MAINE (A. T., 32-33-34)
Antica provincia della Francia occidentale, limitata a N. dalla Normandia, a O. dalla Bretagna, a S. dall'Anjou e dalla Turenna, a E. dall'Orleanese e compresa negli attuali dipartimenti della Mayenne e della Sarthe. Il Maine nell'uso comune viene distinto in due regioni: Alto Maine e Basso Maine, che se presentano comuni caratteri morfologici, differiscono per la natura del suolo. L'Alto Maine è la parte orientale del Maine, in opposizione alla parte occidentale o Basso Maine, così detto non perché meno elevato, ma per la sua minore estensione e importanza; appartiene all'insieme di terreni secondarî del bacino parigino che racchiudono il massiccio della foresta di Perseigne (340 m.), nucleo isolato di terreni antichi del Massiccio Armoricano: procedendo da ovest a est all'altipiano terziario di argilla silicea seguono le formazioni secondarie e precisamente i terreni cretacei lungo l'Huisne e la Sarthe e i giurassici nella parte occidentale dell'Alto Maine. Il Basso Maine risulta invece costituito da un altipiano ondulato che s'innalza da S. a N. da 80 a 180 m. circa; su quest'altipiano si elevano delle alture, spesso sormontate da picchi o creste sottili che raggiungono i 417 m. nel Signal des Avaloirs, l'altipiano, solcato da numerose valli, fa parte di un vasto insieme di rocce antiche molto variate; nella parte settentrionale del Basso Maine prevalgono rocce granitiche iniettate di rocce eruttive (massicci granitici d'Ambrières e di Saint-Hilairedes-Landes), ricoperte alla superficie da una sabbia grossolana molto permeabile proveniente dalla disgregazione della roccia sottostante. I terreni granitici, che dànno al paesaggio un aspetto monotono, sono circondati da scisti precambrici che costituiscono il terreno più comune del Basso Maine. I terreni calcarei che affiorano nel bacino di Laval, per quanto poco estesi, hanno qualche importanza per l'industria della regione. L'insieme di queste due regioni distinte per la natura e la varietà del terreno, ma simili per l'aspetto; forma la regione storica del Maine. Il clima molto umido ha una temperatura media annua di 10°: media di gennaio 3°,8, di agosto 15°,1; le piogge abbondanti che vanno da 600 mm. nella regione orientale a 1000 e più nell'occidentale e sui rilievi, cadono in ogni stagione; d'estate violenti temporali distruggono spesso i raccolti; frequenti sono le nebbie. Tolta l'estremità nord-orientale del territorio, che invia le sue acque alla Senna per mezzo dell'Eure e dei suoi affluenti (Blaise, Avre e Iton), il Maine appartiene al bacino della Loira a cui convergono le acque della Mayenne, della Sarthe e Loir, che si uniscono nel breve tronco della Maine prima di sboccare nella Loira. I subaffluenti della Loira nel loro corso superiore divagano lenti in ampie valli dal fondo spesso paludoso, mentre nel corso inferiore corrono rapidi e incassati profondamente. Sia nel Basso Maine, sia nell'Alto, il sistema di ricingere gli appezzamenti limitati da fossati, con alti alberi e siepi vive, dà l'impressione a chi guarda di una foresta interrotta qua e là da radure. Anticamente il terreno era coperto da una foresta continua di cui rimangono resti solo in alcuni massicci granitici (foresta di Perseigne); mentre negli sterili terreni d'argilla silicea che formano la parte SO. dell'Alto Maine, un tempo lasciati a pascolo naturale, si stendono ora vaste piantagioni di pini (foresta di Bercé). Il suolo in genere non molto fertile è coltivato a orzo, a grano e a patate: la coltura del grano saraceno, molto diffusa sino a pochi anni fa, si va restringendo; anche la vite, un tempo coltivata nella parte meridionale del Maine, si è ristretta nei luoghi più riparati ed è stata sostituita da alberi da frutta, in particolare meli e peri per la produzione del sidro e del poiré di cui si fa largo uso. Nei terreni antichi per la presenza dell'acqua a poca profondità si hanno ricchi pascoli che permettono un fiorente allevamento del bestiame, specialmente di bovini che nel 1928 si aggiravano in tutto il Maine intorno al 1/2 milione di capi, e di equini (poco meno di 150.000 capi nello stesso anno). Notevole importanza ha anche l'allevamento del pollame. La coltura del lino, un tempo molto diffusa, è ora ridottissima, mentre in aumento è quella della canapa. La conduzione dei terreni, a differenza delle regioni vicine, è fatta quasi esclusivamente a mezzadria con appezzamenti che vanno da 5 ha. a 15 e più.
Per quanto l'economia della regione sia basata sull'agricoltura, notevole importanza ha anche l'industria; numerose sono le cave di pietra da costruzione o pavimentazione e in particolare di graniti nella parte settentrionale del Basso Maine e di ardesie a NE. e a E. I marmi della regione centrale vengono in gran parte lavorati sul posto a Sablé e a Juigné. L'industria della filatura e tessitura del cotone, che è oggi la principale industria del Maine, ha sostituito l'antica industria casalinga della filatura e tessitura del lino, decaduta dalla seconda metà del secolo XVIII; centri dell'industria tessile sono Laval, Mayenne e Fresnay-sur-Sarthe.
La popolazione, non molto densa (50 ab. per kmq.) e in diminuzione, vive in buona parte in case sparse; i centri a pianta circolare o allungata hanno un carattere rurale con le abitazioni molto disperse. Centri notevoli sono: Le Mans (76.868 ab. nel 1931), città principale dell'Alto Maine, nodo ferroviario e mercato agricolo e industriale, La Flèche (9842 ab.), Laval, industriosa cittadina con 28.000 ab., Château-Gontier nella valle della Mayenne con 6280 ab. e Mayenne (8751 ab.), sorta presso un castello dei duchi di Bretagna. Il Maine è attraversato dalla linea Parigi-Nantes, dalla quale si staccano a Le Mans una linea che per Laval e Rennes giunge a Brest, una per Alençon a Caen, oltre a brevi tronchi secondarî. Buone sono le strade di grande comunicazione, scarse e mal tenute le strade vicinali.
Storia. - Il territorio del Maine fu nell'antichità abitato dai Cenomani (v.) e da altre tribù galliche, poi romanizzate. Nel regno merovingio divenne ben presto un'importante contea, i cui titolari riuscirono più tardi, nell'epoca postcarolingia, a rendere ereditario il potere nella propria famiglia. Da Ugo I (seconda metà del sec. X) deriva così la dinastia dei conti, i quali tuttavia non dominavano l'intera regione, giacché una parte di essa - come anche parte della città di Le Mans, capoluogo - era soggetta invece al vescovo di Le Mans. La dinastia dei conti, allentati i rapporti coi re di Francia, venne invece in più stretto contatto con i duchi di Normandia, dai quali già il figlio di Ugo, Erberto I, riconobbe feudalmente la contea; finché alla morte di Erberto II (1063) il duca di Normandia, Guglielmo il Conquistatore, non s'impadronì direttamente della contea. E se, dopo la morte di lui, riappare per un momento un capo autonomo del Maine, Elia signore di la Flèche, alla morte di questo, nel 1110, la contea viene unita a quella di Angiò, nella persona di Folco V che aveva sposato la figlia di Elia, Eremburga. Da allora le due regioni ebbero vita comune: passarono nelle mani dei Plantageneti, e rimasero, dopo il 1154 e sino all'inizio del sec. XIII, dominio dei re d'Inghilterra. Ma nel 1203, per opera di Filippo Augusto, il Maine fu riconquistato dalla corona di Francia, che però per lungo tempo lo concesse in appannaggio a principi del sangue (fra gli altri anche a Carlo di Valois, nel 1290), insieme con la contea di Angiò, della quale in genere si può dire che il Maine ha seguito le vicende (v. angiò).