Ahmadinejad, Mahmud
Aḩmadīnejād, Maḥmūd. – Politico iraniano (n. Arādān 1956), dal giugno 2005 presidente della Repubblica islamica dell’Iran. Di idee politiche fortemente conservatrici, durante gli ultimi anni della presidenza del riformista Muḥammad Khātamī (1997-2005) si è imposto come suo antagonista politico. Diventato sindaco di Teheran (2003-2005) ha saputo fare leva su una sapiente miscela di retorica nazionalista, populismo e giustizialismo in nome dell’islam per conquistarsi il sostegno delle moschee, dei pāsdārān (i Guardiani della rivoluzione), e dei basīğ , un corpo paramilitare di volontari nato all’inizio degli anni Ottanta del 20° secolo e che poteva contare su più di un milione di affiliati. Vincitore a sorpresa delle elezioni presidenziali del giugno 2005, nelle quali ha sconfitto il candidato riformista moderato H. Rafsanjānī, ha acquistato da subito notorietà internazionale per le sue posizioni oscurantiste e antioccidentali, le violente invettive contro Israele e la difesa a oltranza del programma nucleare iraniano. La sua rielezione, nel giugno 2009, è stata fortemente contestata dalle opposizioni per presunti brogli elettorali e ha provocato imponenti manifestazioni di protesta nelle piazze duramente represse dal regime (v. Onda verde). Mentre alcune voci di dissenso contro A. si levavano anche tra i religiosi più conservatori vicini alla Guida suprema, l’āyatollāh ‘Ali Khāmeneī, e nel paese calava il silenzio della repressione, gli Stati Uniti a più riprese condannavano il regime iraniano da tempo considerato uno dei principali responsabili del terrorismo mondiale. Nel corso del 2011 A. dava ancora maggiore impulso al programma nucleare provocando un serio allarme in Israele e in tutta la comunità internazionale, ma all’interno la sua leadership appariva appannata come testimoniavano i risultati delle elezioni legislative del marzo 2012 che premiavano i sostenitori della Guida suprema penalizzando seriamente lo schieramento in suo favore.