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maiuscole [prontuario]

di Andrea Viviani - Enciclopedia dell'Italiano (2011)
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maiuscole [prontuario]

Andrea Viviani

Funzioni

Spesso assai dissimili nell’aspetto grafico dalle minuscole (come per ‹a/A›; ‹b/B›; ‹g/G›; ‹r/R›, ecc.), le lettere maiuscole (➔ maiuscola) possono essere impiegate per mettere in evidenza una singola parola o frase (in alternativa, o in combinazione, con la sottolineatura, usata però soprattutto nella scrittura corsiva a mano, meno frequentemente nella scrittura con macchina o computer).

A inizio di parola

All’inizio di parola sono obbligatorie nei seguenti casi:

(a) a inizio di capoverso, di frase e dopo il ➔ punto (sia il punto a capo che il punto normale, con l’eccezione però degli elenchi puntati): Esco. Torno tardi;

(b) coi ► nomi propri, i ➔ cognomi, i ➔ toponimi (anche composti): Marco Lodi, di Roma; il Trentino-Alto Adige; la basilica di S. Pietro.

Altri casi

Sebbene non obbligatorie, le iniziali maiuscole si usano spesso anche:

(a) nelle ➔ sigle, secondo i casi o su tutte le parole o sulla prima oppure sulle sole parole significative, come rispettivamente in UNITALSI (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali); Spa o SpA (Società per azioni);

(b) nei nomi di enti, istituzioni, monumenti o documenti il cui prestigio è riconosciuto e radicato: lo Stato, il Paese, la Repubblica, il Vaticano, Palazzo Vecchio, il Quirinale, la Costituzione, i Vangeli; naturalmente possono esserci incertezze nel decidere se un nome di entità variamente importante richieda e meriti la maiuscola o no: le istituzioni dello Stato oppure le Istituzioni dello Stato;

(c) con gli ➔ etnici in funzione di nome, specie in riferimento a popoli antichi: gli Egiziani, i Fenici, gli Incas (► etnici, maiuscole negli).

Casi incerti

I casi incerti sono numerosi, in particolare nei toponimi composti da nome comune + aggettivo: Mar Rosso ma anche mar Rosso, Isole Britanniche ma anche Isole britanniche o isole britanniche.

La tendenza a usare maiuscole in eccesso per far mostra di rispetto e sottolineare ufficialità urta con l’uso e talvolta con la ➔ norma linguistica: si scriverà allora lunedì, non Lunedì, marzo e non Marzo (grafie che però sono in crescita, per influsso dell’inglese, a cui si deve anche l’aumento immotivato dell’iniziale maiuscola per gli etnici in funzione di aggettivo o come nomi di lingua).

Le maiuscole abbondano nel ➔ burocratese: Ella, la Signoria Vostra (o la S. V.); è frequente anche che si indirizzi una lettera a codesto Ufficio. In generale, nelle lettere formali (► stile epistolare) hanno la maiuscola il pronome e l’aggettivo possessivo che si riferiscono al destinatario (Le scrivo per ricordarLe il Suo impegno).

Cariche e titoli

Tipico anche il caso dei nomi di cariche e titoli, che hanno sempre la maiuscola. Nondimeno, con l’eccezione dei Corpi Armati dello Stato e dei loro gradi, indicati sempre e solo con maiuscola (dal Generale al Caporale), così come degli eletti e dei nominati alla Funzione Pubblica (Presidente, Onorevole, Ministro, Consigliere, ecc.) e degli alti gradi di qualunque organizzazione e struttura, può capitare che lo stesso titolo subisca diverso trattamento a seconda del contesto professionale: un medico sarà, nelle intestazioni dei propri certificati e nella targa esposta, sempre Dottore.

Tendenze

L’impiego delle maiuscole è in regresso, soprattutto per via del crescente abbandono della scrittura a mano a favore di quella via computer (dove la maiuscola è il risultato di una combinazione di tasti) e la prassi, propria di quegli ambienti di produzione e diffusione dello scritto (chat, forum, ecc.; ➔ posta elettronica, lingua della), di usare le maiuscole per indicare l’‘urlato’.

Vedi anche
sostantivo In grammatica e in linguistica, nome s. (o s. in assoluto), parte del discorso che indica una singola persona, un singolo animale o una singola cosa, o una classe di persone, animali o cose. Nella grammatica greco-latina, il s. non formava una parte del discorso autonoma, ma costituiva, insieme all’aggettivo, ... frase completiva In linguistica, frase inserita in un’altra con la funzione di sintagma nominale soggetto o complemento. Per es., in «è meglio partire subito» e «desidero partire subito», la c. «partire subito» funge nel primo caso da sintagma nominale soggetto, mentre nel secondo da sintagma nominale complemento. grafema Nella terminologia linguistica, la minima unità grafica di un sistema alfabetico o sillabico o ideografico ecc., cioè un segno che in un determinato sistema grafico si distingue da tutti gli altri segni del sistema e pertanto è in grado di far distinguere sul piano grafico una parola da altre. aggettivo Parte del discorso, che esprime gli attributi di qualità, quantità ecc. della persona o della cosa indicata dal sostantivo a cui è riferito. L’a. è passibile di determinazione morfologica o sintattica comparativa. Nelle lingue indoeuropee, di norma, si accorda con il sostantivo a cui si riferisce in ...
Indice
  • 1 Funzioni
  • 2 A inizio di parola
  • 3 Altri casi
  • 4 Casi incerti
  • 5 Cariche e titoli
  • 6 Tendenze
Categorie
  • GRAMMATICA in Lingua
Tag
  • TRENTINO-ALTO ADIGE
  • ISOLE BRITANNICHE
  • MAR ROSSO
  • AGGETTIVO
  • FENICI
Vocabolario
prontüàrio
prontuario prontüàrio s. m. [uso fig. del lat. tardo promptuarium «credenza, dispensa, magazzino», dall’agg. promptuarius «in cui conservare qualcosa», der. di promptus: v. pronto]. – 1. Libretto o manuale in cui sono esposte brevemente...
maiùscolo
maiuscolo maiùscolo agg. [dal lat. maiuscŭlus «alquanto più grande», dim. di maior «maggiore»]. – 1. a. In paleografia, detto di scrittura caratterizzata dall’altezza uniforme delle singole lettere, sì che, in uno schema formato da due...
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