MAKRYGIALÒS
Villaggio della Creta orientale, sulla costa meridionale della provincia di Sitia, a O del quale, in località Plakakia, nel 1972 C. Davaras ha portato alla luce un'importante e assai inconsueta villa del Tardo Minoico IB con evidenti elementi cultuali. L'edificio, distrutto da un incendio alla fine di tale periodo, era stato malamente danneggiato da moderni lavori agricoli, ma la sua pianta, chiaramente individuabile, mostra molti caratteri architettonici che strettamente imitano quelli dei palazzi minoici: in un certo senso si può parlare non solo di un palazzo in scala ridotta, ma anche di una specie di «epitome» di tali edifici. L'ingresso principale è rivolto verso Ν ed è indiretto, in quanto formato da un ampio corridoio a L, che conduce verso un grande recinto, probabilmente un «Cortile Orientale» sui generis. Attraverso questo, e tramite un ingresso a E dell'edificio, si accede al Cortile Centrale, senza dubbio un elemento palaziale, singolare per una villa o per altre strutture di questa epoca.
Come nei palazzi, questo cortile è rettangolare, con orientamento N-S, e misura 12,50 x 6 m, o 41 x 20 piedi minoici: risulta pertanto cinque volte più piccolo della media dei cortili centrali dei palazzi, secondo le misurazioni del Graham. Presso l'estremità settentrionale dell'asse longitudinale del cortile si trovano i resti di un altare quadrangolare. Alla sua sinistra, all'angolo NO del cortile, è un bancone, ben conservato, della lunghezza di 1,85 m, usato probabilmente non per sedere ma per l'esibizione di oggetti cultuali o di offerte votive connesse con l'altare. Il lato settentrionale e il settore settentrionale del lato orientale del cortile erano chiusi da portici, formati da piccoli pilastri quadrati realizzati - fatto piuttosto inconsueto - in mattoni crudi, su fondazioni in pietra, oggi scarsamente conservati. Questa sistemazione a portico, esattamente su quei lati del cortile, imita il Palazzo di Mallia (v.). Un importante ambiente rettangolare è situato all'angolo NO dell'edificio ed è l'unico fornito di una buona pavimentazione a grandi lastre, annerite dal fuoco che distrusse la costruzione. Verso il cortile che si estende a O («Cortile Occidentale») è rivolta la facciata principale della villa, costruita accuratamente a grandi blocchi ben tagliati e contraddistinta dalle caratteristiche rientranze: tutti questi elementi architettonici coincidono esattamente con quelli che di regola si osservano nelle parti corrispondenti dei palazzi. Il vano di maggiori dimensioni si trova all'angolo NE ed è una sala quadrata, con al centro una base in pietra per una colonna lignea. Nelle vicinanze, una scala conduceva al piano superiore. Le parti superiori della villa erano costruite in mattoni crudi, rinvenuti intatti in una certa quantità. Un breve corridoio collegava, attraverso una grande soglia, il Cortile Occidentale con il Cortile Centrale. La sala all'angolo SO dell'edificio presenta banchine su entrambi i lati di un corto muro, non collegato ad altri, che sorge nel mezzo, in un punto corrispondente alle «Cripte dei Pilastri» nel Palazzo di Cnosso. Un'altra banchina è all'esterno dell'ingresso alla sala, nel Cortile Centrale.
L'intero edificio era permeato di elementi di carattere religioso. Tra questi figura un alto «calice da comunione», come quelli rinvenuti a Zakros o visibili nell'iconografia rituale minoica. Di notevole importanza è un sigillo rinvenuto presso l'altare: raffigura una scena di culto, con una nave sacra recante un altare e un palmizio in direzione dei quali una sacerdotessa compie il tipico gesto di adorazione, con la mano tra le sopracciglia. La sacralità del palmizio nella religione minoica è stata recentemente riconosciuta e la scena del sigillo è una testimonianza di valore primario sull'argomento. In questo sito costiero di ancoraggio, il culto sembra essere connesso alla Grande Dea minoica, come Signora del Mare.
Verso questa conclusione conduce anche il ritrovamento di un'ancora litica frammentaria, ovviamente un'offerta dedicata a questo particolare aspetto della divinità, probabilmente come il ben noto esemplare in porfido, da Cnosso, decorato con polpi a rilievo. Presso il sigillo si rinvennero alcuni vasi e una piccola figurina femminile in bronzo; le braccia della statuetta sono sollevate verso il seno in un gesto cultuale, mentre i suoi genitali, stranamente resi con abbondanza di dettagli, sicuramente riportano l'immagine a qualche culto della fertilità. Con tale culto si possono probabilmente collegare certi riti, celebrati durante la riapertura della navigazione in primavera, senza dubbio simili a quelli dipinti negli affreschi della «Casa Ovest» di Thera (v.). I rinvenimenti comprendono diversi frammenti della migliore qualità dello Stile Marino, di cui oggi si ammettono i rapporti con il mondo religioso: questi esemplari sono probabilmente prodotti di una bottega cnossia. Tutti gli elementi religiosi presenti a M. ricordano la contemporanea villa di Nirou sulla costa settentrionale, recentemente interpretata come un santuario minoico costiero. Inoltre le strette somiglianze della villa di M. con la struttura dei Palazzi, il cui fondamentale ruolo in campo religioso è ben noto, rafforzano l'impressione che questo edificio avesse, nella zona, una grande importanza cultuale.
Bibl.: C. Davaras, in ADelt, XXVIII, B' Chron., 1973, p. 590; id., Guide to Cretan Antiquities, Park Ridge (N.J.) 1976, in part. p. 326 s.; id., in ADelt, XXXIII, B', 1978, p. 394; id., Une ancre minoenne sacrée, in BCH, CIV, 1980, pp. 47-71; id., Das Museum von Hagios Nikolaos, Atene 1982, passim; id., in Πεπραγμενα του Ε' Διεθνούς Κρητολογικου Συνεδρίου, Αγιος Νικόλαος ιρ8ι, Atene 1986, pp. 77»92> id., in J. W. Myers, E. E. Myers, G. Cadogan (ed.), The Aerial Atlas of Ancient Crete, Londra 1992, pp. 172-174; id., in R. Hägg (ed.), The Minoan Villa. Proceedings of the 7th Symposium at the Swedish Institute in Athens, Athens 1992, in corso di stampa.