Malaspina, Franceschino, marchese di Mulazzo
Figlio di Moroello, che fu secondogenito di Corrado l'antico, morto intorno al 1285, F. appartenne al ramo dei M. dello ‛ Spino Secco '.
Fu questi che il 6 ottobre 1306, in Sarzana, nella piazza detta Calcandola, " ante missam " per rogito del notaio Giovanni di Parente Stupio, nell'interesse proprio e dei congiunti Moroello e Corradino del ramo dei marchesi di Giovagallo, creò il fiorentino D. di Alighiero procuratore a dirimere certe annose controversie per diritti su castelli di Lunigiana (Sarzana, Carrara, Santo Stefano, Bolano) col vescovo di Luni che era allora Antonio da Camilla. D. si recò subito al palazzo vescovile nel castello di Castelnuovo e concluse la desiderata pace, " in ora tertia ".
Una comune direttiva politica dei vari rami della famiglia M. appare evidente più volte nell'operato di Franceschino. Questi infatti il 26 novembre 1296 aveva stretto un patto con i cugini di Giovagallo e di Villafranca secondo il quale quello di loro che premorisse senza eredi maschi avrebbe lasciato i suoi beni ai congiunti, con il fine specifico quindi di non smembrare il patrimonio familiare: questo patto non venne mai mantenuto avendo lasciato ognuno dei M. eredi maschi. Nel maggio del 1309 inoltre, sempre con i cugini, F. fu investito da Giacomo II d'Aragona del feudo dei castelli di Buosa e Ossolo in Sardegna, con le loro dipendenze.
F. oltre che con D. fu in rapporto con altri rimatori del suo tempo come Sennuccio del Bene, che nella canzone Da poi ch'i' ho perduta ogni speranza l'invoca quale ultima risorsa per gli esuli ghibellini e Bianchi dopo la morte di Enrico VII. Egli infatti seguì sempre fedelmente l'imperatore e il suo partito tanto che nel 1317 i ghibellini di Genova gli offrirono un importante incarico.
Questa è l'ultima notizia che possediamo di lui: morì infatti nel corso del 1318 o nel primo 1319, lasciando cinque maschi: Giovanni, Moroello, Iacopo, Gabriele e Guglielmo. Gli ultimi tre morirono in età giovanile, mentre i due maggiori, alla fine del 1319, erano ancora in età pupillare e il conte palatino Princivalle degli Avvocati di Lucca ne affidò la curatela e la tutela a Castruccio Castracani degli Antelminelli: il quale nel 1326 fece sposare la propria figlia Caterina con Giovani M. predetto.
Bibl. - Fondamentale per lo studio dei rapporti di D. con i M. è l'estesa e chiara recensione di L. Staffetti all'opera di E. Branchi, Storia della Lunigiana feudale, 3 voll., Pistoia 1897-98, in " Bull. " VI (1899) 106-118; cfr. inoltre Piattoli, Codice 98, 99.