MAḤMŪD Taymūr
Scrittore egiziano, nato al Cairo il 16 giugno 1894. Appartiene a una famiglia, di origine curda, ma già da due generazioni altamente benemerita della letteratura araba: il padre Aḥmad Taymūr Pascià (1871-1930) è stato una delle maggiori personalità della cultura arabo-egiziana contemporanea, la zia ‛Ā'ishah at-Taymūriyyah (1840-1902) fu apprezzata poetessa in arabo e in turco. M. T., cresciuto sotto l'influsso del padre e del fratello (v. sotto) si è presto affermato come autore di novelle e racconti brevi, di argomento prevalentemente egiziano moderno, scritti con grande semplicità ed efficacia di stile, e può considerarsi uno dei maggiori rappresentanti della prosa narrativa araba contemporanea.
Le sue novelle (raccolte a tutt'oggi in sei volumetti, in cui era dapprima assai sensibile l'influenza del Maupassant, sono nella più progredita fase assurte a propria originalità e indipendenza artistica. Una di esse, Amnū Mitwallī, è stata tradotta in italiano da C. A. Nallino (Oriente Moderno, VII, 1927, pp. 391-400); altre, in tedesco, da G. Widmer (Die Welt des Islams, XIII, 1931, p. 55-103).
Anche il fratello Muḥammad Taymūr (1892-1921) aveva iniziato una fervida attività letteraria, lirica, drammatica e critica, interrotta dalla precoce sua fine. Le sue novelle in prosa sono raccolte nel volume Mā tarāhu l-‛uyūn ("Ciò che veggono gli occhi", 2ª ed., Cairo 1927).