tuttavia è stato possibile, nell'ambito dei lavori del CSIR, individuare alcune costruzioni religiose.
Spettacolare è stata la scoperta di undici navi romane (in frammenti) effettuata tra il novembre del 1981 e il febbraio del 1982. Tale scoperta ha notevolmente arricchito, nonché modificato, le conoscenze sulla flotta romana del Reno in epoca tardoantica. A eccezione di una nave ufficiale d'epoca costantiniana, si tratta nel complesso di navi da guerra risalenti all'epoca della riorganizzazione della frontiera tra Giuliano e Valentiniano I: veloci navi a remi che garantivano la protezione del limes.
Musei. - Non si sono registrati sostanziali ampliamenti del Museo dell'Istituto di Archeologia Classica dell'Università; è stata pubblicata però una nuova edizione del catalogo di R. Hampe e E. Simon (cfr. s 1970, p. 345, s.v. Germania).
Römisch-Germanisches Zentralmuseum (Museo Centrale Romano-Germanico). - Venne fondato nel 1852 da Ludwig Linderschmidt. Esso ha il compito di studiare le epoche pre- e protostoriche dell'Europa centrale e le estese relazioni con culture estranee. Le sue raccolte mirano a fornire un panorama sullo sviluppo dall'età della pietra sino all'inizio del Medioevo. Dato che ciò non sarebbe stato possibile soltanto con reperti originali, sono state accolte qui anche riproduzioni fedeli di importanti rinvenimenti presenti in altri musei. È stata anche allestita una nuova sezione per ospitare i resti delle navi romane.
Il museo è inoltre uno degli istituti di ricerca archeologica più grandi della Germania, con settori di intervento sulla preistoria, l'epoca romana e l'Alto Medioevo. La base per le pubblicazioni del museo, oltre al personale scientifico, è costituita da una propria casa editrice e da un grande laboratorio di restauro, che si propone anche di collaborare con le scienze naturali (p.es. la mineralogia).
Il museo è curatore di tre riviste (Jahrbuch des Römisch-Germanischen Zentralmuseums; Archäologisches Korrespondenzblatt; Arbeitsblätter für Restauratoren), nonché di tre collane (Monographien; Kataloge; Corpus Signorum Imperii Romani/CSIR Deutschland).
Bibl.: Storia e archeologia generale: K.-V. Decker, W. Selzer, Mogontiacum. Mainz von der Zeit des Augustus bis zum Ende der römischen Herrschaft, in ANRW, II, 5, 1, 1976, pp. 457-559; L. Schumacher, Römische Kaiser in Mainz im Zeitalter des Principáis, 27 v. Chr.-284 n. Chr., Magonza 1982; Mogontiacum-Mainz in augusteischer und tiberischer Zeit. Kenotaph für Drusus (Rekonstruktion), in Kaiser Augustus und die verlorene Republik (cat.), Berlino 1988, n. 38ο.
Topografia, architettura, necropoli: Β. Stiimpel, Zur Datierung der römischen Stadtmauer in Mainz, in BJb, CLXXVIII, 1978, pp. 291-303; W. Sölter (ed.), Das römische Germanien aus der Luft, Bergisch-Gladbach 1981, pp. 132-139; H. G. Frenz, Der Ehrenbogen des Dativius Victor zu Mainz und seine neue Rekonstruktion, in BerRGK, LXII, 1981, pp. 219-260; H. Büsing, Römische Militärarchitektur in Mainz, Magonza 1982; H. Bellen, Das Drususdenkmal apud Mogontiacum und die Galliarum civitates, in JbZMusMainz, XXXI, 1984, pp. 385-396; H. G. Frenz, Drusus Maior und sein Monument zu Mainz, ibid., XXXII, 1985, pp. 394-421; id., Die Spolien der Mainzer Stadtmauer, ibid., XXXIII, 1986, pp. 331-368; H. Gabelmann, Römische Grabbauten der Nordprovinzen im 2. Und 3. Jh. n. Chr., in H. v. Hesberg, P. Zanker (ed.), Römische Gräberstrassen. Selbstdarstellung, Status, Standard. Kolloquium München 1985, Monaco 1987, pp. 291-308; G. Rupprecht, Das spätantike Stadttor in Mainz, in Archäologie in Deutschland, 1987, 3, pp. 10-11; H. G. Frenz, Der römische Ehrenbogen von Mainz-Kastel, Stadt Wiesbaden. Ein imperiales Monument der frühen Kaiserzeit «apud ripam Rheni», Wiesbaden 1988.
Le navi romane di M.: G. Rupprecht (ed.), Die Mainzer Römerschiffe. Berichte über Entdeckung, Ausgrabung und Bergung, Magonza 1982; O. Höckmann, Spätrömische Schiffsfunde in Mainz, in AKorrBl, XII, 1982, pp. 231-250; id., Rheinschiffe aus der Zeit Ammians. Neue Funde in Mainz, in A W, XIII, 1982, pp. 40-47; id., «Keltisch» oder «römisch»? Bemerkungen zur Typogenese der spätrömischen Ruderschiffe von Mainz, in JbZMusMainz, XXX, 1983, pp. 403-434; J. Blänsdorf, Mainzer Schiffsfunde. Zu Archäologie, Geschichte, Literatur und Sprache, in Gymnasium, XCI, 1984, pp. 507-515; O. Höckmann, Darstellungen von Ruderschiffen auf zwei römischen Ziegelstempeln aus Mainz, in AKorrBl, XIV, 1984, pp. 319-324; id., Römische Schiffsverbände auf dem Ober- und Mittelrhein und die Verteidigung der Rheingrenze in der Spätantike, in JbZMusMainz, XXXIII, 1986, pp. 369-416.
Sculture: H. Gabelmann, Die Typen der römischen Grabstelen am Rhein, in BJb, CLXXII, 1972, pp. 65-140; E. Simon, Der Mainzer Kopf nach 15 Jahren, in MainzZ, LXXI-LXXII, 1976-1977, pp. 101-109; H. G. Frenz, Zur Benennung des «Mainzer Kopfes», in AKorrBl, XII, 1982, pp. 373-380; id., Iulianus Apostata? Ein kolossaler römischer Bildniskopf aus Mainz. Versuch einer Deutung, in MainzZ, LXXVII-LXXVIII, 1982-1983, pp. 173-181. - Nel CSIR, Deutschland, v. i volumi: G. Bauchhenss, II, 2. Die grosse Iuppitersäule aus Mainz, Bonn 1984; id., II, 3. Denkmäler des Iuppiterkultes aus Mainz und Umgebung, Bonn 1984; C. Stribrny, II, 8. Die Herkunft der römischen Werksteine aus Mainz und Umgebung. Vergleichende petrographische und geochemische Untersuchungen an skulptierten Kalksteinen, Bonn 1987; H. G. Frenz, II, 4. Denkmäler des römischen Götterkultes aus Mainz und Umgebung, Bonn 1992; W. Boppert, II, 5. Militärische Grabdenkmäler aus Mainz und Umgebung, Bonn 1992; id., II, 6. Zivile Grabsteine aus Mainz und Umgebung, Bonn 1992; H. G. Frenz, II, 7. Bauplastik und Porträts aus Mainz und Umgebung, Bonn 1992.
Altri documenti artistici: I. Huld-Zetsche, Der römische Fasanenkrug aus Mainz. Zur figürlichen Bemalung der Wetterauer Ware, Magonza 1984; E. Künzl, Eine antike Tonform aus Mogontiacum/Mainz, in RdA, IX, 1985, pp. 35-37.
Musei: R. Hampe, E. Simon, Griechisches Leben in Spiegel der Kunst, Magonza 19852.