ARIOSTO, Malatesta
Appartenente a un ramo della famiglia Ariosto, diverso da quello cui appartenne il grande Ludovico, Malatesta nacque nei primi decennî del sec. XV a Ferrara, figlio di un Princivalle. Fu caro a Borso d'Este, di cui fu cancelliere ducale in Reggio Emilia nel 1450, nel 1451 e forse fino al 1453, nel quale anno lasciò quell'ufficio. Nel 1461 fu ambasciatore a Forlì, nel 1462, nel 1463 e nel 1474 fu uno dei savî del comune di Ferrara; nel 1466 e 1467 cancelliere ducale di Modena, di cui fu capitano dal 1469 al 1471. Il suo testamento è del 1476, nel quale anno, secondo il Carducci, venne a morte. Delle poesie latine che gli sono attribuite sono sue soltanto l'epitalamio per le nozze di Iacopo Pirandolo e Veneranda Romei e un breve elogio in esametri di Lodovico Sambonifacio; le altre sono del Porcellio, e la famosa elegia sui casi miserandi d'Alba è di un Lippo Piattesi verseggiatore ferrarese. In volgare l'A. scrisse un altro epitalamio per queste stesse nozze, e le rime che fanno parte di una rappresentazione allegorica, di cui egli fu promotore ed autore nel 1453 per festeggiare l'ingresso di Borso d'Este a Reggio. Questa è la seconda rappresentazione allegorica profana che si conosca, preceduta solo da un'altra dei 1441 celebrata in onore di Alfonso d'Aragona a Napoli. Personaggi classici e religiosi, persino Cristo e Maria, vi sono tratti in scena a tributare onori al duca estense. Il grande Cesare gli recita un sonetto caudato, che l'A. plagiò da uno composto da Piero dei Ricci pel trionfo aragonese.
Bibl.: L. N. Cittadella, Intorno agli Ariosti di Ferrara, Ferrara 1874; A. Levi, Le poesie latine e italiane di M. A., Firenze 1904; G. Carducci, in Opere, XV, Bologna 1905, pp. 77-107; I. Sanesi, La Commedia, Milano 1911, I, pp. 153-54, 465-66; A. Segarizzi, L. Sambonifacio e il suo epistol., in Nuovo Arch. Ven., n. s., 1910, XX, I; G. B. Pesenti, L'Alda e altre poesie male attribuite a M. A., in Athenaeum, II (1914).