MAINTENON, Françoise d'Aubigné, marchesa di
Nipote del poeta Agrippa d'Aubigné, figlia di Constant d'Aubigné, falso monetario, nacque nella prigione di Niort il 17 novembre 1635. Di padre calvinista e di madre cattolica, battezzata cattolica, venne da una sua zia, M.me de Villette, educata nella religione calvinista, ma, morta la Villette, un'altra zia, Madame de Neuillant, l'indusse a riconvertirsi al cattolicismo. Protetta dal cavaliere de Méré, divenne dama di compagnia della duchessa di Lesdiguières, cominciò ad acquistar fama nel mondo letterario e conobbe il poeta comico Scarron, brutto e deforme, che la sposò (1652). Aprì allora uno dei salotti più brillanti di Parigi e si fece ammirare per il suo spirito nel gran mondo, ma nel 1660 il marito morì, e Francesca, costretta a vivere con scarsi mezzi, mise tutto il suo orgoglio ad apparire povera e moralmente irreprensibile. La Hendicourt le affidò l'educazione dei due figli che aveva avuti dal re (1669); dopo la legittimazione dei bastardi reali (1673), Francesca ebbe in premio dei suoi servigi la terra di Maintenon col titolo di marchesa. Intanto a poco a poco riuscì a entrare nelle buone grazie del re e dovette sostenere con la Montespan una lotta sorda, nella quale la M. giunse non solo a soppiantarla, ma perfino a farsi sposare da Luigi XIV dopo la morte della regina nel gennaio 1684.
Tutti ricorrevano a lei come alla più sicura intermediaria per ottenere i favori del re: infatti nessuna delle amanti di Luigi XIV ebbe più influenza di lei. D 'altra parte né Luigi era re da lasciarsi governare in tutto e per tutto da una donna, né la M. era donna da abusare del suo potere con tale uomo, perciò la sua ingerenza nella politica era ristretta in deteminati confini e si esplicava più nei particolari delle cose che nelle linee politiche generali, per le quali del resto era priva di idee larghe e profonde. Se non ebbe alcuna parte nella decisione della revoca dell'editto di Nantes fu però lei a muover guerra al quietismo, d'accordo con Bossuet, e a provocare la condanna di Fénelon e di Madame Guyon.
L'istituto di Saint-Cyr è in atto la pedagogia della M., quale si ritrova espressa nelle sue Lettres, nei Conseils et Instructions, negli Entretiens. Dopo modesti saggi a Ruel e a Noisy (1684), essa lo fondò, con la liberalità del re, nel 1686 in edificio appositamente costruito presso Versailles. Fine: l'educazione di fanciulle della nobíltà povera a spese dello stato. Ne accoglieva 250, mantenendole fino ai 20 anni. Dopo un primo periodo di educazione alquanto mondana, culminato nelle clamorose recite dell'Esther e dell'Athalie di Racine, l'indirizzo ne fu riformato con grande severità, e la casa, affidata alle suore di S. Luigi, fu convertita in monastero (1° dicembre 1692). Ma l'essenza - e in ciò sta la sua novità e importanza - rimase quella di un collegio per l'educazione della donna al suo compito familiare e sociale. Norma costante, sviluppare e prender maestra in tutto la ragione, consolidare il giudizio, educare con la verità. Mezzo importantissimo, gli esercizî pratici di lingua e la conversazione. A ciò servono gli Entretiens, i Proverbes, les Conversations della M. La religione aveva gran parte, ma quanto bastava a guida della coscienza e della condotta, senza esagerazioni. Era raccomandato lo studio dei caratteri individuali; valutati il giuoco, le rappresentazioni, i mezzi e i metodi attraenti; poca importanza data alla memoria, nessuna alle vanità; molto limitata la vera istruzione, quasi esclusa la storia, ma la riflessione volta anche ai fenomeni della pubblica economia e agli avvenimenti della vita nazionale contemporanea; curate le nozioni di aritmetica e quelle indispensabili al governo familiare, le abilità manuali veramente utili, l'attiva partecipazione a ogni lavoro domestico, anche umile, il senso della doverosa sottomissione femminile, la cura materna delle più piccole da parte delle più grandi; applicato l'insegnamento mutuo; la disciplina fondata sull'amore e la persuasione; ben diretta l'educazione fisica, sulla base d'un moderato rigore. Tale educazione, direttamente e assiduamente inspirata dalla M. e che rivela l'influenza del Fénelon, è ben rappresentativa di quel moto che, anche col Fleury e con Poulain de la Barre, apriva nuovi orizzonti all'educazione femminile. L'istituzione che la fondatrice concepì come vero semenzaio di buone madri per l'educazione del popolo francese, le sopravvisse, e fu soppressa dalla Convenzione il 16 marzo 1793.
Durante la guerra di successione spagnola, la M. sferrò con il clero una campagna pacifista, ma ebbe anche il merito di proteggere Villars, alla vigilia di Denain, dalle mene dei suoi nemici.
Appena spirato il Re Sole, la M. ebbe il buon senso di ritirarsi a Saint-Cyr, ove visse gli ultimi suoi anni e morì il 15 aprile 1719.
Si calcolano a 60.000 le lettere della M., ma di esse manca un'edizione critica o almeno attendibile. Le edizioni esistenti (La Beaumelle, 1752-1753; 2ª ed., 1755-56, 15 tomi, compresi 7 di Mémoires pour servir à l'histoire de M.me de M.; Th. Lavallée, Lettres sur l'éducation des filles, 1854; Lettres historiques et édifiantes, 1856-57; Entretiens, 1856; Conseils aux demoiselles, 1857; Correspondance générale, 1855-66, voll. 5; A. Geffroy, M.me M. d'après sa correspondance authentique: choix de ses lettres et entretiens, 1887), se non sono false, sono assai difettose per lacune, soppressioni, aggiunte e correzioni, miranti a fare della M. un modello di donna. Nelle lettere la M. sa essere eloquente nella sua felice concisione. Ha molto spirito, ma non ha cuore, non ha passione. Si mostra più preoccupata dell'apparenza della virtù, che della sostanza: l'onore, la reputazione, ecco il suo fine. Ed ella stessa cominciò a crearsi quella leggenda di donna saggia e perfetta, che la critica tenta ora di demolire, trovandosi talora d'accordo con le maligne intuizioni del Saint-Simon.
Bibl.: De Noailles, M.me de Maintenon, voll. 4, Parigi 1848-54; C. A. Sainte-Beuve, Causeries du lundi, Parigi 1853, IV, pp. 284-298; A. Baudrillart, M.me de Maintenon, son rôle politique pendant les dernières années du règne de Louis XIV, in Revue des questions histor., 1890; E. Pilastre, Vie et caractère de M. de M., Parigi 1907; Th. Lavallée, Histoire de la maison royale de Saint-Cyr, Parigi 1854; M. Langlis, M.me de Maintenon. Ses oeuvres complètes. La légende et l'histoire, in Revue historique, 1931, pp. 254-299.