MAIRONI DA PONTE, Giovanni Antonio
Nacque negli immediati dintorni di Bergamo il 28 febbr. 1748 da Giuseppe e Giovanna Cadonici, appartenenti alla vecchia nobiltà locale. Allievo del collegio mariano, compì studi letterari, filosofici e scientifici, ma la sua formazione fu influenzata soprattutto dalle lezioni pavesi di scienze naturali di L. Spallanzani e G.A. Scopoli, che il M. considerò sempre i suoi maestri. A soli 18 anni entrò al servizio del governo veneto come vicecancelliere del comitato civico di Sanità (primo cancelliere dal 1773), venendo poi nominato anche segretario della Camera dei confini: in questa veste cominciò quelle esplorazioni del territorio bergamasco che ne avrebbero determinato gli interessi naturalistici e la produzione editoriale, iniziata con il Nuovo catalogo delle Comunità e contrade loro spettanti, di tutta la provincia bergamasca (Bergamo 1776), completato nel 1778 dal relativo Supplemento. Nel frattempo avviò un'intensa partecipazione alla vita culturale cittadina come membro e poi segretario perpetuo dell'Accademia Economico-Arvale e dell'Accademia degli Eccitati.
Tra gli studi e le dissertazioni da lui presentati spicca, nel 1777, il Saggio di educazione nazionale (ibid. 1779), primo documento degli interessi pedagogici del M., che in questo settore manifestò una visione più avanzata che non in politica, influenzata da ambienti culturali di più ampio respiro, come dimostrano la dedica a G.R. Carli e gli echi di autori francesi.
Nel corso degli anni '80 la ricca produzione di saggi naturalistici e componimenti di elogio del M. - divenuto corrispondente di altre prestigiose società (tra cui quella italiana delle Scienze detta dei XL) e accademie - non lo distolse dall'attività a servizio della Camera dei confini, per la quale eseguì un meticoloso riordino delle carte d'archivio, concluso nel 1795 e concretizzato in 102 volumi contenenti documenti dal XIII al XVIII secolo, importante fonte per la storia dei rapporti confinari di Venezia.
Uomo di fiducia della Serenissima, dopo lo scoppio della Rivoluzione francese ricevette dal governo delicati incarichi politico-diplomatici, volti a controllare la presenza di personalità francesi nel territorio bergamasco, nella Valtellina e nei Grigioni, motivo di una missione del M. a Coira nel 1794. Alle relazioni che seguirono i suoi viaggi, celati dietro la veste di missioni scientifiche, si aggiunse la memoria - commissionata dal tribunale degli inquisitori di Stato - sulla situazione politica della provincia bergamasca e sui provvedimenti per arginarvi la penetrazione delle idee rivoluzionarie. Di orientamento legittimista, come era già apparso nel Saggio del '79, il M. si mostrò ottimista sulla tenuta del consenso, pur suggerendo di accentuare il controllo sulla stampa e sugli emigrati francesi e denunciando l'esosità del Fisco veneto. Pur non attratto dalle idee d'Oltralpe, una volta che Bergamo fu annessa alla Repubblica Cisalpina, poi Italiana, collaborò operosamente con il nuovo regime, puntando a privilegiare gli interessi scientifici e pedagogici che dal 1800 poté coniugare grazie all'insegnamento della storia naturale nelle scuole della Misericordia, trasformate nel 1803 nel Liceo dipartimentale; di questo il M. fu anche reggente e poi direttore per 14 anni, dotandolo tra l'altro di un ricco gabinetto di storia naturale.
Scelto insieme con E. Pini come rappresentante ai Comizi di Lione della Società italiana delle scienze di Modena presieduta dall'amico A. Cagnoli, sfruttò il soggiorno francese per nuove ricerche scientifiche ricavandone l'opuscolo Osservazione geologica del suolo di Lione (Bergamo 1802). Tornato in patria si dedicò subito alla compilazione delle Osservazioni sul Dipartimento del Serio (ibid. 1803), commissionategli dal ministro degli Interni L. Villa su modello di quelle scritte da L. Lizzoli per l'Agogna. L'opera, densa di informazioni derivate anche dalle conoscenze maturate sotto il governo veneto, fu dedicata dal M., che vi si autodefiniva "un onesto ingenuo repubblicano", al vicepresidente F. Melzi d'Eril; e la patria cui si riferiva era la piccola patria, ossia la terra bergamasca. Il successo delle Osservazioni gli consentì tra l'altro di chiedere al governo un sussidio per gli oneri derivanti dalla numerosa famiglia: la moglie Maddalena Orsini, infatti, gli dette otto figli tra il 1793 e il 1804.
Negli anni seguenti il M. proseguì le ricerche e le pubblicazioni di carattere geologico-naturalistico; nel 1810 subì un'aspra confutazione di F. Maccarani, cui il M. non volle dar seguito polemico; a intervalli diede alle stampe alcuni componimenti encomiastici quali le tre iscrizioni latine dedicate A Napoléon I (Bergamo 1806) e Nella nascita del re di Roma. Cantata (ibid. 1811). Intensa fu anche l'attività a sostegno delle due accademie cittadine che lo impegnò nella richiesta di fondi alle autorità e nella ricerca di locali, oltre che nella cura del processo di fusione dei due istituti, decretato il 25 dic. 1810 ma realizzatosi solo il 23 genn. 1817 con la prima riunione del neocostituito Ateneo di scienze, lettere ed arti.
Entrata Bergamo nel Regno lombardo-veneto, il M., già avanti negli anni, sperò in un periodo di pace: inviando alle nuove autorità copie delle sue Osservazioni, liquidò il regime napoleonico come "i mali che ci afflissero negli scorsi ultimi tempi", mentre l'autentico elemento di continuità politica restava nel suo animo l'affezione alla "patria". La lunga attività d'insegnamento, terminata nel 1827, gli procurò la medaglia d'oro dell'Ordine del merito civile consegnatagli solennemente il 18 dic. 1828 nella sala dell'Ateneo di cui era vicepresidente dal 1819. Continuò a pubblicare sino al 1825: se I tre regni della natura nella provincia bergamasca (Modena 1822) e Sulla geologia della provincia bergamasca (Bergamo 1825) ne confermarono le già apprezzate qualità di osservatore, l'opera più poderosa del periodo fu il Dizionario odeporico o sia storico-politico-naturale della provincia bergamasca (I-III, ibid. 1819-20) che, dopo attento giudizio da parte dell'Istituto di scienze e lettere di Milano, il M. fu autorizzato a dedicare al viceré Ranieri. La condotta politica e la fama come professore e uomo di lettere gli facilitarono la concessione della nobiltà austriaca (2 nov. 1822), richiesta dal M. alla Commissione araldica residente a Venezia. Negli anni Venti svolse infine la funzione di ispettore alle stampe.
Il M. morì a Bergamo il 29 genn. 1833.
Fonti e Bibl.: Un elenco degli scritti editi del M. è in L. Tironi, L'educatore e naturalista bergamasco G. M. da P. (1748-1833) segretario dell'Accademia degli Arvali e dell'Ateneo nel 150 anniversario della morte, in Atti dell'Ateneo di scienze, lettere ed arti di Bergamo, XLIII (1982-83), pp. 383-389, da integrare con l'operetta celebrativa A Napoléon I, Bergamo 1806, e con la ristampa anastatica delle Osservazioni sul Dipartimento del Serio, Bologna 1990. Nel 1844 i figli donarono le sue opere alla Biblioteca civica "A. Mai" di Bergamo. Arch. di Stato di Bergamo, Dipartimento del Serio; Bergamo, Arch. stor. dell'Ateneo di scienze, lettere ed arti, Accademia degli Eccitati, cart. 1; Accademia degli Arvali (poi Economico-Arvale), cart. 1; Ateneo, cart. 20; Ibid., Biblioteca civica "A. Mai", Atti accademici, Autografi personaggi bergamaschi, Mss. (incluso l'inventario dell'Archivio della Camera dei confini di Bergamo con i protocolli delle visite biennali ai confini con lo Stato di Milano, 1772-94); Ibid., Arch. stor. del Liceo classico "P. Sarpi", in particolare cartt. 42, 44, 47, 62; Arch. di Stato di Milano, Araldica, p.m., cart. 130; Autografi, cart. 140, f. 4 (109 pezzi dal giugno 1802 al febbr. 1831); Famiglie, ad nomen; Studi, p.m., in particolare cartt. 38, 223, 236, 268, 657, 697; Uffici regi, p.m., cart. 565; Milano, Istituto lombardo - Accademia di scienze e lettere, Arch. storico, I.AB.3.87; Modena, Biblioteca Estense universitaria, Autografoteca Campori (12 lettere a diversi), Mss. it., 885 (=α.l.8.28) (3 lettere al Tiraboschi); Arch. di Stato di Venezia, Inquisitori di Stato, in particolare cartt. 15, 16, 224, 225, 226, 625. Tra le fonti edite: I carteggi di Francesco Melzi d'Eril, duca di Lodi, a cura di C. Zaghi, I-IX, Milano 1958-66, ad indices; Edizione nazionale delle opere di Lazzaro Spallanzani. Carteggi, a cura di P. Di Pietro, VI, Modena 1986, pp. 41-46; E. Gennaro, Atti dell'Acc. degli Eccitati attraverso l'indagine filologica dei suoi verbali settecenteschi, in Atti dell'Ateneo di scienze, lettere ed arti di Bergamo, LV (1992-93), t. I, pp. 47-412; F. Tadini, Catalogo delle lettere di Lorenzo Mascheroni, in F. Tadini - L. Bani - M. Sirtori, Catalogo delle lettere e delle opere di Lorenzo Mascheroni, in Bergomum, XCIV (1999), 2-3, ad ind. Vedi inoltre: F. Maccarani, Errori di storia naturale, di chimica, e di grammatica osservati in un opuscolo sul combustibile minerale di Val Gandino, Bergamo 1810; Giorn. di studii della Provincia di Bergamo, 25 dic. 1828, p. 206; A. Salvioni, Necrologia e funerali del defunto prof. G. M. da P., in Giorn. della Provincia di Bergamo, 15 febbr. 1833; G. Regazzoni, G. M. da P., in Biblioteca italiana, XVIII (1833), t. LXXII, pp. 401-406; Bergamo, ossia Notizie patrie, 1834, pp. 110-112; A. Vismara, Pantheon di glorie bergamasche, VII dispensa, Bergamo 1886, pp. 87 s.; T. Casini, La prima sessione del Collegio elettorale dei dotti in Bologna, nel 1802, in Archiginnasio, X (1915), 1-2, p. 36; T. Taramelli, Di G. M. da P. e di altri naturalisti bergamaschi del secolo scorso, in Atti dell'Ateneo di Bergamo, XXIV (1915-17), pp. 3-14; C. Gaverini, Sette anni di dominazione francese nella Bergamasca. Il Dipartimento del Serio nella Repubblica Cisalpina e Italiana (agosto 1797-gennaio 1805), in Bergomum, XXVI (1932), 3, pp. 160-166; L. Volpi, G. M. da P. e il "Dizionario odeporico", in Rivista di Bergamo, XIV (1935), pp. 132-134; B. Belotti, Il pensiero politico di G. M. da P., in Bergomum, XXXI (1937), 2, pp. 77-103; U. Da Como, I Comizi nazionali di Lione per la costituzione della Repubblica italiana, III, 2, Notizie biogr. dei deputati, Bologna 1940, pp. 75 s. e ad ind.; I. Negrisoli, Bergamaschi dell'età napoleonica, in Bergomum, XXXV (1941), 1, p. 19; L. Volpi, I naturalisti bergamaschi, Bergamo 1941, pp. 10-29; Id., Tre secoli di cultura bergamasca, dalle Accademie degli Eccitati e degli Arvali all'Ateneo, Bergamo 1952, ad ind.; B. Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, Bergamo 1959, ad ind.; A. Geddo, Un aggressivo opuscoletto dell'Ottocento contro M. da P., in Il Giornale di Bergamo, 10 dic. 1963; B. Belotti, G. M. da P., in Gli eccellenti bergamaschi, II, a cura di G.R. Crippa, Bergamo 1978, pp. 147-156; R. Ferrante, G. M., in L'Eco di Bergamo, 5 nov. 1981; E. Baldi, Il più appassionato "esploratore" del territorio bergamasco, ibid., 23 sett. 1982; L. Tironi, Il liceo-ginnasio di Bergamo. Notizie storiche, in Atti dell'Ateneo di scienze, lettere ed arti di Bergamo, XLII (1980-82), pp. 573-575; Id., L'educatore e naturalista bergamasco G. M. da P. (1748-1833) segretario dell'Accademia degli Arvali e dell'Ateneo nel 150 anniversario della morte, ibid., XLIII (1982-83), pp. 353-390; E. Roncalli, I grandi di Bergamo, II, Bergamo 1993, pp. 114-122; O. Capoferri, G. M. da P. pedagogista illuminato nella Bergamo del Settecento, in Bergomum, XC (1996), 1, pp. 149-159; E. Gennaro, L'attività accademica di G. M. da P., in L'Ateneo dall'età napoleonica all'Unità d'Italia. Documenti e storia della cultura a Bergamo, a cura di L. Pagani, Bergamo 2001, pp. 77-93; M. Gelfi, M. da P. e la statistica 1805-1820, ibid., pp. 95-103; F. Tadini, Lorenzo Mascheroni e la cultura bergamasca, in Lorenzo Mascheroni tra scienza e letteratura nel contesto culturale della Bergamo settecentesca. Atti del Convegno, 2000, a cura di E. Gennaro, Bergamo 2002, p. 18; G.O. Bravi, Alle origini del liceo dipartimentale di Bergamo, in Una scuola nella storia d'Italia. Il liceo "Sarpi" 1803-2003, a cura di G. Mangini, Azzano San Paolo 2003, pp. 22 s.; Diz. biogr. universale, III, p. 850; Nouvelle biographie générale, XXXII, p. 947.