BISACCIONI, Maiolino
Storiografo, nato a Ferrara nel 1582, da famiglia oriunda di Iesi, studiò leggi, ma ancora giovanissimo preferì ai libri legali le armi, che tuttavia non gli diedero la desiderata fortuna; onde passò ad uffici civili e politici presso varî principi: fu così a Modena, a Correggio, a Trento, ad Avellino, in Sicilia e a Torino presso il duca Vittorio Amedeo I, e poi presso la vedova di lui, madama Cristina. Da ultimo prese dimora a Venezia, dedicandosi alle lettere, che gli procacciarono, se non ricchezza, fama e onori. Scrisse sei volumi di novelle, un romanzo o "historia tragica", tratto dalla storia russa (Il Demetrio moscovita), e parecchi melodrammi; tradusse anche molti romanzi dal francese. Ma tutti questi componimenti non hanno oggi che un valore storico, scarso per giunta, data la strabocchevole produzione contemporanea di opere consimili; invece serba qualche pregio intrinseco la sua nutrita opera di storico e di politico, cominciata nel 1633 con il Commentario delle guerre successe in Alemagna dal tempo che il re Gustavo Adolfo di Svetia si levò di Norimberga, e proseguita con parecchi volumi fino al 1637. Dettò anche una Continuazione dell'Istoria de' suoi tempi di Alessandro Zilioli, che giunge fino al 1650. In questo campo gli giovò la vasta esperienza delle cose militari e politiche, la capacità e l'onestà di attingere a buone fonti, e il desiderio di essere buon giudice degli avvenimenti narrati. Perciò non va confuso con i lutulenti storiografi del suo secolo, e può rendere ancora qualche servizio. Morì a Venezia, in miseria, l'8 giugno 1663.
Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Scrittori d'Italia, s. v.; G. B. Marchesi, Per la storia della novella italiana nel sec. XVII, Roma 1897; B. Croce, Vita della nobiltà napoletana nel Seicento, note in margine ad alcuni libri di Maiolino Bisaccioni, in La Critica, XXII (1925).